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Un fiore all'occhiello
Venerdì 18 Aprile 2014 11:13

raffa_es

Doveva rappresentare una piccola rivoluzione nell'ambito del giornalismo locale online. Un fiore all'occhiello in un'informazione sempre più serva dei poteri forti. Una redazione dove finalmente veder riconosciuto il lavoro e la professionalità di chi vi lavorava. Il "Corriere di Salerno.it" diretto da Donato Alfani ed edito dal medesimo attraverso la A.D. Company doveva essere tutto questo e molto altro ancora. Doveva.

Ammaliato dall'eloquio sciolto del pubblicista Alfani e dalla cura con cui era stata allestita la piccola redazione che finalmente diveniva fisica e non solo virtuale; il sottoscritto, giornalista professionista, non esitò un solo istante ad accettare la proposta di lavoro. Era il settembre scorso.

Dopo circa sette mesi senza mai aver ricevuto un solo euro, né a titolo di rimborso né sotto altra forma, il direttore editore messo dinanzi all'alternativa tra regolarizzare con un contratto la mia posizione lavorativa o liquidarmi il dovuto e licenziarmi ha scelto la terza via a lui più congeniale: lasciare che andassi via, "ringraziandomi fraternamente".

Inutile dire che la vicenda approderà presto in tribunale, ho già dato mandato agli avvocati per consentire il riconoscimento dei miei diritti.

Ma al di là degli aspetti strettamente legali, cosa insegnano vicende del genere se non lo spaccato di una società marcia ed ipocrita fin dal suo interno più profondo?

Casi del genere sono all'ordine del giorno in molte redazioni ma sono pochissimi coloro che denunciano pubblicamente questi personaggi. Figuri spesso osannati e riveriti dal medesimo circuito mediatico che essi stessi contribuiscono ad insozzare con simili comportamenti.

Alfani, il direttore editore di cui sopra è anche il presidente degli "Italian Sport Adwards", La notte dei campioni dello sport Italiano come lui stesso ama sottolineare con puerile civetteria.

La manifestazione che si terrà a maggio ad Agropoli è patrocinata tra gli altri da istituzioni quali il Coni, la Figc, la Presidenza del Consiglio, la Regione Campania. La presentazione avverrà a Roma nella sede del Coni.

Ecco dinanzi a tutto ciò cosa rimane di questa professione ma soprattutto cosa resta della dignità di un popolo che si dice essere libero, democratico e fondato sul lavoro.

Mi rivolgo a tutte le istituzioni e sono molte che hanno dato fiducia e credito a "Donato Afani, editore, giornalista e produttore di grandi eventi" così come si legge sul sito web dedicato alla manifestazione, vi rendete conto dello scempio sociale di cui involontariamente siete compartecipi?

Quale messaggio trasmetterete ai giovani che siano essi aspiranti sportivi o giornalisti poco importa, nel supportare persone dal simile modus agendi?

Cosa c'è di più cinico e crudele se non speculare sul bisogno di lavoro delle persone?

Ho percorso quotidianamente per sette mesi circa trecento km al dì. In auto; dato la carenza di mezzi di trasporto pubblico.

Ho girato la provincia di Salerno dall'Agro Nocerino fino a Battipaglia passando per il capoluogo. Ho raccontato lo stato di abbandono in cui versano i meravigliosi ruderi di Nocera Superiore piuttosto che le contraddizioni di Battipaglia. Le bizze di un sindaco sceriffo come Vincenzo De Luca, o la speranza di rinnovamento di piccole realtà come Baronissi. Tutto in nome della passione smisurata che da sempre nutro per questa professione. Chi mi ha conosciuto, professionalmente parlando, me ne darà senz'altro atto.

Ho investito gran parte dei risparmi di una vita di chi ha avuto la forza e l'amore di sostenermi economicamente.

L'ho fatto credendo che fosse questa l'unica strada possibile per assicurarmi un'esistenza dignitosa.

L'ho fatto per dimostrare ai tanti Soloni in giro per l'Italia che di giovani con voglia di lavorare e di rimettersi in discussione ce ne sono eccome.

L'ho fatto per dare un senso alle giornate di chi, dopo anni di studio, titoli conseguiti, pratica sul campo, era stanco di ritrovarsi a 32 anni suonati a chiedere sostegno economico alla propria famiglia e ad essere incapace di immaginare il proprio futuro.

L'ho fatto per dare l'ennesima possibilità ad un Paese, il nostro, che non meritava davvero più credito. Peccato che sia stato tutto inutile.

Quasi sicuramente riavrò quello che mi spetta in termini economici ma chi mi restituirà la mia dignità calpestata? L'ennesimo sogno tradito da chi gioca a fare il giornalista editore? Il tempo sottratto alla ricerca di altre opportunità di lavoro e alla tanto amato lettura? Nessuno.

Ora più che mai a quel lettore che mi chiedeva chi mi pagasse per "attaccare" il sindaco di Salerno Vincenzo De Luca, reo a mio avviso di essere un populista, posso rispondergli in maniera ancora più esplicita: nessuno. Se non la mia coscienza. Quella di chi credeva con la forza delle idee di poter cambiare la società e che proprio non riesce ad accettare che in fondo in fondo è la società che sta cambiando lui.

Raffaele de Chiara

www.ondanomala.org

 

Scritto da Raffaele de Chiara   
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