Il prossimo 14 ottobre a Roma, a partire dalle ore 10.00, presso la Sala di Santa Maria in Aquiro del Senato della Repubblica, si terrà un incontro pubblico sul tema del carcere e delle strategie di de-radicalizzazione organizzato dalla nostra associazione e dallo European Prison Observatory.

In un’epoca in cui il sovraffollamento carcerario investe molti Stati membri, l’assistenza sanitaria e psichiatrica rivolta ai detenuti è troppo spesso inadeguata, le opportunità di lavoro sono carenti e poco qualificate, l’uso della forza da parte del personale penitenziario è stato motivo di preoccupazione in vari Paesi europei, cosa possono fare le istituzioni dell’Unione Europea per garantire condizioni di detenzione rispettose della dignità della persona privata della libertà?

Durante l’incontro verranno inoltre presentati i risultati di una ricerca condotta dallo European Prison Observatory nell'ambito del progetto "Prison de-radicalization strategies, programmes and risk assessment tools in Europe", realizzato con il sostegno del Programma Giustizia (2014-2020) della Commissione Europa, un tema al quale l’intera Europa ha dedicato una grande attenzione negli ultimi anni.

Per partecipare all'evento è necessario accreditarsi, entro e non oltre le ore 11.00 dell'11 ottobre.

Negli scorsi mesi il GIP di Ivrea aveva accolto la nostra richiesta (e quella del locale Garante per i diritti dei detenuti) di opposizione all'archiviazione di un procedimento contro due agenti di polizia penitenziaria, fermo alla fase delle indagini preliminari, in merito ad un’azione violenta che sarebbe avvenuta ai danni di un detenuto nell’ottobre 2015. 

Nel carcere di Viterbo sono in corso le indagini per i pestaggi contro alcuni detenuti (Susanna Marietti ne aveva parlato con Fanpage in questo video).

Nei giorni scorsi 15 poliziotti penitenziari sono stati indagati con diverse accuse, tra cui - alcuni di essi - quella di tortura, per le presunte violenze contro un detenuto nel carcere di San Gimignano. Sempre nei giorni scorsi abbiamo presentanto un esposto alla procura di Monza. Anche in questo caso abbiamo denunciato delle presunte violenze contro un detenuto ristretto nel carcere cittadino.

Una serie di episodi che riaccendono l'attenzione sulle possibili violenze che avvengono nelle carceri e su quanto sia necessario tenere alta l'attenzione. In particolare anche le istituzioni dovrebbero, dinanzi a questi episodi, richiamare il valore delle leggi e della Costituzione. Purtroppo nel caso di San Gimignano abbiamo invece assistito alla visita di Matteo Salvini, senatore ed ex ministro dell'Interno, fuori dal carcere per portare solidarietà agli agenti di polizia penitenziaria. Un errore tragico, come abbiamo spiegato qui, portare un messaggio di tolleranza e comprensione verso chi è indagato per quello che è un crimine contro l'umanità, utilizzato in molti regimi autoritari e che le democrazie avanzate devono impegnarsi a combattere. 

Insieme al Segretariato Italiano Studenti di Medicina abbiamo realizzato una serie di approfondimenti sul tema della salute in carcere. 

Abbiamo parlato delle malattie infettive e di come in carcere sia più facile ammalarsi e più difficile curarsi; dell'uso di sigarette che, più diffuso rispetto quanto avviene all'esterno, può portare esternalità negative sulla salute di chi è ristretto, ma anche di chi in carcere lavora (anche a causa dei problemi strutturali degli istituti, come i locali poco areati); dell'alimentazione e di quanto questa possa infuire positivamente (o negativamente) sul benessere dei detenuti; della salute mentale e di come il trattamento di questo tipo di patologie sconti dei ritardi importanti nell'implementazione delle politiche sanitarie dopo la chiusura degli Opg.

Nelle prossime settimane verranno presi in esame altri aspetti del complesso rapporto carceri e salute.