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Il Futuro è la Pace
Home Notizie Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere, mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io.
Prima di giudicare la mia vita o il mio carattere, mettiti le mie scarpe, percorri il cammino che ho percorso io.
Sabato 10 Maggio 2014 07:58

Carcere_Favignana_3

 

Vivi il mio dolore, i miei dubbi, le mie risate. Vivi gli anni che ho vissuto io

e cadi là dove sono caduto io e rialzati come ho fatto io.

Ognuno ha la propria storia.

E solo allora mi potrai giudicare.

(Luigi Pirandello)

Carcere di Favignana 29 aprile 2014

Un tempo che non passa , un tempo che resti: è l'utopia dell'umanità; da sempre, per sempre.

Da sempre , per sempre , l'umanità, è, e sarà il divenire dell'immanente.

Si entra alla vita senza volerlo , opportunamente inconsapevoli, e per tutta la vita si sconta quella condanna iniziale cercando in tutti i modi, in ogni modo, di diventare liberi.

La storia dei fatti non sempre ammette premesse logiche, nell'affrontare questa esperienza , voluta ancora una volta, il posizionamento doveva essere laterale , né attacco né difesa, soltanto, sufficiente contenimento.

Nessun bicchiere frantumato dall'ansia, nessun timore, nessuna aspettativa; siamo qui , stavolta, per produrre.

E nell'economia delle intenzioni , produrre significa trasformare le proprie risorse in bene aggiunto di valore, utilizzando le energie e le conoscenze disponibili.

Produrre un senso a ciò che ci porta qui , da lontano, impiegando un giorno di riposo, di libertà nel luogo della sua negazione.

Produrre un senso attraverso chi, qui, possa essere risorsa disponibile, valore tolto da aggiungere.

La sala è piena di persone quando arriviamo, ci aspettano già, siamo in ritardo; il tempo concesso non è molto, inconvenienti burocratici all'entrata ce ne rubano un po', par che ci conoscano , ma certo! si ricorderanno di noi! E invece no, ritroviamo soltanto tre persone a rivederci;

Come fosse che la sala destinata all'incontro conservasse la memoria degli accadimenti passati e suggerisse i comportamenti , il tavolo di rito viene tolto di mezzo con un armonico concerto di braccia possenti e decise, il cerchio si ricompone automaticamente, necessariamente, naturalmente in tacito disegno.

La sala è scoppiettante, vivace, zampilla da più parti, diviene un torrente di primavera, acqua fresca che scorre veloce: una canzone napoletana , inno dei reclusi , cantata come peggio non si può ....

Nuova presentazione, veloce; e subito musica e canto e via... nessuna poesia stavolta..era la premessa, promessa la volta scorsa :dalla parola al tempo..la fine della poesia.

Si legge con veemenza, a due voci il prologo scritto prima in attesa di un Dopo, un Anti Dopo....

Spesso i fatti, gli accadimenti della vita e le storie degli uomini trovano il loro corpo vivente nelle opinioni e nelle congetture.

È così che il chiacchiericcio diventa informazione, notizia, senso dell'evento, e in realtà, se così non fosse, le cose diverrebbero un susseguirsi di moti sconclusionati di azioni, illogiche sovrapposizioni di vero e falso, un opaco diaporama tra un tempo che non cambia e uno spazio che non esprime.

Pertanto, la necessità del giudizio, della trasposizione, della congettura, del dubbio, dell'inganno e delle fandonie diventano gli elementi fondanti del dire, espressioni di significati d'identità e di presenze.

Ecco la necessità, allora, di espandere, diffondere informazioni che non siano solo descrizioni di azioni accadute, ma il "si dice che" degli eventi, quel raccontare di gesta, parole, urla e silenzi di una moltitudine che modifica, che determina storia e cambiamenti, che trasforma, il bello, il male, il giusto o il torto subìto in fatto, in qualità di comportamenti, che dà valore agli accadimenti.

