L'INTELLIGHENZIA DEL SUD CONTRO L'AUTONOMIA DEL VENETO SBAGLIA BERSAGLIO
Sul Mattino di Napoli si ripetono da settimane interventi delle élite meridionali per allarmare i cittadini del Sud, come questo del 2 dicembre scorso del prof. Gianfranco Viesti: http://www.ow7.rassegnestampa.it/Cavalieridellavoro/PDF/2018/2018-12-02/2018120240706588.pdf. Sono mesi che Viesti sostiene che l'autonomia del Veneto "è una vera e propria secessione dei ricchi" e che con la sua attuazione "i principi costituzionali di uguaglianza possono essere, a breve, stravolti", promuovendo anche una petizione contro il riconoscimento dell'autonomia differenziata alla nostra Regione (https://www.change.org/p/gianfranco-viesti-no-alla-secessione-dei-ricchi). Forse il prof. Viesti confonde il Veneto con una delle Regioni a statuto speciale confinanti. Ecco allora qualche dato di realtà.
Il primato drammatico del numero di suicidi in Veneto a causa della crisi economica dal 2012 ad oggi, che lo vede precedere in classifica la stessa Campania, conferma che la ricchezza dei Veneti non è quella derivante dalle grandi imprese pubbliche, assicurative e della finanza, ma quella prodotta da tantissimi piccoli e medi imprenditori, artigiani e lavoratori autonomi, che devono reggere alla sfida della competitività nonostante un fisco e una burocrazia oppressivi. Anche l’incidenza della povertà relativa delle famiglie, passata tra il 2007 e il 2017, in Veneto, per gli effetti della crisi, da un quarto a metà di quella nazionale (dal 2,5% al 6,1%), risulta nell’ultimo anno anche se di poco più elevata di quella registrata al Nord (5,9%). Certo, si tratta di un dato molto inferiore a quello delle regioni del Sud, ma conferma l'aumento dell'impoverimento relativo delle famiglie venete, colpite da ultimo anche dal fallimento delle due banche popolari.
Quanto alla violazione del principio di uguaglianza, i numeri della Ragioneria dello Stato dicono che a dolersene dovrebbero essere proprio i Veneti. Anche dall'ultimo Report sulla Spesa pubblica regionalizzata risulta infatti che la spesa finale statale per abitante nel 2016 è stata di euro 2.802 in Veneto contro i 3.737 euro in Campania. In particolare la spesa per abitante in istruzione scolastica è stata di 636 euro in Campania, contro i 477 euro in Veneto. Il che conferma che la spesa statale attuale è molto variabile fra le diverse regioni ed è più alta proprio dove si produce meno ricchezza e i servizi sono peggiori. Il che significa che la redistribuzione statale delle risorse fiscali include sprechi, inefficienze e clientele che non favoriscono i cittadini del Sud mentre stanno impoverendo i cittadini di alcune regioni del Nord.
C'è da stupirsi che i Veneti chiedano di cambiare questo sistema? No, c'è da stupirsi che certa intellighenzia del Sud lo difenda.
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