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I fascisti sono fuori legge! Perché poliziotti e magistrati non la applicano?
Venerdì 08 Dicembre 2017 08:39

di Paolo Flores d'Arcais

Forza Nuova andava sciolta molti anni fa. CasaPound andava chiusa e sciolta molti anni fa. E così gli altri gruppi e gruppetti inequivocabilmente fascisti che hanno realizzato apologia di fascismo in ennesime occasioni, inneggiato con slogan tipici del regime fascista, sbandierato simboli del fascismo, partecipato a raduni fascisti internazionali anche con gruppi esplicitamente nazisti e svastiche a go go, e insomma esibito il loro fascismo in tutti i modi possibili.

La legge c'è, la legge non viene applicata.

Le interpretazioni edulcorate che ne sono state date sono allucinanti. Secondo la legge fare il saluto romano è un reato. Ma è ormai diventato uno sport nazionale. Un gestore di stabilimento balneare lo ha trasformato in una installazione permanente di apologia di fascismo e il magistrato ha ritenuto che tale

illegalità andasse benissimo.

Se i magistrati non applicano la legge che c'è, è necessario fare immediatamente una legge interpretativa della stessa – anziché nuove leggi che lasciano il tempo che trovano e ottengono un effetto "grida" manzoniana – legge interpretativa che elimini ogni possibilità di interpretazione che non sia punitiva di ogni manifestazione di fascismo nel modo più intransigente.
E ovviamente sarebbe stato doveroso per il Ministro della Giustizia mandare i suoi ispettori in ogni caso di omesso intervento e al CSM di prendere i doverosi provvedimenti.

Ma nulla di tutto questo viene fatto.

Il ministro Orlando e il CSM di Legnini si occupano solo di intimidire i magistrati-magistrati che sempre in minor numero obbediscono soltanto alla legge e non guardano in faccia nessuno, in primis agli "eccellenti" della politica e della finanza.
Il governo è di fatto connivente, esattamente come lo sono stati i governi di destra.

È così che si è rilegittimato il fascismo presso l'opinione pubblica e i media, è con questa mitridatizzazione delle coscienze che fior di fascisti sono ormai considerati presenza normale nei talk show, o addirittura osannati nella cultura ufficiale e ospitati con grande rilievo sui quotidiani nazionali (Pierangelo Buttafuoco "orgogliosamente nazista" e autore di romanzi "in dolce stil Nazi" secondo le definizioni del suo amico e collega di lavoro Christian Rocca, oggi sulle pagine di "Il Foglio" e "Il Fatto quotidiano", ieri di "La Repubblica", e ieri oggi e domani sugli schermi di Lilli Gruber alle venti e trenta, è solo il caso più eclatante).

La via alla rilegittimazione politica del fascismo è stata in realtà aperta da D'Alema quando Silvio Berlusconi appoggiò Gianfranco Fini, fresco reduce dalle celebrazioni del settantesimo della marcia su Roma con grande spiegamento di gagliardetti fascisti e eja eja alalà, come candidato a sindaco di Roma contro Rutelli, e i dirigenti postcomunisti continuarono a trattare il detto Berlusconi come un avversario normale anziché demonizzarlo come connivente col fascismo quale era in realtà.

La rilegittimazione dell'immondo ventennio (per il quale andrebbero rispolverati tutti i sostantivi e gli aggettivi utilizzati da Carlo Emilio Gadda) proseguì poi con il tentativo, di fatto riuscito, di Berlusconi di trasformare il 25 aprile – festa nazionale perché giorno della vittoria della Resistenza, azionista socialista comunista e democristiana, non dimentichiamolo – in giorno di riconciliazione nazionale, in cui riconoscersi mutualmente nella autenticità delle intenzioni e nell'intreccio di ragioni e torti da entrambe le parti, dove svanisce l'abissale differenza e l'incompatibilità morale tra i partigiani che si battono per restituire all'Italia la libertà e i repubblichini scherani al servizio di Kesselring e delle SS e delle loro stragi di massa e torture quotidiane. Ovvio che alla fine a qualche fascista si vogliano intitolare piazze e monumenti come accaduto di recente.

L'ignobile aggressione dei fascisti di Forza Nuova a Repubblica dell'altro ieri è l'ultimo episodio di questa rilegittimazione a cui da tempo bisognava dire basta.

Se non lo si è fatto fin qui ragione di più per farlo ora in modo radicale e intransigente. Altrimenti la solidarietà a Repubblica (la nostra è piena e con tutto il cuore, ovviamente) che oggi sembra unanime resterebbe ipocrisia e formalismo così come è ipocrisia e formalismo la solidarietà di un governo che nel frattempo sta realizzando le peggiori leggi bavaglio che neppure Berlusconi era riuscito ad imporre.

Ormai si impone improcrastinabile una rivolta morale, una rivolta delle coscienze che imponga a forze politiche sempre meno disposte a riconoscersi nella Costituzione Repubblicana nata dalla Resistenza antifascista il dovere di tornare alla radice storica della legittimità delle nostre istituzioni, costituita appunto dal fatto storico – la Grundnorm nel senso di Kelsen – della Resistenza e dal conseguente dovere di far applicare rigorosamente la legge che impedisce ogni ripresa in ogni forma della presenza fascista in Italia.

(7 dicembre 2017)

Scritto da MicroMega   
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