È così che il chiacchiericcio diventa passaparola, un corridoio di voci che non lasciano segnali sui muri e arrivano dritti alla fine della strada, al suo epigono, all'uscita dalla scena, con una completezza di notizie e di commenti che sono quelli veri, lì, in quel momento, pronti all'uso, per essere presi e lanciati da tutti, al fine di crearsi un'opinione.

Ecco la necessita di scriverle queste parole, nel simbolico muro di questo lungo corridoio, per ripercorrerle in ogni loro momento e in ogni loro tratto.

Nel nostro intendere è un sistema per esplorare e ricercare quei tanti corridoi, ognuno diverso dall'altro, per la colorazione dei loro intonaci, la consistenza della loro malta, la peculiarità e specificità delle loro caratteristiche, le vicende intime e i fatti personali, le storie familiari, le cronache politico-giudiziarie, i comportamenti, i vizi e le virtù, le meschinità e gli intrighi, il deploro e l'elogio, il rispetto e il biasimo.

Ogni accenno può diventare importante, meritare un suo spazio, una sua zona di attenzione, o per crearsi la dimora delle sue giustificazioni, o per avere un'opportunità di senso per i propri atteggiamenti e le proprie azioni.

L'occasione per mostrarsi finalmente ignudi e soli con se stessi, posti frontalmente allo specchio delle opinioni, speculare al popolo e a se stessi.

Si configura in questa fantomatica casa del chiacchiericcio il topos della possibilità, dove tutto il dire è enunciabile, senza riserve, né adulterazioni o falsificazioni, così com'è: parola dopo parola, frase dopo frase, allo stato archetipico della loro enunciazione, con lo scopo e il fine di raccontare il detto sulla "Storia".

E si capisce, trascrivere il "si dice" non è molto comodo, non dà l'ergonomia delle mani e dei piedi, e la testa risulta un ingombro indecifrabile di tasti su uno scrittoio di voci ascoltate.

Pertanto, prima di ogni cosa l'igiene, fare pulizia delle fesserie, per riprendersi la confidenza, o meglio quel sentire i polpastrelli delle dita danzare sopra le lettere con ritmi da volteggio, per essere meno impediti dalle consuetudini del tatto.

A proposito di raccontare e di scrivere: ma non siamo qui per questo?

A proposito di raccontare e di scrivere: ma non siamo qui per questo?

Siamo qui per confrontarci , tutti , col nostro prima e confortarci col nostro adesso. Il prologo era stato scritto per scrivere e adesso raggiunge il suo fine.

Anche i demoni e gli angeli tornano ..con le parole del poeta tunisino ..."saremo angeli quando anche l'ultimo demone vedrà la luce" fu scritto , e lo scritto raggiunge adesso il suo fine

Si, siamo qui per questo! ... dalla Tunisia come dolcissima nenia parole di meraviglia, parole che zittiscono , quelle parole, quel "rumore di parole" ... Pero è il nome del più paroloso, il capo traffico ... battute e simpatia, Andrea con le sue provocazioni , le rivendicazioni, le dicerie , le mancate citazioni ..."Spinoza dice che.." , non sapremo mai quel che dice Spinoza in carcere , ma Andrea ci racconta di quella volta che si sentì più ladro di quando rubava nel momento in cui gli offersero di esagerare i suoi disturbi per procurarsi una pensione da "pazzo"... Si parla, di tutto, si rivendicano parole , quasi tutti, si parla di lontananza , di padri e di figli , di errori : propri e di altri, di condizioni peggiori, di altruismo , si ringrazia..parlano anche le parole senza voce ...

Non divaghiamo il tempo corre ,ci insegue e lo inseguiamo, a cadenze regolari ne chiediamo conto, dobbiamo produrre , e quindi ... prima di ogni cosa l'igiene, fare pulizia delle fesserie, per riprendersi la confidenza, ..è l'invito letto da Sara, giovanissima , appena diciottenne , venuta a "conoscere"

Come si fa a trasportare le parole? Semplice, basta scrivere una lettera ! la proposta di Pasquale coglie tutti di sorpresa e viene accolta con entusiasmo ... Bene, scrivo io , lo faccio per mestiere, ogni giorno...come "aggiustare la barca" (insomma questo fa un cancelliere) , mi spiegano.

