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Una professoressa di filosofia e un uomo ombra si scrivono
Lunedì 31 Marzo 2014 06:40

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Prendiamo in presito il monito di Ezio Mauro:governare oggi significa cambiare, radicalmente.Il Paese è esausto nella sua forma di sistema, esasperato nella sua foma di opinione. Questo esaurimento non è solo un problema di efficenza perduta, sta divendando un problema di democrazia rinnegata. Il cambiamento-cioè la riforma del sistema-è lo strumento più radicale che la sinistra ha a disposizione per fronteggiare la vera sfida politica che ha davanti a sè con il nuovo populismo antipolitico. E' l'unico

modo per ricostruire un circuito di fiducia tra le istituzioni e il Paese, tra i cittadini e la politica. Perchè provare a cambiare davvero un paese - soprattutto se pare irriformabile come il nostro-è più utile che prenderlo a calci, scommettendo ogni giorno sul peggio.

 

Una professoressa di filosofia e un uomo ombra si scrivono

Eterno presente: Non contiamo i giorni/siamo immortali/siamo eterni/siamo morti/essendo vivi/siamo ergastolani. (Carmelo Musumeci)

Ho ricevuto una bellissima lettera di una professoressa con cui il mese scorso ho sostenuto un esame universitario di filosofia:

Gentile Sig. Musumeci, eccomi finalmente ad inviarle alcuni testi (Arendt, Foucault, e Deaglio) che spero non abbia già letto... si ricollegano a quanto abbiamo avuto occasione di discutere insieme all'esame e, visto il suo interesse, non potevo non fare in modo che lei li avesse. Colgo l'occasione per ringraziarla dell'invio del suo volume "Gli uomini ombra": ho letto, il libro mi è piaciuto molto. Ragion per cui ho scritto un pezzo che, oltre a recensirlo insieme a "L'Urlo di un uomo ombra", cerca anche di sensibilizzare sulla sua particolare (e ingiusta) condizione. L'articolo sarà pubblicato nel n.22 (marzo/aprile 2014) della rivista "Qui Libri"; non appena uscirà farò in modo di fargliene avere una copia (penso nel mese di aprile). Comunque sia, la succitata rivista è reperibile in tutte le librerie Feltrinelli. Insieme a queste righe e a questo piccolo pensiero, desidero le giunga anche tutto l'incitamento, tutta la forza e la speranza che vorrei saperle trasmettere... lei lo ha fatto per primo con me, quando ci siamo conosciuti. È bello vedere nascere un sorriso, una luce negli occhi, un entusiasmo...

Cerchi di non perderlo mai, di conservarlo, di farlo crescere. E ciò che di meglio chiunque possa provare, ed è prezioso. Non tutti ne sono capaci, pur essendo in situazioni indubbiamente più facili della sua. Con amicizia e profonda stima

Barbara Scapolo

Gentile Professoressa,

grazie delle sue parole che mi hanno riscaldato la mente e la cella, perché qui fra queste mura fa un freddo cane. Spesso in carcere per sopravvivere bisogna trasformare il dolore in una forza che ti aiuta a tirare avanti per continuare a combattere, perché penso che un prigioniero che lotta ha più probabilità di esistere. A volte però mi viene il dubbio che cerco di essere forte perché sono troppo vigliacco per essere debole. E non ho il coraggio di rassegnarmi al mio destino come fanno tanti ergastolani forse più forti di me. Le confido che dopo tanti anni mi sono abituato all'idea di non uscire più perché è già un po' di tempo che ho raschiato tutto il mio cuore dalla speranza che mi era rimasta. E persino il mio cuore s'è stancato di tenermi compagnia e da un po' di tempo mi ha lasciato solo per correre dai miei figli, dai miei nipotini e dalla mia compagna, che mi aspettano inutilmente da ventitré anni. Gentile Professoressa, le confido che è difficile vivere condannati a essere colpevoli, maledetti e cattivi per sempre, dalla società ed in nome del popolo italiano, perché in questo modo la vita non vale più nulla ed è resa peggiore della morte. Sappia però che sono le persone come lei che mi fanno sperare che un giorno nessun altro uomo murerà viva un'altra persona senza avere l'umanità di ucciderla prima.

