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Ottomila sulle strade bianche dell'Eroica con un'emozione in più: Norma Gimondi pedala "al posto" del padre
Domenica 06 Ottobre 2019 05:45

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Nelle valli senesi gli ottomila giunti da tutto il mondo per la XXIII edizione di uno degli appuntamenti più famosi al mondo. Con una dedica speciale al grande campione appena scomparso che due anni fa si volle cimentare per l'ultima volta. E cadde...

di ANGELO MELONE

Partono in 8000, da quando è ancora notte. Partono da Gaiole in Chianti per la XXIII edizione de L'Eroica. Da circa 60 Paesi, anche dai più lontani. Un fiume di maglie e colori, di lingue e culture, di età e professioni; tutti, c'è da giurarci, con il sogno di vivere una giornata speciale, con gente speciale, in un contesto altrettanto speciale come le strade bianche in alcuni dei territori più affascinanti d’Italia, tra il Chianti, Montalcino fino a sfiorare la Valdorcia. Un terzo sono stranieri prevalentemente da Germania, Svizzera, Regno Unito e Francia. Ma spiccano gli oltre 120 statunitensi e i 40 australiani. Di fatto ogni continente sarà rappresentato.

 

In questo senso l’Eroica è un po’ il giro del Mondo in bicicletta, ma il vero giro è quello nella bellezza, dei luoghi e anche della fatica, e nel gusto dell’impresa. Così un fiume di ciclisti – rigorosamente su biciclette d’epoca, i più temerari anche alle 4.30 del mattino - si dividerà presto nei cinque percorsi messi a disposizione dell'organizzazione. Sono immagini ormai famose ben oltre il mondo degli appassionati di ciclismo.

Ma c’è un personaggio che pedalerà “in spirito” su quelle strade bianche senesi, con un nome che da solo rappresenta la storia della bicicletta. Uno dei percorsi – quello da 106 km – è dedicato a Felice Gimondi, il campionissimo morto improvvisamente a metà dello scorso agosto. Per lui, a pedalare in testa al gruppo, c'è sua figlia Norma, una vera appassionata dell’Eroica. Gimondi venne l’ultima volta con lei due anni fa. A sorpresa decise di pedalare, e lo fece in una festa collettiva di tutti quelli che se lo trovavano accanto stupefatti, sulla "sua" bicicletta Bianchi con la "sua" maglia Bianchi. Lo fece con passione, fino alla discesa di Dievole (ovviamente su strada bianca) in cui Felice cadde perché “la testa si era fatta prendere ed andava molto più forte del fisico”.

Così lo raccontò lo scorso anno a Repubblica parlando delle sensazioni che gli dava l’Eroica: “Non posso esserci e mi dispiace molto, anche perché volevo recuperare la delusione dello scorso anno: non andò molto bene, sono caduto. C’è mia figlia a farla, ma volevo venire io… Perché? Un ambiente e un percorso meravigliosi, e soprattutto perché lì vedi davvero gente che ha passione per la bicicletta. Gli ideatori hanno avuto una idea fantastica, che ora infatti vogliono in tutto il mondo. La fatica? Per uno che ha fatto il mio mestiere è una compagna di vita, un corridore si deve esaltare nella fatica, anche quando è rivalità. E infatti quando vengo lì a Gaiole incontro tanti ex con gioia: prima c’era rivalità, ora è un piacere”.

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Ma tra chi veste la maglia di lana e pedala su una bici d'epoca ci sono anche tanti visi noti. Sul percorso di 46 chilometri, ad esempio, la pluricampionessa olandese Marianne Vos e la connazionale Annemiek Van Vleuten che  in Gran Bretagna si è appena laureata campionessa del mondo al termine di un'impresa davvero eroica: la fuga solitaria di ben 105 chilometri. A questa Eroica 2019 anche tanti campioni, da Erik Zabel ad Andrea Noè. E si intrecceranno tantissime storie come quella di Simone Barlaam, che qualche settimana fa ha vinto cinque ori ai mondiali paralimpici di nuoto. E, a proposito di nuoto, pedala sul percorso di 81 km il campione olimpionico  Massimiliano Rosolino.

E ad uno dei ristori, quello di Lamole già famoso per la ribollita, ci sarà anche Poppie, una signora sudafricana che, grazie ad una raccolta fondi internazionale, ha potuto realizzare il suo sogno di volare per la prima volta fuori dal Paese e raggiungere l'Italia per vedere L'Eroica. Poppie per vivere prepara i roosterbrood che poi vende agli automobilisti di passaggio. Roosterbrood che Poppie prepara anche ai ciclisti di Eroica South Africa.

 Dunque un fiume di maglie colorate riempie i paesaggi antichi e inimitabili delle valli senesi. Su cinque percorsi: dal più semplice di 46 chilometri, a quello di 81, poi 106, 135 più estremo di 209 (che tocca la Val d'Arbia e Montalcino passando da Castiglio del Bosco e poi Asciano, Castelnuovo Berardenga, Radda, dislivello 3.800, 115 chilometri su strade bianche), ma con tappe consigliate e ristori. Condizione per partire: le bici devono essere state costruite prima del 1987, ma se vengono dal Novecento più lontano è anche meglio.
 

Scritto da Mario Arpaia   
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