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Cinismo-shock dell'ex br Balzerani: "Vittima è diventato un mestiere...". Polemica a Firenze, rabbia di Fida Moro
Domenica 18 Marzo 2018 12:09

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Aldo Moro, Damilano: "Gli ex Br hanno un atteggiamento mafioso: dicano la verità"

Presenta un suo libro in un centro sociale. Parla di "spauracchio del 16 marzo". Molti rappresentanti cittadini: "Episodio inaccettabile". La figlia dello statista: "Voi avete trasformato in mestiere una morte ingiusta" . Il presidente dell'Associazione vittime del terrorismo: "Un consiglio? Questi signori cercassero di farsi dimenticare"

di GERARDO ADINOLFI, LAURA MONTANARI

FIRENZE "C’è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non

abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te". Così l'ex brigatista Barbara Balzerani -  della colonna romana delle Br e componente del gruppo che ha preso parte al rapimento di Aldo Moro - ha commentato l'anniversario di quel 16 marzo 1978, ieri sera al centro sociale Cpa di Firenze, alla fine della presentazione del suo libro "L'ho sempre saputo". L'incontro era stato fissato il giorno stesso dell'anniversario della strage di via Fani e questo ha suscitato non poche polemiche e proteste da parte di parlamentari del centrosinistra e della destra fiorentina. Lei ha risposto con quelle parole sulle vittime a chi ricordava l'intervento del capo della polizia Franco Gabrielli che aveva sostenuto che "vedere i brigatisti in tv era un oltraggio ai morti".

Non si è fatta attendere la risposta di Maria Fida Moro, figlia dell'ex statista della Dc: "Prendo atto della sua inconsulta dichiarazione. Avrei immaginato che avrebbe risposto con il silenzio che è d'oro. Negli ultimi quaranta anni mentre io mi arrampicavo sugli specchi per mantenere mio figlio, voi ve la siete "goduta" senza fatica, senza dolore e senza merito" - dice Fida Moro - ciò detto aggiungo che io sono quella del perdono nei vostri confronti, che mi è costato un baule di parolacce e minacce di morte (compresa la carta igienica sporca inviata per posta). Altri - sottolinea - hanno trasformato in mestiere ed in una lucrosa fonte di reddito il nostro dolore. Detesto anche solo l'idea del mestiere di vittima, che ho sempre rifiutato. Sono andata in giro gratis attraverso l'Italia per portare un messaggio di pace amorevole, nonostante. Se c'è qualcuno che ha trasformato in mestiere una morte totalmente ingiusta siete voi, portati in palma di mano, da gente vile e meschina".

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Oltretutto, nelle settimane precedenti, la stessa Balzerani aveva scritto (il 9 gennaio) un post su Facebook poi cancellato in cui si leggeva: "Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?". Il riferimento all'anniversario di Moro è parso evidente e qualche giorno fa, la figlia dell'esponente Dc, Maria Fida Moro, ha caricato un video su Youtube in cui ha risposto a distanza: "Che palle il quarantennale lo dico io che non l'ho provocato e che l'ho subito e che ho il titolo per dirlo. Perché il quarantennale mi dà dolore. Ma la signora Balzerani non può dirlo perché lei è tra coloro che l'hanno provocato". La ex terrorista, nel parlare delle vittime durante la presentazione del libro a Firenze, ha anche spiegato con un parallelo agghiacciante che "non è che se vai a finire sotto un'auto sei una vittima della strada per tutta la vita, lo sei nel tempo che ti aggiustano il femore...".


L'invito del Cpa a Barbara Balzerani aveva sollevato molte polemiche e proteste fin dalla vigilia: "E' inaccettabile che una ex brigatista non pentita possa dare lezioni sugli anni più drammatici e bui della democrazia" ha detto l'onorevole Gabriele Toccafondi (di Civica Popolare eletto nel centrosinistra), mentre Jacopo Cellai e Mario Tenerani (Forza Italia) e Francesco Torselli (Fratelli d'Italia) hanno parlato di "memoria infangata delle vittime di una strage che segnò per sempre la storia della nostra Repubblica". Sulle parole della ex Br è intervenuto anche il presidente della Regione Enrico Rossi: "Non provo rancore nei confronti di chi partecipò al rapimento Moro, il tempo passa, ma non sono loro i protagonisti dei commenti e del ricordo. Capisco che hanno espiato e che hanno diritto a dire la loro. Ma ci sono molte cose su cui esprimersi: sulla vicenda Moro loro possono solo dire di avere sbagliato e chiedere scusa agli italiani”.

Per il sindaco di Firenze Dario Nardella invece "le parole dell'ex brigatista Balzerani sono un insulto meschino ad Aldo Moro e a tutte le vittime del terrorismo. Quanto da lei affermato è un oltraggio alla memoria di coloro che hanno perso la vita in una strage che ha segnato e cambiato la storia del nostro Paese. Firenze, che ha perso un sindaco, Lando Conti, per mano terrorista - conclude Nardella -, si schiera dalla parte di chi ha perso la vita in nome dei valori istituzionali che i brigatisti volevano sovvertire".


E comunque in una saletta affollata uno degli organizzatori aveva spiegato che l'invito per il 16 marzo era soltanto una coincidenza: "Ma abbiamo pensato di non tirarci comunque indietro", aggiungendo che non si sarebbe parlato di via Fani. Così non è stato, non c'è stato un minimo contradditorio, nessuno che dalla platea abbia sollevato obiezioni alle parole dell'ex-terrorista che ha argomentato  di una "decontestualizzazione di quella mattina" di 40 anni fa e di una "guerriglia comunista condotta contro le principali forze politiche che avevano fatto blocco". Di via Fani si è parlato, eccome. Ma alle parole dell'ex-compagna di Mario Moretti (con cui ha condiviso anche la "gestione" della prigionia di Moro nel covo di via Gradoli) nessuno ha sollevato una qualsiasi obiezione.

Dura, invece, la reazione dell'Associazione vittime del terrorismo, il cui presidente Roberto Della Rocca, fu gambizzato dalle Br nel 1980 a Genova: "La vittima non è mestiere ma una calamità che capita a persone e familiari. E dura tutta la vita, perché le ferite morali non si rimarginano - ha detto Della Rocca - questi signori se hanno da dire qualcosa si presentino davanti ai giudici e diano brandelli di verità, anche se la giustizia noi non la possiamo ormai più pretendere". Della Rocca continua: "Ci farebbe piacere che invece che esporsi cercassero di farsi dimenticare". Sulla stessa linea Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell'Associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili: "Quello delle vittime non è un mestiere, lo è invece quello di chi ha fatto parte di gruppi terroristici eversivi e oggi cerca di imporsi alle nuove generazioni con 'insegnamenti'".

7 marzo 2018

A margine della presentazione del suo libro "Un atomo di verità, la morte di Aldo Moro e la fine della politica in Italia" al festival letterario di Roma "Libri come", il direttore dell'Espresso Marco Damilano commenta le parole dell'ex brigatista Barbara Balzerani. "Non credo che vada riconosciuta dignità a queste persone che hanno utilizzato il 16 marzo per celebrare una loro festa - afferma Damilano -. Chi in questi 40 anni non è riuscito a trovare il modo per dire tutta la verità sul sequestro Moro ha un atteggiamento mafioso. Hanno disgregato il tessuto sociale del Paese e continuano a non dire la verità"

(di Francesco Giovannetti)

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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