Abbiamo scoperto nei giorni scorsi, durante il processo per la morte di Stefano Cucchi, che a far partire il depistaggio fu un comunicato stampa che scrivemmo insieme a Luigi Manconi. A quasi 10 anni da quel fatto, 10 anni passati al fianco di Ilaria e della sua famiglia in questa lotta per la verità e la giustizia, abbiamo scoperto che furono quelle poche righe a far capire che questo caso non sarebbe rimasto impunito.
Passando ad altri fronti siamo stati a Madrid per seguire il processo contro alcuni dei leader indipendentisti catalani. Siamo parte di un gruppo di osservatori internazionali per un processo che si tiene nel cuore dell'Europa e i cui esiti dovrebbero riguardare tutti noi, soprattutto pensando all’uso massiccio dello strumento penale in una questione eminentemente politica. Continua inoltre la nostra ferma opposizione ad alcuni provvedimenti di questo governo che prova ad alzare la posta con proposte liberticide. L'ultima è quella che riguarda i reati connessi alle droghe, per le quali si vorrebbero prevedere pene altissime, abolendo anche la "lieve entità". Oltre alla nostra ferma risposta è arrivata però anche quella della Corte costituzionale, la quale ha ribadito il principio di proporzionalità. Perché le leggi non si fanno a colpi di populismo.
Buona lettura, Patrizio Gonnella
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Caso Cucchi. Il depistaggio partì dopo un comunicato stampa che inviammo insieme a Luigi Manconi |
"L'attività di depistaggio sulla morte di Stefano Cucchi iniziò il 26 ottobre del 2009 dopo un lancio dell'agenzia Ansa in cui Patrizio Gonnella e Luigi Manconi denunciano pubblicamente che Stefano Cucchi al momento dell'arresto stava bene e che non aveva segni sul volto, visti poi dal padre il giorno dopo nel processo per direttissima".
Secondo il PM fu il comunicato stampa (questo qui) che, quattro giorni dopo la morte di Stefano, scrivemmo insieme a Luigi Manconi - e che l'Ansa riprese - dunque a scatenare il panico tra alcuni appartenenti all'Arma dei Carabinieri. Panico che portò poi alla falsificazione dei documenti su quanto realmente accaduto.
Puntualità, rigore, dovere morale. Come spiega Patrizio Gonnella in questo video, era questo lo spirito con cui scrivemmo il comunicato stampa che poi, secondo il PM del processo Cucchi, mise in moto la macchina della falsificazione dei documenti e dei conseguenti depistaggi.
Uno spirito che mettiamo in tutte le nostre attività e denunce. Quelle ad esempio per Valerio Guerrieri, Stefano Borriello e Alfredo Liotta. Tre persone morte in carcere per le quali ci stiamo battendo, anche a livello processuale, per avere giustizia.
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Stiamo seguendo il processo che a Madrid si sta tenendo contro alcuni dei leader indipendentisti catalani |
In queste settimane a Madrid, presso il Tribunal Supremo, si sta tenendo il processo contro dodici membri del governo e della società civile catalana, alla sbarra con accuse gravissime in merito al referendum per l'indipendenza della Catalogna tenutosi il 1° ottobre 2017.
Insieme ad altri esponenti di associazioni e del mondo accademico lo stiamo seguendo in qualità di osservatori indipendenti. Qualche giorno fa i nostri Patrizio Gonnella e Susanna Marietti sono stati proprio a Madrid dove hanno potuto seguire due udienze.
L'impressione che finora abbiamo potuto riportare è come ci si trovi davanti ad un processo nel quale non si capisce il confine tra la vicenda giuridica e la vicenda politica.
Susanna Marietti ne ha scritto nel suo blog su Il Fatto Quotidiano oltre ad averne parlato su Radio Onda d'Urto.
