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Home Notizie Basta con le falsità sul caso Battisti,il Dott. Spataro risponde alla giornalista di Le Monde
Basta con le falsità sul caso Battisti,il Dott. Spataro risponde alla giornalista di Le Monde
Lunedì 14 Gennaio 2019 07:48
 

spataro

                                                                                                                      Armando dott. Spataro

                                                                                   Torregiani_e_Arpaia.jpg

                                                                                                                                (Torreggiani e Arpaia)

Testo italiano dell'articolo pubblicato sul sito di Le Monde il 17, per l'edizione del 18.02.11

(in giallo le parti non presenti nel testo pubblicato)

Basta con le falsità sul caso Battisti

Voltaire sosteneva che la libertà di espressione va tutelata, specialmente quella di chi non la pensa come noi. Io sono naturalmente d'accordo, ma le offese e le falsità sono una cosa diversa .

Gli amici dell'assassino Cesare Battisti possono continuare ad aiutarlo fino all'eternità, anche con presunzione o leggerezza, ma non hanno il diritto di diffondere falsità sul suo caso e di offendere la giustizia italiana che ha pagato con il sangue la difesa della democrazia negli anni di piombo. Ho letto su Le Monde del 27 gennaio scorso l'articolo di Fred Vargas e da pubblico ministero che si occupò delle fasi iniziali del caso Battisti, chiedo ospitalità per ristabilire la verità così profondamente manipolata.

 

1) Battisti non è un estremista perseguitato in Italia per le sue idee politiche, ma un criminale comune che si è politicizzato in carcere, commettendo poi rapine, ferimenti ed omicidi. Egli venne arrestato nel giugno 1979 in una base terroristica di Milano, piena di mitra, pistole, fucili e documenti falsi: la prima condanna che subì riguardava solo il reato di banda armata nonchè il possesso delle armi di cui fu trovato in possesso, ma fu aperta subito (non nel 1982) anche l'indagine per gli omicidi ed i ferimenti commessi dai Proletari Armati per il Comunismo (PAC).

2) Battisti, uno dei capi dei PAC (sebbene madame Vargas lo neghi), è stato poi condannato all'ergastolo per molti gravi reati, tra cui anche 4 omicidi: in due di essi, omicidi del maresciallo Santoro (Udine,6.6.1978) e del poliziotto A. Campagna (Milano,19.4.1979), egli sparò materialmente alle vittime; in un terzo (L.Sabbadin, macellaio, ucciso a Mestre il 16.2.1979) svolse il ruolo di "palo" in aiuto dei killer; per il quarto (P.Torregiani, Milano,16.2.1979) partecipò alla decisione ed organizzazione del fatto. Il gioielliere e il macellaio furono "giustiziati" per ritorsione (avendo reagito con le armi a rapine che essi avevano subito), i due poliziotti solo perchè facevano il loro dovere.

3) Battisti non è mai stato accusato di essere autore materiale dell'omicidio Torregiani: egli lo decise insieme agli altri capi dei P.A.C. ma partecipò materialmente al contemporaneo omicidio Sabbadin, commesso vicino Venezia e rivendicato insieme all'altro. Dunque, a che fine la Vargas continua ad affermare che chi sparò a Torregiani era fisicamente diverso da Battisti?

4) E' assolutamente ridicolo e falso che siano stati accertati, nel caso Battisti, casi di tortura. Subito dopo l'omicidio del gioielliere Pierluigi Torregiani, fu individuato uno degli autori del fatto. Due suoi parenti ed alcuni degli arrestati resero dichiarazioni fondamentali a carico degli assassini che, però, cercarono di ritirare due giorni dopo, affermando che erano state loro estorte con torture. I giudici che si occuparono del caso accertarono facilmente che quelle denunce erano false e strumentali.

5) Battisti non è stato condannato solo per le accuse del pentito Mutti. Ma anche grazie a molte testimonianze ed alle successive collaborazioni di altri ex terroristi. Nella base dove fu arrestato nel '79, si trovarono anche i documenti di rivendicazione degli omicidi. La verità, dunque, sta scritta nelle sentenze. Ma madame Vargas evidentemente rifiuta di leggerne le centinaia di pagine di motivazione. Ed evita di citare nel suo articolo anche le interviste rilasciate in questi giorni da un altro capo dei P.A.C., Arrigo Cavallina, un dissociato e non certo un pentito, che ha duramente criticato l'"omertà" di Battisti e confermato le accuse a suo carico.

