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Jack Nicholson, il ghigno folle dell'antieroe di Hollywood
Lunedì 22 Aprile 2019 07:32

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Da 'Chinatown' a 'Shining' e Joker del primo 'Batman': dopo 50 anni e più di 60 film, nel 2010 l'attore si è ritirato dalle scene. La scoperta a 37 anni di essere figlio di quella che credeva sua sorella segna la vita e la carriera dell'attore, raccontate nel doc 'Dr Jack mister Nicholson' di Emmanuelle Nobécourt, su Sky Arte nel giorno del suo 82esimo compleanno

di RITA CELI

Una persona misteriosa, un sorriso leggendario, una star imprevedibile e impenetrabile dietro gli occhiali scuri. Per tutti è semplicemente Jack ma in oltre 50 anni di carriera, più di 60 film e tre Oscar, Nicholson è l'antieroe di Hollywood, anticonvenzionale e ribelle, un mito del cinema che ha usato lo schermo come una tela dove raccontarsi e rivelare le sue zone d'ombra. La sua leggenda è immutata anche dopo il 2010 quando si è ritirato dalle scene, preferendo condurre il resto della sua vita in privato, nella sua villa a Mulholland Drive. La vita e la carriera dell'attore sono raccontati nel documentario Dr Jack mister Nicholson in onda nel giorno del suo 82esimo compleanno, lunedì 22 aprile, su Sky Arte (canale 120 e 400).

Diretto da Emmanuelle Nobécourt, il film ricostruisce con uno sguardo deciso e originale i frammenti della sua complessa personalità nascosti dietro le facce dei molteplici personaggi che ha interpretato, soffermandosi sui ruoli che hanno fatto di lui il mito. Il documentario ripercorre le varie fasi della carriera con moltissime immagini di repertorio, backstage, estratti di interviste filmate e testimonianze di amici e collaboratori tra cui il biografo Patrick McGilligan, l'amico d'infanzia Jonathan Epaminondas, i registi Roger Corman e Henry Jaglom, Christopher Lloyd e il critico cinematografico Jean-Baptiste Thoret.

'Dr Jack mister Nicholson', clip in anteprima: 'Easy Rider', il ruolo che trasformò la sua carriera

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Brillante studente negli anni trascorsi a Spring Lake, New Jersey, nell'adolescenza Nicholson comincia a maturare un certo atteggiamento insolente e ribelle che lo porta a lasciare tutto e partire da solo a 17 anni per Los Angeles, dove trova lavoro alla Metro Goldwyn Mayer e inizia a studiare recitazione. Nel 1958 il debutto in The cry baby killer, poi l'incontro con Roger Corman, il primo che intravede la singolarità di Jack e gli offre una piccola parte in La piccola bottega degli orrori, dove interpreta il paziente masochista di un dentista mostrando per la prima volta il suo ghigno folle. "Quello che rendeva Jack speciale e diverso dagli altri giovani attori dell'epoca era la sua estrema intelligenza - racconta il regista - era molto acuto, aveva un bizzarro senso dell'umorismo. Si impossessava della sceneggiatura e modellava il personaggio su se stesso". Sono piccoli ruoli che permettono però al giovane Jack di entrare nella Factory di Corman, da cui scaturirà nel giro di pochi anni il nuovo cinema americano. "Eravamo tutti giovani, amici e in un certo senso in competizione tra di noi - prosegue Corman - rappresentavamo una nuova corrente di Hollywood".

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Questa nuova generazione di artisti americani è ispirata dal cinema europeo, ma Nicholson non riesce a trovare la sua strada: nel 1964 firma la sua prima sceneggiatura, poi decide di lasciare la recitazione e sogna di diventare regista ma nel 1969 tutto cambia con Easy Rider, il cult di Dennis Hopper che ha rivoluzionato il cinema americano, in cui interpreta un personaggio fuori controllo, George Hanson, un "perdente" che rappresenta l'emblema di un'intera generazione. Candidato all'Oscar per questo ruolo Nicholson, che all'epoca era considerato solo "il contadino del New Jersey", ottiene le chiavi di Hollywood ed è pronto a diventare una stella.

