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55° Anniversario della Fondazione Perini intervento del Antonio IOSA
Sabato 21 Ottobre 2017 14:46

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- 21 ottobre 2017 presso Sala Alessi di Palazzo Marino -

                                                                                                                         1697/2017

Partiamo dalle periferie urbane: Riscatto - Riqualificazione - Cultura - Legalità  

 

Il riscatto delle periferie a Milano richiede un lungo percorso ed oggi ne facciamo una breve narrazione, in quanto i Quartieri di Milano sono protagonisti delle “Nuove trincee della Legalità e della Rigenerazione urbana”. Finalmente le periferie sono una priorità e per l’Amministrazione Comunale e anche per il Governo che ha individuato nelle periferia il nodo dello sviluppo della coesione sociale, del contrasto contro la presenza della malavita comune ed organizzata, della violenza antagonista e della radicalizzazione del neo terrorismo jihadista.

 

Ricordiamo il 55° Anniversario della Fondazione Carlo Perini, partendo da Quarto Oggiaro-Vialba, col più longevo Ente culturale della periferia milanese. Diamo titolo all’incontro “Cultura e Periferia e non il 55° Anniversario”, per il ritorno alle origini di quella lontana giornata di ottobre del 1962 quando, con alcuni amici di Quarto Oggiaro, diedi vita alla nascita del Circolo culturale C. Perini in uno scalcinato scantinato di via Pascarella 29 con la prima conferenza del geografico Giuseppe Nangeroni, docente dell’Università Cattolica; seguito dal secondo incontro con Giovanni Marcora il Partigiano Cristiano della Brigata Fratelli Di Dio e di Franco Verga, fondatore del Centro Orientamento Immigrati. Il volume distribuito fa la narrazione delle attività svolte dal 1962 al 2017.

La condizione di vivibilità nei nostri quartieri erano, negli anni ’50 e ’60, tragiche a Baggio, a Bruzzano, in viale Argonne/Ortica - Calvairate, in via Cogne a Vialba e alla Trecca in via Zama. In periferia c’erano ancora le Case Minime di mussoliniana memoria e le catapecchie dell’Ortica del film Miracolo a Milano.

Negli anni ’50/60 furono costruiti molti quartieri di Edilizia popolare grazie all’Ina-Casa e alla legge per l’ediliziaeconomica e pololare, la famosa 167 e alla Gescal poi e al piano Tupini.

A Milano nacquero un centinaio di quartieri di case popolari edilizia erariale e comunale: Feltre, Baggio, Niguarda, Ripamonti, Lorenteggio, Mecenate, Molise, Bicocca/Pirelli, Quarto Oggiaro, Tibaldi, S. Ambrogio, San Siro, Stadera, Fulvio Testi, Villapizzone… A questi quartieri si affinacarono un altro centinaia di nuclei abitativi costruiti per l’intervento dell’IACPM di viale Romagna (oggi Aler) e di nuclei aziendali publiche e private, che costruivano case per i propri dipendenti.

Ricoridamo i quartieri Aldini e Alazaia Naviglio Pavese, Argonne, Mazzini, Giambellino, Baravalle, Omero, Forlanini, Turro, Miralago, Forlanini, Chiesa Rossa,, Vittoria, Gratosoglio, Bonfadini-Taliedo, Antonini, Mac Mahon, Inganni,Comasina, Gallaratese, Calvairate, Barona, Vercellesi, Teramo, Primaticcio, Friuli, Solari, Ca’ Granda, degli Olmi, Mangiagalli, Juvara, Verrocchio, Labus, Lulli, San Siro, Lodovico il Moro, Turchino, Mazzini, Monterotondo, Negrotto, Pascoli, Vanvitelli, Pezzotti, Piola, Plinio, La Spezia, Rucellai, S. Cristoforo, QT8, Vasari, Montegani Precotto, Spaventa, Giambologna, Gambara, Quarto Cagnino, Ponti, Savona, Varesina, Magenta, Vittoria, Monluè, Ponte Lambro, Vepra…

Si parlava di cultura urbanistica e di progettazione per tanti quartieri autonomi ed autosufficienti, definiti “new town”, altri più tradizionali. I quartieri popolari sono nati per dare una casa ai poveri, agli sfrattati e ai lavoratori con reddito economico molto basso. Le case della famosa legge 167 nascevano come ghetti, isole abbandonate, aree di degrado, nuclei dormitorio monoclassi, ove confinare centinaia di migliaia d’immigrati, che costituivavao la classe del proletariato e sottoproletariato urbano ed offrivano manodopera in abbondanza ai grandi stabilimenti industriali. Era l’epoca in cui le nostre periferie avevano il senso della malinconia, della solitudine geografica e antropica, della solidarietà di classe.