6) Non è vero che a Battisti sia stata negata la possibilità di difendersi in quanto assente durante i processi: fu lui a sottrarsi alla giustizia evadendo nel 1981 dal carcere dove era detenuto. Per questa ragione nel 2006, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo di Strasburgo ha respinto il ricorso di Battisti contro la concessione dell'estradizione da parte della Francia, giudicandolo «manifestamente infondato» ed affermando che in tutti i processi subiti – della cui esistenza era ben consapevole - egli era stato sempre difeso dai suoi avvocati di fiducia: li aveva formalmente nominati con tre distinte lettere inviate alle Corti italiane. Lettere autentiche e non false come sostiene madame Vargas. La invito a leggere la sentenza della Corte di Strasburgo: è scritta in francese! O pensa che anche quella Corte perseguiti Battisti per ordine dei magistrati torturatori italiani?

7) Madame Vargas afferma poi che i due avvocati di Battisti – di cui non fa i nomi - furono arrestati e sembra voler far credere che ciò sia avvenuto per danneggiare Battisti! Posso solo affermare che vari avvocati sono stati arrestati e processati in Italia per terrorismo e mafia, ma solo perché, tradendo il loro nobile mandato, avevano agito per favorire l'attività di associazioni terroristiche o mafiose. Anche questo è spiegato in molte sentenze.

8) E' falso che l'Italia ed il suo sistema giudiziario non siano stati in grado di garantire i diritti delle persone accusate di terrorismo negli "anni di piombo". E' un'affermazione – sia ben chiaro – che non ferisce me (accusato dall'assassino Battisti e dalla sua amica madame Vargas, di essere un Torquemada), ma l'intera magistratura italiana. Sono dieci i magistrati e tanti gli uomini delle istituzioni ed i poliziotti che sono stati vilmente uccisi, da persone come Battisti, solo perché, codice in mano, applicavano la legge. L'Italia non ha conosciuto derive antidemocratiche nella lotta al terrorismo. Lo ricordò in quegli anni anche il nostro Presidente della Repubblica Sandro Pertini, socialista, affermando che l'Italia poteva vantare di avere fermato il terrorismo nelle aule di giustizia anziché "negli stadi". Suggerisco dunque alla scrittrice di gialli ed archeologa Fred Vargas di approfondire le sue ricerche, a partire dagli studi di accademici francesi come Marc Lazar e Marie-Anne Matard-Bonucci, che quegli anni ben conoscono.

Barbara Spinelli, una grande giornalista italiana, in un articolo del marzo 2004, contestò ai sostenitori francesi di Battisti, uno degli assassini più spietati e determinati che il terrorismo italiano abbia mai conosciuto, la loro «ignoran¬za molto speciale... perentoria... militante», aggiungendo: «La verità è che l'Italia degli anni di piom¬bo, voi la conoscete attraverso gli occhi di chi, riparato in Francia, vi ha venduto una sua storia falsa con la stessa tecnica con cui i magliari vendevano merce difettosa negli Anni Cinquanta».

Inutile chiedere autocritica a madame Vargas, ma che almeno i lettori francesi conoscano la verità

Armando Spataro

Sost. Procuratore della Repubblica di Milano, Coordinatore del Dipartimento antiterrorismo

Assez de falsifications sur l'affaire Battisti

Voltaire soutenait que la liberté d'expression doit être protégée , principalement celle de ceux qui ne pensent pas comme nous. Je suis évidemment d'accord avec lui , mais les offenses et les mensonges sont une autre paire de manche.

Les amis de l'assassin Cesare Battisti peuvent continuer à l'aider pour l'éternité, même avec présomption et légèreté, mais ils n'ont pas le droit de répandre des mensonges sur son cas, et d'offenser la justice italienne qui a payé par le sang la défense de la démocratie lors des "années de plomb". J'ai lu sur le Monde du 27 janvier l'article de Fred Vargas et en tant que Ministère public qui s'est occupé des phases initiales du cas Battisti, je demande l'hospitalité pour rétablir une vérité profondément manipulée.

1. Battisti n'est pas un extrémiste persécuté en Italie pour ses idées politiques, mais un criminel de droit commun qui s'est politisé en prison, devenant responsable par la suite de hold ups, coups et blessures, et assassinats. Il a été arrêté en Juin 1979 dans une base terroriste à Milan, pleine de mitraillettes, de pistolets , de fusils et de faux documents : la première condamnation qu'il a subie concernait seulement le délit de "bande armée" et de possession d'armes, mais une enquête fut ouverte tout de suite (et pas en 1982) pour les homicides et les coups et blessures commis par les Prolétaires armés pour le communisme (PAC).

