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“ZARE' ’” A RICORDO DEL TERRORISTA WALTER PEZZOLI
Sabato 02 Febbraio 2019 16:42

 

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ALLA GENTILISSIMA SARA SANTAGOSTINO PRETINO,

SINDACA DI SETTIMO MILANESE

ci fu un dibattito che la contemplava tra le opzioni possibili. Molti (la stragrande maggioranza)pur capendo la rabbia di quei giorni, la rifiutarono nettamente ,altri ne furono sfiorati, altri ancora ne furono inghiottiti. Di questi una parte oggi è pentita e dissociata, pochissimi sono gli irriducibili, ma non pochi ancora la difendono a volte con convinzione, a volte come si fa con gli errori di gioventù. Ma, dal momemento che procurò inutilmente centinaia di morti, dolori immensi e fu rovinosamente sconfitta, la condanna non può che essere ribadita. Gentilissima sindaca e se avessero vinto cosa avrebbero cambiato, quali libertà ci avrebbero concesso? In pochissimi giorni abbiamo assistito al rimpatrio dello sbeffeggiatore Cesare Battisti, alla commemorazione di Guido Rossa,l'uomo che si oppose alle Br e cambiò il futuro dell'Italia. Alla commemorazione del Magistrato d'Italia Emilio Alessandrini che stava indagando i responsabili della strage di Piazza Fontana e del crac Ambrosiano.Lo Stato democratico li ha processati e condannati, oggi sono quasi tutti liberi, ma non possono riaprirci le piaghe che la loro follia ha inferto al Paese e ai familiari delle Vittime. Il nostro è un Paese cattolico, un velo pietoso è stato steso su quegli anni sciagurati, in tanti hanno perdonato. Carissima sindaca, siamo in una situazione politica ed economica delicatissima, il Sud del paese è quasi alla fame, non ci sono fondi per la sanità e la scuola. Ancora una volta la politica ha perso il polso della realtà che stiamo vivendo.

Metà Italia vive grazie alla pensione dei nonni, il Reddito di cittadinanza lo versiamo noi ogni mese, per permettere a figli e nipoti di curarsi meglio e affrontare le spese indispensabili.

( ARPAIA MARIO)

“ZARE’” A RICORDO DEL TERRORISTA WALTER PEZZOLI

 

ALLA GENTILISSIMA SARA SANTAGOSTINO PRETINO SINDACO DI SETTIMO MILANESE

IL COMUNE DI SETTIMO MILANESE ESALTA E LEGITTIMA GLI ANNI DI PIOMBO CON LA PRESENTAZIONE, IN DATA 23 FEBBRAIO, DI UN LIBRO “ZARE’” A RICORDO DEL TERRORISTA WALTER PEZZOLI

Non è bastato lo sconcertante episodio del Sindaco di Orsara di Puglia, in rappresentanza delle istituzioni, a programmare una cerimonia per il fondatore delle brigate rosse Renato Curcio per consegnare una pergamena a ricordo dello zio Armando un giovane, morto da partigiano per la liberazione d’Italia.

Per fortuna tale evento fu annullato a seguito delle polemiche suscitate dai familiari delle vittime e dalle forze democratiche che hanno protestato per l’offesa alle vittime del terrorismo e agli eroi della quotidianità della democrazia in Italia.

In questo sciagurato solco istituzionale di riconoscimento e di legittimazione degli “anni di piombo” si pone anche il Comune di Settimo Milanese, che ha concesso il patrocinio alla presentazione di un libro dal titolo “Zarè”, dedicato all’ex terrorista Walter Pezzoli militante delle brigate rosse della colonna Alasia e dalla quale è nata

In Milano la colonna terroristica Walter Pezzoli.

La presentazione del libro scritto da Cataldo Russo avverrà il prossimo 23 Febbraio.

Come si ricorderà Walter Pezzoli di 23 anni e Roberto Serafini di 26 furono due ex brigatisti rossi uccisi in un conflitto a fuoco con i carabinieri in via Varesina o’11 Dicembre 1980, a qualche centinaio di metri dalla sez. Dc di via Mottarone, oggetto di un vile e sanguinoso attentato terroristico Milano il 1° Aprile 1980.