Ora le nostre periferie sono territorio di nuove e vecchie forme di povertà ed emarginazione, luoghi di radicalizzazione della violenza e malavita. Qui si gioca la partita del futuro di Milano. Oggi si parla di ricucitura urbanistica dei quartieri popolari, secondo il progetto sperimentale dell’archistar Renzo Piano, al quartiere Giambellino – Lorenteggio, ma è una sperimentazione da verificare come metodo di risamamento del tessuto urbano. Non credo al rammendo, ma alla rottamazione delle case popolari quando sono troppo decrepite e la composizione sociale degli abitanti è monoclasse e ghettizante. Il degrado conviene demolirlo e ricostrure nuove comunità, dando vita a quartieri di housing sociale che favorisceono la coesione e la responsabilità degli inquilini.

Le sperimentazioni in atto per riqualificare i quartieri Adriano - Padova, e Corvetto – Chiaravalle sono un primo avvio. L’Amministrazione Comunale cerca di dare qualche risposta concreta alla priorità da risolvere con una pluralità d’interventi, in sinergia con chi opera sul territorio.

E’ una goccia, ma il mare è formato da gocce d’acqua!

Il progetto della Città intorno prevede investimenti anche della Fondazione Cariplo, nasce dalla convinzione che la cultura rigenera le periferie, con ricadute positive sulla coesione sociale. La cultura non più come fonte parassitaria, ma come risorsa economica e turistica della città.

Fu questa l’intuizione profetica dei fondatori del Perini che, nel lontano 1962, in un quartiere difficile e malavitoso, fondarono il loro spazio multiculturale aperto a tutte le ideologie dell’arco costituzionale, contribuendo al dialogo, al confronto, al dibattito civile e democratico, costringendo la borghesia milanese a confrontarsi con gli abitanti della periferia; consentendo ai partiti politici un confronto sui problemi della politica nazionale e sui mali della città di Milano, senza un parlare urlato e senza scontri ideologici fanatici, prerogativa dei gruppettari estremisti.

- Abbiamo cercato con studi e ricerche di fare conoscere alla popolazione il proprio territorio non solo ai Quartoggiaresi, ma a tutti gli abitanti di Milano con la riscoperta delle radici storiche identitarie e riappropriazione delle tradizioni locali. La pubblicazione di volumi, ricerche e studi sui quartieri ha rinvigorito la “Memoria storica e rinnovo urbano”, di tutti i borghi, restiuendo un orgoglio di appartenenza agli abitanti che vi risiedono nel proprio quartiere.

- Abbiamo anticipato e favorito il decenramento culturale ed oggi l’Assessorato alla cultura promuove tale conoscenza in tutti i Municipi, come fattore anche di risorsa economica sulla valorizzazione dei beni artistici presenti in periferia.

- Abbiamo protestato contro il degrado ed invocato la bonifica del territorio.

- Abbiamo cercato collegamenti e collaborazione con le scuole, perché il futuro si costruisce, partendo dagli studenti per educarli alla legalità, alla non violenza, alla pratica delle virtù civiche e del rispetto delle regole. Amare il proprio quartiere, significa riscoprere le radici storiche e culturali, creare momenti di aggregazione e di coesione sociale, svolgere attività culturali per integrarsi nella vita dinamica di Milano e non sentirsi esclusi.

Oggi la periferia non deve solo ricostruire muri per abbattere il degrado, ma deve evitare la cementificazione selvaggia, per salvaguardare il verde, migliorare i servizi sociali, ricucire le relazioni umane, ricosprire la tradizione della “Milano solidale con el coeur in man”. Non siamo più capaci di parlare “il dialett milanès’”, ma anche imbarbarendo l’accento col terronesco o con l’ extracomunitario magrebino o latinos possiamo sperare nell’integrazione, nell’inclusione sociale e nell’impegno di sostenibilità della lotta contro la malavita, per affermare il valore della legalità, della solidarietà e della onestà.

Che fosse Milano e non Palermo “la capitale della mafia e della ‘ndrangheta” lo sapevamo da 40 anni, sin dai tempo del Banchiere di Dio, Roberto Calvi, che il 17 giugno 1982 fu trovato impiccato a Londra sotto l’arcata di un ponte sul Tamigi.