Si scriverà una lettera ad una bambina .... figlia, non figlia, nipote..non importa..una bambina; una bambina di nome Angela, si sceglie questo nome ... casualmente, ed era quello che avrei voluto..Angela ..nel nome, il significato: portatrice di messaggio!

Cara Angela,

chi ti scrive questa lettera è detenuto nel carcere dell'isola di Favignana; inizio questo mio umile, sincero scritto augurandomi di vero cuore che ti venga a trovare in ottima salute.

Per quel che posso farti sapere di me, ti dico che sto bene anch'io, nonostante il posto dal quale ti scrivo non sia proprio uno dei posti più belli, e neanche quello che desideravo.

Per me il tempo è fermo, ma non la mia dignità;

in questi posti tristi e bui, ognuno di noi ha modo di riflettere su ciò che abbia fatto di sbagliato e su cosa sia giusto.

Spero che nella tua vita tu possa avere un destino diverso dal mio.

Non vorrei dirti niente perché il luogo in cui mi trovo mi rende tristezza e mi impedisce di esprimermi.

Mi auguro, mia cara, piccola Angela che crescendo tu possa avere una vita migliore della mia in una società migliore di quella in cui io mi sono trovato, perché , purtroppo, quando si diventa grandi, bisogna scegliere, e bisogna scegliere la strada giusta da seguire.

Angela , ti raccomando, continua a studiare , frequenta la scuola fino alla fine, perché dovrai avere un futuro e la possibilità di crearti una famiglia, pure tu.

Buon proseguimento della tua vita.

Mia cara, adoratissima, piccola Angela, la vita ti offre mille scelte, molte strade da prendere ti verranno incontro, strade legali ed anche illegali; la vita ci fa scegliere, ma solo il cuore e la mente ci conducono a scelte positive.

Sin dall'inizio della tua vita considera la scuola come una scelta molto importante, ti farà crescere e maturare nello stesso tempo e ti orienterà ad un futuro diverso sicuramente dal mio.

Cerca con tutta la tua forza , di curare i tuoi bisogni essenziali e non farti trascinare per strade sconosciute, non aver MAI paura di manifestare ed esprimere i tuoi sentimenti e le tue emozioni.

Segui i consigli dei tuoi genitori , piccola Angela, e degli insegnati e fai in modo di trovare un lavoro che assecondi le tue scelte di vita

Avremo modo sicuramente di recuperare il tempo perduto

Augurandomi che un giorno, quando anche tu farai parte del mondo dei grandi, giudicherai la mia storia per quello che sono adesso e non per quei momenti in cui ho sbagliato, immobilizzato nelle scelte obbligate dalla paura di manifestare ed esprimere il mio autentico sentimento.

Nella vita, mia cara Angela, bisogna essere umili, in galera non ci si va per coraggio, ma per vigliaccheria.

Ti auguro, cara Angela , tutto il bene di questo mondo, a te e a tutti quelli che soffrono , anche se anch'io sto soffrendo, perché pago e sto pagando giustamente per ciò che ho commesso.

La libertà io ce l'ho ! anche se non fisicamente;

mi possono legare anche con le catene, ma il mio pensiero, le mie idee, anche inespresse, non potranno mai incatenarle.

La lontananza non ci consente di abbracciarci fisicamente e questa è una condizione che non fa crescere bene.

Ti auguro e mi auguro, insieme alle persone che stanno nella mia stessa condizione che tu segua i miei consigli per far si che queste "lontananze" vengano cancellate al più presto.

Ti lascio con la penna , ma non col cuore.

...... scade il nostro tempo , se ne va , dobbiamo andare , siamo ai saluti ,non ci si può abbracciare che con gli occhi , strette di mano e la promessa ribadita: torneremo!

Torneremo!

Scritto da Francesca Cannavò   
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