Walter Pezzoli era già stato processato ed assolto dal Tribunale di Genova, per insufficienza di prove, per appartenenza alle brigate rosse delle quali era uno dei più fanatici e spietato militante della lotta armata.

Non ho mai negato ai terroristi e ai loro accoliti compagni di merenda la narrazione della loro testimonianza di vita e della storia personale assassina e rivoluzionaria, ma ho sempre contesto fermamente che siano le istituzioni ad offrire un palcoscenico ai terroristi per osannare all’eversione armata seminatrice di odio contro la democrazia e le liberta costituzionali che i terroristi volevano affossare e di cui ne godono i benefici,

E’ inconcepibile che le istituzioni, si pubblicizzano con l’esaltazione e la legittimazione storica degli anni di piombo, dando il patrocinio ad eventi che hanno come protagonisti gli ex terroristi e che suonano offesa al sacrificio di vittime innocenti.

Nel caso specifico dei terroristi Walter Pezzoli e Roberto Serafini esiste anche il sospetto che facessero parte del commando delle brigate tosse che il 1°Aprile di 38 anni fa, fecero irruzione nella sezione DC di via Mottarone ove gambizzarono quattro esponenti democristiani: Nadir Tedeschi, Emilio De Buono, Eros Robbiani e il sottoscritto Antonio Iosa” .

Sono quasi 39 anni trascorsi dal vile agguato terroristico e dal mese di gennaio sono ripiombato a vivere su di una sedie a rotelle dopo una rovinosa caduta che ha aggravato la mia invalidità permanente con il triste presentimento di dovere finire i miei giorni di vita inchiodato su di una sedie a rotelle. Ora mi tocca credere nella speranza di futura ripresa,anche se ho 86 anni.

A nome dei familiari delle vittime del terrorismo e dei migliaia di feriti degli anni di piombo, soprattutto di quelli di Milano e della Lombardia

Chiedo al Sindaco di Settimo Milanese

- di negare il Patrocinio alla presentazione del libro sull’ex terrorista descritto come un “santino” frequentatore dell’oratorio, amante del calcio e della montagna e giovane che divenne terrorista per nobili ideali di lotta armata per migliorare la società-

Signor Sindaco voglia onorevolmente impegnarsi a ricordare le due vittime del terrorismo: Lino Ghedini, un agente di polizia della statale ucciso in territorio di Settimo Milanese dai terroristi di Prima linea il 19/02/ 1977.

Considerato che la sede del Municipio si trova in Piazza degli Eroi

Chiedo

- al Comune di Settimo abbia a ricordare un eroe della quotidianità nel compiere il suo dovere di Vigilante all’ex Alfa Romeo del cittadino di Settimo Milanese Antonio Frasca ch’è stato barbaramente trucidato dalle brigate rosse e ch’o una delle vittime più dimenticate della “Notte della Repubblica”!

Che tristezza vedere un Sindaco che ricorda gli ex terroristi e dimentica una vittima innocente caduta sotto il piombo dell’odio politico delle brigate rosse.

Antonio Iosa

Ferito dalle brigate rosse il 1° Aprile 1980

COMMENTO DELL'EPOCA DI UGO MARIA TASSINARI

11 dicembre 1980: i carabinieri uccidono i brigatisti milanesi Serafini e Pezzoli

Due compagni appartenenti alla nostra organizzazione, militanti nella colonna Walter Alasia “Luca” sono caduti sotto il piombo dei carabinieri. La storia e la militanza di Roberto Serafini e Walter Pezzoli sono simili a quelle dei molti comunisti. Hanno dato la vita per combattere questa società basata sul massimo profitto, che costringe milioni di proletari al supersfruttamento e a condizioni di vita sempre più miserabili, per costruire la società comunista. I compagni provenivano da esperienze diverse da quelle che hanno formato una grossa parte della nostra Organizzazione.

Proprio per questo, per onorare la loro memoria, riteniamo ancora più importante il loro contributo al movimento rivoluzionario. Perché sono riusciti a passare – attraverso una profonda autocritica pratica e teorica – da esperienze di gruppo, soggettiviste e militariste, al lavoro con noi. In un progetto e un programma rivoluzionario che ha la sua sola base di verifica nel lavoro di massa. Sono stati preziosi perché hanno messo a disposizione la loro grossa esperienza al lavoro politico-militare portato avanti dalle avanguardie di fabbrica.