Lo sapevamo da quando Michele Sindona, l’11 Luglio del 1979, fu il mandante mafioso che fece uccidere, da un sicario italo – americano, Giorgio Ambrosoli, l’eroe borghese da non dimenticare. La vicenda Sindona trovò il suo tragico epilogo il 26 marzo del 1986, quando fu avvelenato da una tazza di caffè nel carcere di Voghera.

Lo sapevano noi della Fondazione Perini, quando negli anni ’80 invitavano al Circolo di Quarto Oggiaro e non in Sala Alessi, il Sindaco della Primavera palermitana, Leoluca Orlando, che denunciò Milano come la capitale della mafia non più Palermo con i suoi clan arcaici legati al potere di gruppi collusi ai boss democristiani, non solo di andreottiana memoria. La mafia si era insediata a Milano che, come capitale economica del Paese, era stata infiltrata dalle famiglie mafiose siciliane,’ndranghetiste calabresi e anche dalla camorra napoletana e di recente del caporalato pugliese nella ricerca di lavoro.

All’epoca, un noto esponente politico milanese detto “il cinghialone ladro della Milano da bere”, denunciava dal Teatro Lirico di Milano quelli del Perini come diffamatori del buon nome di Milano “capitale morale d’Italia e del lavoro”, dando spazio non al Sindaco di Milano, ma ad un Sindaco Globe Trotter e ciarlatano come Leoluca Orlando che, assieme a Nando Dalla Chiesa, raccontava menzogne su Milano. Oggi i nostri quartieri sono diventati le “Nuove trincee della Legalità” per contrastare le mafie e la criminalità comune. A dispetto dei “Padrini e dei Padroni” che si sono annidati nell’economia lombarda, i cittadini dei Municipi si sono sensibilizzati a contrastare la presenza malavitosa e a vincere l’omertà e la paura. Il tema della sicurezza e del degrado sono i mali prioritari dei nostri quartieri e per questo “ I Percorsi di Legalità confluiscono nella celebrazione della Giornata della Legalità e della Giustizia”, già fatte coraggiosamente proprie dai Municipi di Milano per invocare il rispetto delle regole e coadiuvare i cittadini dei quartieri a denunciare la malavita locale, che crea tensioni, paura, insicurezza.

Da 5 anni la Fondazione Perini ha promosso la realizzazione del progetto “Percorsi di Legalità” e una ricerca con la pubblicazione di un “Quaderno Bianco” sui quartieri difficili in ogni Municipio, dove si realizzano i percorsi educativi. Quest’anno, dopo i percorsi nei Municipi 8, 6 e 3, collaboriamo col Municipio 9 nei 19 quartieri della periferia nord .

Nel prossimo gennaio 2018 celebreremo la “IV Giornata della Legalità e della Giustizia” in Municipio 9, per trasmettere la “Fiaccola della Legatità”, nel 2018, nei 19 quartieri della periferia sud in Municipio 4 in un’ ideale staffetta che trasmette la “Fiaccola” nei quartieri difficili della nostra periferia.

Non più dualismo centro e periferia dopo la nascita della città metropolitana, ma “continuum urbanum” con i comuni dell’hinterland milanese.

Dopo la celebrazione del 50° Anniversario della Fondazione Perini nel 2012 qualcuno pensava che il suo ruolo si fosse concluso, ma così non è stato. Sono trascorsi ancora cinque anni e dal 2013 al 2017 la vitalità culturale è continuata ad articolarsi in diversi settori: studi e ricerche, mostre e collaborazioni varie a livello cittadino. La Fondazione Perini, in questi ultimi 5 anni, ha innalzato la “Fiaccola della Legalità” in circa 60 quartieri difficili e malavitosi della periferia, cogliendo l’allarme sociale e chiedendo piani straordinari d’intervento per il controllo del territorio e la qualificazione culturale dei quartieri.

La situazione delle periferie viene, tuttora, vissuta tra sofferenze, speranze di cambiamento e impegno di percorsi di legalità, che partono dal basso, cioè dagli abitanti dei quartieri popolari dei nove Municipi.I percorsi sono iniziati nel 2014 nei quartieri nei 17 quartieri della periferia nord del Municipio 8 con la “Prima Giornata della Legalità e della Giustizia”a Villa Scheibler. L’iniziativa si è estesa, nel 2015, ai 15 quartieri della periferia sud-ovest del Municipio 6 nell’Istituto Minorile C. Beccaria. Nel 2016 sono stati protagonisti dei percorsi di legalità i 14 quartieri della periferia est del Municipio 3 con la Giornata della Legalità celebrata nellaula consiliare del Municipio 3.

