Sabato 16 Dicembre 2017 12:17 |
IPERTERMIA E IMMUNOTERAPIA Si trasmette l’intervista rilasciata dal Prof. Paolo Pontiggia, specialista in oncologia ed ematologia, direttore del Centro di Ipertermia Oncologica di Pavia, pioniere dell'ipertermia Pubblicato il 14 dicembre 2017 http://www.associazioneitalianaespostiamianto.org/eventi/ipertermia-e-immunoterapia-mesotelioma Per facilitare l’acquisizione di alcuni concetti si riporta un articolo riguardante lo stesso argomento pubblicato nella rivista “The Cancer Magazine” IPERTERMIA, IL CALORE CHE CURA IL CANCRO “Le malattie che le medicine non curano, le cura il ferro; quelle che il ferro non cura, le cura il fuoco; quelle che il fuoco non cura, bisogna ritenerle incurabili.” (Ippocrate, aforismi) Si chiama "Ipertermia" ed è un metodo terapeutico del tumore che utilizza come elemento il caldo. terapia del calore è diventata un’importante arma tumorale in Italia, Giappone (esistono oltre 200 centri che praticano la terapia) e Stati Uniti.
Inoltre il trattamento è mutuato e approvato del nomenclatore nazionale. Di recente, a convalida della serietà della metodica, è stato pubblicato uno studio sul prestigioso Cancer (luglio 2003) “Hyperthermia and its modern use in cancer treatment” di H: Richard Alexander, Jr, md, oncologo del National Cancer Institute di Bethesda (Maryland).
Nello studio Jones e altri autori hanno dimostrato che il trattamento con ipertermia, aggiunto a chemioterapia e radioterapia, comporta significativi benefici, in termine di tolleranza ed efficacia delle terapie (soprattutto in quei pazienti colpiti da tumori pelvici). Il trattamento di ipertermia moderata (circa 41-43 gradi), è stato effettuato settimanalmente dopo la radioterapia, per cinque settimane consecutive. Siccome l’impiego dell’ipertermia nell’oncologia clinica sta aumentando in portata e complessità, gli autori giustamente riflettono sul ruolo di questa terapia e concludono l’articolo ponendosi due domande: “Come funziona l’ipertermia? e “Come è possibile utilizzare al meglio l’ipertermia?. «Il calore produce la rottura del Dna delle cellule tumorali», risponde il professor PAOLO PONTIGGIA, oncologo ed ematologo, uno dei massimi esperti a livello mondiale di ipertermia, ematologo e oncologo all’Università di Pavia. «Nella normale vascolarizzazione il calore produce la vasodilatazione e la conseguente rapida dispersione del calore, questo non avviene nelle cellule tumorali. Qui, infatti, la neovascolarizzazione impedisce la dispersione del calore, che intrappolato nelle cellule tumorali, le uccide. Su 100 pazienti trattati con il calore, almeno 65 ne hanno tratto benefici concreti. Infatti, in 30 casi su 100, il tumore regredisce o addirittura scompare. «L’ipertemia è praticata da diverse strutture ospedaliere italiane e rimborsata dal sistema sanitario», dice Admeto Rolando, ideatore e costruttore dell’apparecchiatura per la terapia (Syncrotherm). Non solo, l’Assie offre un valido sostegno al paziente oncologico, indirizzandolo nei centri più avanzati dove si pratica l’ipertermia». VIDEO: www.youtube.com/watch?v=KdKBJMT3e6U Il Prof. Paolo Pontiggia, specialista in oncologia ed ematologia, direttore Centro di Ipertermia Oncologica e pioniere dell'ipertermia in Italia racconta la storia di questa cura, che risale agli Egizi. L'ipertermia trova oggi applicazioni in campo oncologico e non. Due sono le metodiche: nel trattamento total body si innalza la temperatura di tutto l'organismo del paziente con apparecchiature a raggi infrarossi ma è anche possibile effettuare trattamenti localizzati su zone specifiche del corpo. In questo caso si utilizzano radiofrequenze, microonde o ultrasuoni.
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Scritto da Per AIEA il vicepresidente Mario Murgia |