Così il 12 dicembre 1980 un volantino della Brigate rosse – Colonna Walter Alasia. La colonna milanese era appena uscita dall’organizzazione e aveva cominciato ad operare da novembre 1980 con due omicidi di dirigenti di fabbrica . La dinamica della morte è ricostruita da Cecco Bellosi, un altro dirigente della colonna proveniente dall’esperienza dell’Autonomia armata:

Un agguato in piena regola

Rocco Ricciardi, lasciato libero, ha dato le indicazioni per fare arrestare Roberto Serafini. I carabinieri lo crivellarono di colpi in strada, assieme a un suo compagno, Walter Pezzoli.
Si legge nel libro-verità “Clandestina”, a proposito di Roberto:
«Eppure neanche quell’avvisaglia lo salvò anni dopo da una morte atroce, ancor più dilaniante perché avvenuta proprio per responsabilità di quella stessa persona  che tanto tempo prima, in una sera di brume, di laghi e di mal di pancia, a costo di forzare mille posti di blocco lo avrebbe portato sano e salvo fino all’altra parte del mondo».
Sostiene invece Spataro che i carabinieri non erano appostati in via Varesina per uccidere Roberto Serafini e Walter Pezzoli, che si trovava con lui. Dovevano arrestare un dirigente della colonna Walter Alasia, operaio dell’Alfa Romeo, entrato in clandestinità.

Roberto Serafini e Walter Pezzoli sono stati ammazzati come cani da decine di colpi: non un solo colpo, invece, risulta sparato dall’altra parte. Quel che si dice, in gergo, un agguato in piena regola. E il termine “ammazzati come cani” non è gergale. Quella sera dell’11 dicembre 1980, sotto la gragnuola di colpi, fu ucciso anche un cane. Ridotto in un tale stato che i giornali del giorno dopo non riuscirono a stabilire se si trattasse di un dobermann o di un pastore tedesco. Forse è inutile aggiungere che il dirigente operaio della colonna Walter Alasia fu arrestato un anno dopo. Su un pullman dell’Autostradale tra Torino e Milano, senza colpo ferire. Il problema era che quel Rocco Ricciardi aveva detto ai suoi padroni che Roberto era un buon tiratore. Tanto era bastato per quella mattanza.

PS: Rocco Ricciardi è l’infiltrato dei carabinieri nelle Formazioni comuniste combattenti. Permise – a detta del generale Dalla Chiesa – di smantellare la Brigata 28 marzo responsabile dell’omicidio Tobagi.

Sono nato a Napoli nel 1956 e cresciuto a Posillipo. Proseguendo la lunga marcia in direzione sud, mi sono trasferito recentemente da Potenza a San Marco Argentano. Sposato da 37 anni, ho una figlia trentatrenne, un genero, due nipoti. Militante dell’antagonismo sociale negli anni Settanta, ho proseguito il mio impegno sul fronte della solidarietà per i prigionieri degli anni di piombo, partecipando in prima persona alle campagne per la soluzione politica. Le mie posizioni da un marxismo critico di matrice operaista si sono evolute nella direzione di un radicale libertarismo. Col passare degli anni, ho spostato la mia attenzione dalla cronaca alla narrazione, dalla ricostruzione dei fatti ai dispositivi di costruzione delle storie... di Ugo Maria Tassinari

 
 

 

Conoscere il cinema di Pier Paolo Pasolini (parte quarta)

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con il sostegno di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

e Comune di Casarsa della Delizia

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Prende il via il 15 febbraio al Centro Studi Pasolini di Casarsa il quarto ciclo di lezioni e proiezioni “Conoscere il cinema di Pier Paolo Pasolini”, tutto dedicato ad uno dei mondi che più affascinò l’autore: quello della Grecia arcaica, con i suoi miti ancestrali, messi in scena dai grandi tragici Eschilo, Sofocle ed Euripide. Gli appuntamenti in programma sono tre: “Il mito e la tragedia di Edipo” (15 febbraio), “Medea, la strega che amava Accattone” (22 febbraio) e “Appunti per un’Orestiade africana” (1 marzo).


