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Modena, scritte contro Marco Biagi nell'anniversario dell'omicidio. Il figlio Lorenzo: "Disgusto per la frase di Balzerani"
Lunedì 19 Marzo 2018 15:16
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Il giuslavorista Marco Biagi, ucciso a Bologna il 19 marzo 2002 

BOLOGNA - "1000 Biagi". E ancora: "Marco Biagi non pedala più". "Onore a Marco Galesi". Scritte infamanti, che inneggiano a uno dei brigatisti condannati per l'omicidio, nel giorno del ricordo del giuslavorista ucciso il 19 marzo del 2002 dalle Nuove Brigate Rosse a Bologna, in via Valdonica. Sono apparse sui muri dell'Università di Modena, e le foto girano adesso sui social network. "Queste le scritte oggi sui muri della facoltà di Economia a Modena. Questa la ragione del perché ricordare Marco Biagi. Non uno stanco rituale ma una battaglia di verità. Una morte assurda e ingiusta, maturata in un clima di odio e intolleranza che purtroppo non è scomparso", ha scritto su Twitter il giuslavorista Michele Tiraboschi, suo assistente quando Biagi insegnava, che ha mostrato le foto con le frasi.

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Lorenzo Biagi, il figlio del professore, parlando a margine della cerimonia a Bologna in piazzetta Biagi, commenta la frase dell'ex Br Barbara Balzerani, che aveva detto che quello della vittima era diventato "un mestiere": "Provo un grande disgusto nei confronti di questa frase anche perché offende noi vittime e tutte le persone che hanno sofferto. Io, ad esempio, come figlio di Marco Biagi e come vittima penso che ci dovrebbe essere più rispetto nei confronti di noi vittime perché una farse del genere credo che sia completamente irrispettosa nei nostri confronti. Il monopolio della parola non lo vogliamo avere noi vittime, ma non lo dovrebbero avere di certo loro che sono solamente degli assassini e dovrebbero tacere e basta". E aggiunge: "Essendo una persona molto credente, non provo odio nei confronti di nessuno e neanche nei confronti degli assassini di mio padre però ovviamente non li perdono neanche perché mio padre non l'ho più e questo rimarrà così per sempre".


Il figlio del professore è tornato anche sul tema della mancata scorta: "Lo Stato ha abbandonato mio padre. Mio padre aveva una scorta fino a pochi mesi prima di essere ucciso, fino al novembre del 2001. Per cui penso che il fatto che gli sia stata tolta senza motivo o comunque con una grande sottovalutazione del pericolo sia una cosa molto grave. Spero - ha aggiunto Lorenzo a margine del ricordo del padre a pochi metri dal luogo dell'omicida - che questo non capiti più ad altre persone o altre figure come lui".

 
Scritto da Quotidiano La Repubblica   
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