Riguardo al mio sorriso è l'unica arma che mi è rimasta per lottare contro la "Pena di Morte Viva". Le auguro una buona vita. E le mando con simpatia un sorriso fra le sbarre.

Carmelo Musumeci

www.carmelomusumeci.com

Enrico

Scrive Enrico Montesano su Carmelo Musumeci nella sua pagina/blog personale:

Se un peccatore si ravvede..è perdonato! Non so di quale reato si sia reso colpevole Carmelo, ma se il suo cammino verso la rieducazione è compiuto, se si è ravveduto, se ha studiato, se il suo comportamento è stato irreprensibile, deve avere tutta la nostra comprensione ed il nostro appoggio!

https://www.facebook.com/pages/Enrico-Montesano-Pagina-Ufficiale/160377830695390

Eppure nessuno ci dice perchè lui sta ancora detenuto in Alta Sicurezza!


Egr. dott. Piscitello, caro ministro della giustizia on.
Andrea Orlando

Sensibilità e intelligenza hanno permesso a Carmelo quel
cambiamento che il carcere dovrebbe assicurare a tutti; chi
non ha gli strumenti per capire, in tempi brevi, è perso
per sempre e precipita nell' inferno. Carmelo è un esempio
di redenzione in tutti i sensi. Carmelo potrebbe fare scuola
girando le carceri, pedagogia, didattica vista la sua
esperienza e la laurea in giurisprudenza e gli studi per una
seconda laurea in sociologia.

Per il Dipartimento Affari Penali Carmelo potrebbe essere un
fiore all'occhiello, un esempio di come può cambiare
una persona che ha commesso un crimine, andrebbe speso come
immagine di un mondo quello carcerario che racchiude al suo
interno, un universo variegato fatto di persone di grande
esperienza.
Se come dice la Costituzione l'espiazione della colpa deve
servire al recupero del reo, deve esserci un inizio e una fine.
Egr. dott. Piscitello, gentile ministro, ci siamo rivolti ad
un vice ministro che conosciamo da tempo e che ha firmato
per Carmelo, ha risposto che la storia è nota, allora noi
ci chiediamo ancora una volta come mai è in Alta

Sicurezza? Visto il suo curriculum? Chi più di Lei può

darci una risposta?

Ac
Le raccontiamo in breve un episodio che nulla a che fare con
il carcere. Siamo riusciti a ricordare a Genova il naufragio
del Principessa Mafalda, il Titanic italiano, sulle coste del
Brasile, ci furono 314 morti il 25 ottobre 1927.La storia
è diventata nota a distanza di tanti anni in quanto a
bordo vi era il futuro re dei Panettoni, Ruggiero Bauli, che
si salvò in modo rocambolesco, raccontò dopo tantissimi
anni la tragedia di 314 disperati in cerca di fortuna in
Argentina. Una targa donata dall' associazione che mi
onoro di presiedere li ricorda per sempre nel famoso Galata
Museo del Mare di Genova. Abbiamo lottato per oltre due anni
rivolgendoci ai politici di Genova compresa l'attuale
ministro della difesa Pinotti.

Siamo certi dott.
Piscitello, di essere nel giusto per una giusta causa che,
riguarda tantissime persone, Carmelo è solo la punta
dell' Iceberg. Abbiamo appena ricevuto l'invito a Roma
il 14 aprile per partecipare ad un incontro con i vertici
del DAP, da parte della nostra carissima amica della
Comunità Papa Giovanni 23°, che non smetteremo mai di
ringraziare per averci fatto conoscere una storia
emblematica alla quale ci siamo molto appassionati.

Mercoledì chiameremo la segreteria particolare del
Ministro per una risposta che tarda ad arrivare e non
sappiamo il perché.

Papa Francesco ha dichiarato: il peccato del mondo è
l’ingiustizia e la prevaricazione.

A presto e cordiali saluti.

Mario Arpaia e Nadia Bizzotto


Scritto da Barbara Scapolo   
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