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Quando inizia la nostra storia

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Treviso (TV). L’autore presenta il suo libro Quando inizia la nostra storia presso l’Aula Magna dell’Istituto Fermi. Evento in collaborazione con la Libreria Goldoni e con il festival “Leggere il Presente – Festival della Cultura della Città di Treviso“. Moderano Stefano Stringini e Igor Cannonieri. Ore 20.30.

Federico Rampini

Federico Rampini, corrispondente della «Repubblica» da New York, ha esordito come giornalista nel 1979 scrivendo per «Rinascita». Già vicedirettore del «Sole-24 Ore» e capo della redazione milanese della «Repubblica», editorialista, inviato e corrispondente a Parigi, Bruxelles,


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“Fibrillazione atriale genera fibrillazione atriale”

 

La fibrillazione atriale è l’aritmia più comune nell’uomo. Oggi conosciamo bene la sua natura progressiva e sappiamo che fin dai primi minuti dopo il suo innesco, essa produce una serie di modificazioni a carico dell’atrio, dapprima molecolari (rapidamente reversibili) e col passare del tempo cellulari e tissutali (progressivamente meno reversibili), che facilitano l’innesco e l’automantenimento dell’aritmia stessa. È il concetto di “fibrillazione atriale che genera fibrillazione atriale”, un concetto che oggi diamo per scontato, ma che ha trovato i suoi primi riscontri sperimentali solo negli anni ’90.


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PERCORSI DI RICOMPOSIZIONE TRA VITTIME E RESPONSABILI DELLA LOTTA ARMATA:UNO SGUARDO AL FEMMINILE

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Comunicato stampa dell'apertura e inaugurazione della Casa don Bosco

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Amici carissimi,

buon giorno a tutti.
Oggi è la festa di Don Bosco e vi condivido piena di speranza il comunicato stampa 
del mio carissimo amico sacerdote salesiano, don Maurizio.
Il comunicato è sull'inagurazione della Casa don Bosco di cui vi avevo scritto questa estate.
Ma ora vi lascio al comunicato ...per non trasformare questa email nelle mie emails chilometriche :-)
Maria 
Tutto vince l'Amore
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SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE IN VIA DI DISTRUZIONE CON IL "FEDERALISMO" SELETTIVO, UNA NOTA DI VITTORIO AGNOLETTO

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Per gentile concessione dell’autore rilanciamo la recente newsletter dal blog di Vittorio Agnoletto, da leggere unitamente all’articolo pubblicato su Il Manifesto a firma di Ivan Cavicchi il 26.09.2019 “In morte del Servizio Sanitario Nazionale. Salute. Gli esiti devastanti del regionalismo differenziato chiesto dal Veneto, dalla Lombardia e dall’Emilia Romagna. Cioè dalla Lega e dal Pd”. https://ilmanifesto.it/in-morte-del-servizio-sanitario-nazionale/

questa newsletter contiene:


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28/01 15:00 Crolla una discarica di miniera - Una nuova “Stava” in Brasile

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Buongiorno,

Vi preghiamo di diffondere questa nota per far sapere almeno che gli impianti che crollano al ritmo impressionante di due crolli in media all’anno (69 crolli nei 34 anni successivi al crollo catastrofico della val di Stava) non sono dighe bensì discariche di miniera e che, se qualcosa non cambia nella filosofia aziendale, che considera il rifiuto un costo da minimizzare, e nell’attenzione delle autorità di controllo questa situazione è destinata a peggiorare, giacché il volume degli sterili depositati nelle discariche continuerà ad aumentare.

Per avere un’idea del volume degli sterili depositati nelle discariche di miniera basti sapere che nella sola discarica di Zelastny Most in Polonia sono depositati oggi oltre 600 milioni di metri cubi ed esistono al mondo centinaia, se non migliaia di discariche analoghe.

Vi ringraziamo per la sensibilità che vorrete dimostrare per questo problema e salutiamo con viva cordialità

Graziano Lucchi
Presidente Fondazione Stava 1985 Onlus

Clemente Deflorian

Presidente Associazione 19 luglio val di Stava

Crolla una discarica di miniera
Una nuova “Stava” in Brasile

In Brasile il crollo di una discarica di miniera provoca una catastrofe del tutto analoga, ma molto più grave per proporzioni e perdita di vite


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Il VERO PANE FRESCO

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SENZA ROSSETTO

Mercoledì 30 gennaio 2019

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“L'importanza di quel voto, in quel momento non l'ho capita come la capisco adesso”

