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L’Aquila non merita liste nere
Lunedì 23 Settembre 2019 05:29

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libertà di parola

Un bando di proscrizione è tutto fuorché nobile e plurale
L'Aquila "castellana", "pastorale", diceva uno scrittore ottant'anni fa. L'Aquila "nobile", "aristocratica", ha detto un sindaco l'altro giorno. Trovare aggettivi per una città dalla lunga storia non è un'impresa complicata. La città, d'altra parte, ha ben altri problemi e nessuna voce in capitolo: li accetta, se li tiene - nel bene e nel male. Il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi. Conosciamo benissimo l'Aquila, abbiamo i parenti, siamo stati due volte alla fiaccolata in ricordo delle vittime del terremoto, a loro ci appelliamo per fermare la deriva fascista della città. Non è possibile tacere, sono una offesa gravissima alle vittime e ai loro familiari del terremoto.
 
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(foto arpaianario)

Settembre, andiamo. E’ tempo di migrare.

Esisiste poesia più bella sulla generosa terra d'Abruzzo? I pastori che scendono verso il Tavoliere delle Puglie e arrivano, Foggia, la mia città li ha accolti per secoli.


Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natía
rimanga ne’ cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.

E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!

Ora lungh’esso il litoral cammina
la greggia. Senza mutamento è l’aria.
il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquío, calpestío, dolci romori.

Gabriele D'Annunzio
Scritto da Mario Arpaia   
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