Gli 80 anni di Jack Nicholson, le scene sono un cult eterno

Rifiuta di lavorare nel Padrino accanto al suo idolo, Marlon Brando: "Ho sempre voluto lavorare con Marlon ma il personaggio che mi avevano proposto sentivo che doveva essere italiano e poi nella sceneggiatura non avevo scene con lui" spiega in un'intervista. Cerca ruoli ai limiti dell'accettabile, una sorta di intima esplorazione da mostrare al pubblico, e inizia a lavorare nel cinema d'autore, si mette a nudo e piano piano arrivano i personaggi vicini a ciò che è veramente. Da Roman Polanski a Michelangelo Antonioni, Stanley Kubrick, Elia Kazan e Martin Scorsese, Jack Nicholson inizia a lavorare con i più grandi registi del suo tempo, contribuendo a ridefinire la figura di attore e a cambiare il panorama del cinema statunitense.

 

Il racconto si sofferma poi sull'infanzia di "bambino viziato" in una famiglia di sole donne: la madre Ethel May, e le sorelle June e Lorraine. Ma a 37 anni, subito dopo Chinatown, Jack scopre che in realtà è figlio di sua sorella June: aveva solo 16 anni quando è rimasta incinta, ignorando chi fosse il padre. Per paura di uno scandalo, la madre Ethel May fa credere che il bambino sia suo e fa un patto con le figlie di non rivelare mai la verità. June muore nel '63 e la madre sette anni dopo, entrambe senza mai dire nulla, tocca a Lorraine confermare a Jack lo sconvolgente segreto, rivelato da un giornalista. Il documentario prosegue quindi con il suo rapporto con le donne, la sua fama di "grande seduttore", il burrascoso matrimonio con Anjelica Huston che sopporta i suoi vizi e le infedeltà per 17 anni. "Una delle cose stimolanti nell'essere un attore - dichiara Nicholson - è che puoi esplorare te stesso. Trovi una parte di te che hai in comune con il personaggio, dopodiché scavi dentro di te e la butti fuori". E questa continua esplorazione fa di lui un personaggio istrionico, dalla personalità dirompente, eternamente alienato, sempre sul punto di perdersi tra feste, droghe e alcol.

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'Shining', torna in sala il capolavoro di Stanley Kubric

Nonostante la fama infatti Nicholson, che sempre più rivela se stesso e le sue zone d'ombra, resta profondamente inquieto con una furia cieca che prende il sopravvento nei suoi ruoli e che si manifesta in Qualcuno volò sul nido del cuculo: sul set Milos Forman lo incoraggia a improvvisare ma Jack va ben oltre le sue aspettative, finendo per identificarsi col personaggio. E vince il suo primo Oscar. "Quello che sto cercando di fare come artista è liberare il terreno per il subconscio" dichiara l'attore in un'intervista. Nel 1980 con Shining di Stanley Kubrick entra in una nuova dimensione, sull'orlo di una rottura, divorato dai suoi demoni interiori, ma con Jack Torrance entra definitivamente nella mitologia del cinema. Nel 1989 arriva poi un altro Jack, il Joker nel Batman di Tim Burton, con cui raggiunge la vetta e diventa l'attore più pagato di Hollywood

Jack Nicholson con Anjelica e John Huston

Il documentario di Emmanuelle Nobécourt si conclude raccontando l'incontro con Sean Penn,l'unico che riesce a liberarlo dalla trappola di apparenze in cui si è chiuso: Nicholson si riconosce in questo giovane attore passato dietro la macchina da presa e che è riuscito dove lui ha fallito, e gli permette di trarre ispirazione dalla sua storia personale. Accanto ad Anjelica Huston in Tre giorni per la verità (1995) vita reale e fiction si intrecciano per l'ultima volta, ma è Jerry Black in La promessa (2001) a svelare che dietro quella maschera c'è un uomo solo, una persona che si rende conto che alla fine di tutto non c'è niente, e l'unica soluzione è quella di sparire dalle scene. Ed è quello che ha fatto Jack.

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Scritto da Mario Arpaia   
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