2. Battisti , un des chefs des PAC(même si Madame Vargas le nie), a été ensuite condamné à la perpétuité pour de nombreux crimes graves , parmi lesquels 4 homicides : pour deux d'entre eux , l'homicide du maréchal Santoro (à Udine le 6/6/1978) et du policier A.Campagna (à Milan le 19/4/1979), il tira matériellement sur les victimes ; pour un troisième (L.Sabbadin, un boucher tué à Mestre le 16/2/1979) , il fit le guet pour aider les tueurs ; pour le quatrième (P.Torregiani, à Milan toujours le 16/2/1979) il participa à l'organisation de l'assassinat. Le boucher et le bijoutier furent "justiciés" par rétorsion (parce qu'ils avaient réagi avec leurs armes aux hold ups qu'ils avaient subis), les deux policiers, seulement parce qu'ils faisaient leur devoir.

3. Battisti n'a jamais été accusé d'être l'auteur matériel de l'homicide Torregiani : il l'a programmé avec les autres chefs des PAC, mais il a en revanche participé à l'homicide Sabbadin , qui s'est déroulé en même temps que l'homicide Torregiani et a été revendiqué avec un seul et même communiqué. On ne comprend pas dans ce cas pourquoi Madame Vargas continue d'affirmer que le tueur de l'homicide Torregiani était physiquement différent de Battisti , puisque personne ne soutient que Battisti était présent ce jour là...

4. Il est absolument ridicule et faux de soutenir qu'il y ait eu des cas de torture au cours de l'affaire Battisti. Tout de suite après l'homicide du joaillier Pierluigi Torregiani, un des auteurs a été découvert. Deux de ses parents et un certain nombre de personnes arrêtées ont fait des déclarations fondamentales à la charge des assassins mais ont rétracté deux jours après, en soutenant qu'elles leur avaient été extorquées par la torture. Les magistrats qui s'occupèrent du cas – ce ne fut pas moi - établirent facilement que ces dénonciations étaient fausses et instrumentaires.

5. Battisti n'a pas été condamné seulement à cause des accusations du "repenti" Mutti: mais aussi grâce à de nombreux témoignages et aux collaborations successives d'autres ex terroristes. Dans la base où Battisti fut arrêté en 1979, on a d'ailleurs trouvé des documents de revendication de ces homicides. La vérité est donc écrite dans les sentences. Mais Madame Vargas, évidemment, refuse d'en lire les centaines de pages de motivations. Et elle évite de citer dans son article les interviews de ces derniers jours d'un autre chef des PAC, Arrigo Cavallina, un "dissocié", pas un "repenti", qui a durement critiqué l"omertà" , le silence, de Battisti et confirmé les accusations à sa charge.

6. Ce n'est pas vrai que Battisti s'est vu nier la possibilité de se défendre du fait qu'il était absent de ses procès : c'est lui qui s'est soustrait à la justice, en s'évadant en 1981 de la prison où il était détenu. C'est pourquoi la Cour européenne des Droits de l'Homme de Strasbourg a repoussé en 2006 le recours de Battisti contre la décision de la France de l'extrader , en le jugeant "manifestement infondé" et en affirmant que dans tous les procès qu'il a subis – et desquels il était parfaitement informé – il a toujours été défendu par ses avocats de confiance : il les avait formellement nommés avec trois lettres envoyées aux Cours italiennes. Des lettres authentiques et non fausses comme le soutient Madame Vargas. Je l'invite à lire la sentence de la Cour de Strasbourg : elle est écrite en français! Ou bien pense t'elle que même cette Cour persécute Battisti sur ordre des magistrats tortureurs italiens ?

7. Madame Vargas affirme ensuite que les deux avocats de Battisti – desquels elle ne donne pas le nom – furent arrêtés ,et elle semble vouloir faire croire que cela s'est produit pour nuire à Battisti! Je peux affirmer que de nombreux avocats ont été arrêtés et ont subi des procès en Italie pour terrorisme et pour mafia, mais seulement parce que, trahissant leur noble mandat, ils avaient agi pour favoriser l'activité d'organisations terroristes ou mafieuses : cela aussi est expliqué dans de nombreuses sentences.