SENZA ROSSETTO

un film di
Silvana Profeta
da un progetto di
Emanuela Mazzina e Silvana Profeta
Una produzione REGESTA.EXE in collaborazione con la Fondazione Aamod

La proiezione del film (ore 18:00) sarà preceduta da un dibattito (ore 16:00) dal titolo Le donne e la nascita della Repubblica. Lavorare con le fonti orali: metodologie, pratiche, mestieri, strumenti, usi
Interventi previsti:


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Genova, un libro ricorda Guido Rossa a 40 anni dalla morte, e diventa anche video

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Giovedì 24 gennaio, alla Feltrinelli di Genova, alle 18, verrà presentato il libro edito da Castelvecchi “Uccidete Guido Rossa”, scritto da Donatella Alfonso e Massimo Razzi. Assieme agli autori ne parleranno Sergio Cofferati (europarlamentare) ed Emilio Ricci (avvocato, vicepresidente nazionale Anpi). Conduce Marcello Zinola, giornalista. La presentazione avviene proprio nel giorno in cui, 40 anni fa, Guido Rossa fu ucciso. Il libro “Uccidete Guido Rossa. Vita e morte dell’uomo che si oppose alle Br e cambiò il futuro dell’Italia” vuole essere non solo un ricordo di un eroe civile, ma anche far conoscere una stagione di sangue che fu sconfitta grazie all’impegno comune di tutte le forze democratiche. Il volume, edito da Castelvecchi, fa parte della collana Stato d’eccezione, Pp. 192 – Euro 17.50 Di seguito anche un bellissimo video.

Guido Rossa, operaio e sindacalista all’Italsider di Genova Cornigliano, iscritto al Pci, viene assassinato il mattino del 24 gennaio 1979, mentre sta entrando in auto per recarsi a lavoro. Secondo la colonna genovese delle Brigate Rosse, la sua colpa è stata di aver denunciato, tre mesi prima della sua morte, un compagno di lavoro scoperto a diffondere in fabbrica volantini brigatisti. Da quel momento cominciano la solitudine di Guido e i troppi misteri. Era stato deciso solo un ferimento, ma un uomo del commando è tornato indietro per sparare i due colpi mortali: qualcuno nei vertici delle Br gli ha dato via libera? Nonostante le pesanti condanne, Lorenzo Carpi, l’autista del gruppo, non è mai stato arrestato né rintracciato. Dov’è fuggito? E, soprattutto, è stato aiutato? Da chi? Nel movimento operaio genovese – e non solo – quella morte è uno spartiacque che segna il punto di rottura con il percorso delle Br: si rompe la zona grigia tra gli operai e l’area “silenziosa” che è finora rimasta a guardare gli attacchi ai simboli dell’industria e della politica, Aldo Moro incluso.

Donatella Alfonso

Giornalista, ha lavorato per «Il Lavoro» e «la Repubblica». Tra i suoi libri: Animali di periferia. Le origini del terrorismo tra golpe e resistenza tradita (Castelvecchi, 2012); Fischia il vento. Felice Cascione e il canto dei ribelli (Castelvecchi, 2014); Un’imprevedibile situazione. Arte, vino, ribellione: nasce il Situazionismo (2017); con Nerella Sommariva, La ragazza nella foto. Un amore partigiano (2017). Premio “Memoria e Verità – Franco Giustolisi” 2017.

Massimo Razzi

Giornalista, ha lavorato a «l’Unità», «Corriere Mercantile», «Il Lavoro», «la Repubblica»; è stato tra i costruttori del sito di Repubblica.it e di RE Le Inchieste. Dal 2012 al 2016 è stato direttore di Kataweb. Attualmente è responsabile dell’area web dell’agenzia di stampa «LaPresse». Ha scritto Il re delle «bionde» (1997). Autore e cosceneggiatore della serie televisiva Il Capitano (Rai 2, 2005).

IL VIDEO

https://video.repubblica.it/rubriche/quelli-che-eravamo/guido-rossa-l-operaio-che-

da-solo-denuncio-le-brigate-rosse/324851/325469?fbclid=

IwAR0P23fIb60qGB0ff7eEWduk0uL9SyuqGGCp3RptclsiRj4UNMN33s0-upM


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Scritto da Antonio Iosa   
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