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Il governo vuole abbassare l'età imputabile a 12 anni |
Dopo aver mandato in galera i poveri, i senzatetto, gli immigrati, tutti i disperati per i quali lo Stato ha scelto di abbandonare le proprie politiche di welfare, adesso il governo vuole mandarci anche i bambini, abbassando l'età imputabile a 12 anni, dagli attuali 14 anni. La Lega ha infatti avanzato una proposta in tal senso che il Movimento 5 Stelle sembrerebbe condividere. Ma punire non è educare come scrive Susanna Marietti.
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La Lega sulle droghe vorrebbe pene draconiane. Ma, indiretta, arriva la risposta della Corte costituzionale |
Nei giorni scorsi il ministro dell'Interno Salvini, sull'onda di un fatto di cronaca, ha annunciato l'intenzione di presentare una proposta di legge sulle droghe che aumenti le pene eliminando al contempo la "lieve entità".
A questa intenzione avevamo risposto (leggi il nostro comunicato) spiegando come sia già di per sé raccapricciante utilizzare episodi tragici di cronaca per promuovere politiche in ambito penale e come lo sia ancor di più quando queste politiche hanno manifestato ampiamente il loro fallimento, penalizzando gli Stati e arricchendo le mafie.
Indirettamente solo pochi giorni dopo ha risposto al ministro anche la Corte costituzionale che, nel dichiarare illegittimo parte dell'articolo 73 del D.P.R. 309/1990, ha ribadito come il faro del sistema penale debba essere il principio di proporzionalità, lontano dunque dall'uso populistico della giustizia. Una pronuncia che abbiamo commentato qui.
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In Palestina per raccontare e trasferire ai funzionari locali le metodologie che utilizziamo nel monitorare le carceri |
Da martedì fino ad oggi una nostra delegazione - insieme a quella del Garante dei diritti dei detenuti e delle persone private della libertà personale - è in Palestina per offrire una tre giorni di formazione rivolta ai funzionari del Ministero della Giustizia Palestinese e ai suoi partner, allo scopo di presentare e trasferire best practices italiane e metodologie utilizzate nel monitoraggio dei diritti umani nei centri di privazione di libertà.
La formazione rientra nell'ambito dei programmi promossi dalla sede di Gerusalemme dell'Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo.
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Il comune di Torino è No taser Approvata la nostra proposta |
Torino è diventata da qualche giorno la seconda città italians dopo Palermo, la prima a guida 5 stelle, a votare contro la dotazione dei taser alla polizia locale.
Lo ha fatto accogliendo la nostra proposta di ordine del giorno. Ci auguriamo che nelle prossime settimane altri comuni si aggiungano, a partire da Milano dove la proposta è stata già presentata.
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Un appello contro la riforma della legittima difesa |
La Camera ha approvato in seconda lettura la proposta di riforma della legittima difesa. Ora la palla passa nuovamente al Senato per l'approvazione definitiva.
Per opporci a questo provvedimento, insieme ad Archivio Disarmo, abbiamo lanciato un appello sottoscritto da giuristi, magistrati, associazioni ed esponenti della società civile.
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Il decreto sicurezza: analisi, problemi e prospettive |
Un incontro di confronto, dialogo e discussione sui risvolti sociali e legali inerenti al Decreto Sicurezza. Se ne parlerà venerdì 22 marzo a Lecce presso lo Studium, dalle ore 16,30, in occasione di una iniziativa organizzata da Antigone Puglia, in collaborazione con l’Università del Salento.
L’incontro è rivolto a sindaci, operatori dei progetti Sprar, operatori sociali, studenti, avvocati.
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Giustizia o vendetta? Se ne parla a Fermignano |
Le ragioni del Garantismo contro le nuove derive giustizialiste e repressive. E' il tema dell'incontro di cui si parlerlà il prossimo 22 marzo a Fermignano (PU) in un incontro che organizzato dalla nostra sede marchigiana insieme all'ANPI locale e a cui parteciperanno Elia De Caro e Dafne Ballerini della nostra associazione insieme all'avvocato Fabio Anselmo e Ilaria Cucchi.
La tavola rotonda sarà condotta da Martina Nasso e Gianpaolo Ornaghi
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