8. Il est faux de soutenir que l'Italie et son système judiciaire ne furent pas en mesure de garantir les droits des personnes accusées de terrorisme durant les "années de plomb". C'est une affirmation qui ne me touche pas personnellement (même si je suis accusé par Battisti et son amie Madame Vargas d'être un Torquemada ) – que cela soit bien clair - , mais blesse toute la magistrature italienne. Dix magistrats ,de nombreux hommes des institutions et de nombreux policiers ont été assassinés par des gens comme Battisti, seulement parce que , le code à la main, ils appliquaient la loi. L'Italie n'a pas connu de dérives antidémocratiques pendant la lutte anti-terroriste. Même notre Président de la République Sandro Pertini , socialiste, l'a rappelé à l'époque, soutenant que l'Italie pouvait se vanter d'avoir battu le terrorisme dans les salles des tribunaux plutôt que dans les "stades". Je suggère donc à l'écrivain auteur de polars et archéologue Fred Vargas d'approfondir ses recherches à partir des études de professeurs français comme Marc Lazar et Marie Anne Matard-Bonucci, qui ont écrit sur ces années là.

Barbara Spinelli, une grande journaliste italienne , dans un article de Mars 2004, contesta aux fans français de Battisti , un des assassins les plus impitoyables et décidés que le terrorisme italien ait connus, leur "ignorance très spéciale...péremptoire...militante", ajoutant :"La vérité est que l'Italie des années de plomb , vous la connaissez à travers les yeux de ceux qui, réfugiés en France, vous ont vendu une histoire fausse avec la même technique qu'utilisaient les camelots pour vendre de la marchandise frelatée dans les années Cinquante".

Inutile de demander une autocritique à Madame Vargas, mais qu'au moins les lecteurs français connaissent la vérité"

Armando Spataro, Substitut au Procureur de la République de Milan, coordinateur du Département Antiterrorisme

Scritto da Armando Spataro Sost. Procuratore della Repubblica di Milano 

VAURO-VIGNETTA-SU-ERGASTOLO.jpg

Mai dire mai: ergastolo per nessuno

“La giustizia non è fatta dal “… ti punisco”, è fatta dal “ti riporto insieme con noi…”. (Agnese Moro)

Premetto che non c'è prezzo, né pena, e mai ce ne potrà essere, che possa ripagare i parenti delle vittime di un reato, non a caso alcuni filosofi dicono che la migliore vendetta è il perdono. Sono fortemente convinto che uno dei maggiori valori dell'umanità sia il perdono.

Infatti, che soddisfazione potrà mia avere una persona a cui hanno ucciso il padre in una rapina, sapere che il suo assassino deve stare chiuso in una cella 20, 30 anni o per sempre?

Questa non è giustizia, è solo vendetta e la vendetta lascia solo uno strano sapore amaro in bocca.

E questo lo dico per esperienza.

La migliore vendetta per un figlio a cui hanno ucciso il padre sarebbe pretendere che la società o lo Stato cambi, migliori ed inserisca nella società, la persona che ha sbagliato.

Sì, è vero, la mia è utopia, ma l'utopia è il motore del mondo. Cent'anni fa andare sulla luna era un'utopia, io ora sono convinto che il carcere non sia necessario: il carcere non è la medicina, il carcere è il male e pure il carcere migliore è sempre un luogo di ingiustizia e sofferenza.

È improbabile che le persone diventino buone chiuse in una gabbia.

La certezza della pena potrebbe essere anche di fare scontare la pena fuori dal carcere.

La società non è più tutelata se si mettono fuori le persone a fine pena, perché il carcere, nella maggioranza dei casi, crea dei mostri o degli emarginati.

Una società è giusta se, prima di pretendere che non ci siano reati, pretende che non ci siano luoghi di sofferenza e d'ingiustizia.

Io credo che l'inferno non sia un luogo giusto, né di qua, né nell'aldilà, per questo penso che Dio all’inferno non ci mandi nessuno.

Penso che se qualcuno desidera che una persona stia dentro tutta la vita il suo desiderio di giustizia si trasforma in vendetta.

La pena per essere giusta deve pensare al futuro e non al passato, l'ergastolo invece guarda sempre indietro e mai avanti. La pena per essere capita, compresa ed accettata deve avere una fine, una pena che non finisce mai non può essere capita, compresa ed accettata. Credo che neppure Abele avrebbe voluto l'ergastolo per Caino, altrimenti Abele sarebbe diventato come Caino, come sta accadendo in questo periodo, che i “buoni” stanno diventando peggio dei cattivi e la cosa più brutta è che lo stanno diventando in nome della giustizia.

Carmelo Musumeci

Gennaio 2019

 

 

 

 

 

Scritto da Procuratore Capo della Procura di Torino   
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