Nel 2017 la nostra attività si è concentra nei percorsi e nella “IV Giornata della Legalità e della Giustizia” nei 19 quartieri della periferia nord, in Municipio 9.

I mutamenti urbanistici nei quartieri sono in crescita , com’è in crescita l’impegno dei cittadini di contrastare ogni forma di criminalità e violenza, promuovendo informazione ed eventi educativi e culturali. E’ la città intera, centro e periferia, che ha la percezione della gravità dei problemi sulla legalità, rispetto delle regole,

 

 

sicurezza, immigrazione e controllo del territorio, senza rinunciare a maggiori spazi per la socializzazione e l’integrazione.

Oggi si può sognare ed avere voglia di legalità e giustizia.

Gli abitanti dei quartieri non si sentono dimenticati e condannati a vivere in trincea nel mondo degli esclusi, ma chiedono la presenza delle istituzioni e delle forze dell’ordine per vincere il degrado e contrastare tutte le mafie presenti sul territorio.

La Fondazione Perini, come negli anni ’60, è ripartita dal 2013 dalla priorità “periferie” come trincee delle legalità (in trincea si combatte).

La ricerca del “Quaderno Bianco” nei Municipi8 – 6 – 3 - 9, si estenderà, nel 2018, in altri 21 quartieri della periferia sud in Municipio 4. Non solo denuncia sui mali della città, ma riscoperta della storia, tradizioni e cultura. In periferia si riscoprono le radici di ieri e le ragioni di oggi per aggregarsi attorno ai luoghi della memoria storica locale, per vivere un nuovo rinascimento in una “ periferia bella e vivibile” da riscoprire anche sul piano ambientale e turistico. Le periferie non sono più simbolo del male e del degrado, ma luoghi d’appartenenza che inorgogliscono i residenti.

I tanti progetti istituzionali a scala governativa, regionale e comunale, daranno un volto nuovo alle comunità periferiche con un lavoro, spesso, umile e silenzioso che non fa notizia, ma costituisce un punto di riferimento, un fiore all’occhiello del decentramento culturale. Dalla Fondazione C. Perini di Quarto Oggiaro è partito un messaggio “Fare crescere rigogliosa la Pianta della Legalità” nei quartieri periferici e nei comuni della città metropolitana.

In questo impegnativo lavoro siamo in sinergia con centiania di iniziative promosse dall’Associazione Libera di Don Ciotti e Nando Dalla Chiesa, nelle scuole al centro, come in periferia e in molti comuni della Lombardia.

Mi affretto a concluderoe col semplice elento elenco dei Mali di Milano che per contrastarli, se vogliano fare crescere rigogliosa la pianta della legalità.

 

I MALI DI MILANO

 

  1. 1)Povertà, devianza minorile e giovanile sommersa: povertà materiale e morale della famiglia - espandersi della microdelinquenza di bande giovanili e di ciber bullismo appartenenti a tutti i ceti
  2. 2)Prostituzione femminile e maschile diurna e serale.
  3. 3)Mafia – politica e affari.
  4. 4)Occupazione abusive case popolari e guerre tra poveri.
  5. 5)Le cosche mafiose e le piaghe del pizzo, del racket, usura, strozzinaggio, estorsioni.
  6. 6)Il gioco d’azzardo: ultima fregatura dei quartieri periferici. Non siamo complici di uno Stato biscazziere e dei clan, che investono nel gioco d’azzardo legale e fanno aumentare la ludopatia.
  7. 7)Il commercio delle armi e l’illusione di sicurezza.
  8. 8)L’edilizia appalti e legalità nelle imprese e nelle grandi opere pubbliche: caporalato.
  9. 9)Sanità e mafia: la penetrazione mafiosa negli ospedali e nelle farmacie.
  10. 10)Il lavoro nero nell’edilizia e nell’agricoltura: lo sfruttamento.
  11. 11)Lo spaccio e l’uso delle droghe.
  12. 12)Violenza, e criminalità negli stadi.
  13. 13)Contraffazione e fasificazione dei prodotti.
  14. 14)Milano pulita, ambiente e verde, rete internazionale dei writer decoro urbano (art street).  
  15. 15)La piaga delle violenza contro le donne.
  16. 16)Le truffe agli anziani e il diritto alla salute.  
Scritto da Antonio Iosa- Milano   
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