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La Storia negata
Sabato 09 Novembre 2019 17:02

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Il veleno del revisionismo storico corrode da più di trent’anni il nostro Paese. Una goccia costante dentro la democrazia e la democrazia oggi vacilla. Cosa avete fatto? Come avete potuto?, direbbero padri e madri della democrazia. Retorica e appelli tardivi sono peggiori del male, a volte. In nome della democrazia abbiamo raccontato orde di naziskin dentro il cuore del nostro paese negli anni novanta, nella considerazione che fossero sintomo di un male di cui ci dovevamo fare carico, onde giovanili di rivolta con matrici politiche precise, di cui un democratico declinante ha sentito di portare la colpa. Ma perché?

 

Tra negazionismo, revisionismo storico, cultura autocompiaciuta nella sua inespugnabile torre d’avorio, politici che hanno trasformato in virtù, invece di combatterla, la malattia dell’ignoranza, siamo arrivati ad oggi, con una sopravvissuta ad Auschwitz, Liliana Segre, della cui testimonianza dovremmo essere grati in eterno, costretta a girare con la scorta solo ed esclusivamente per quello che la sua vita rappresenta. 

Non si arriva per caso a questo punto. Con scientifica sistematicità la politica italiana, nessuno escluso, ha umiliato e offeso la principale risorsa esistente per contrastare il male, questo male: la scuola, la fonte di istruzione ed educazione per costruire delle coscienze consapevoli. Un ragazzino di dieci anni oggi non sa nulla di nazismo, fascismo, Olocausto. In quinta elementare si studia il medioevo, con fatica alle medie si sfiora il periodo tra le due guerre e con la stessa difficoltà se ne parla nei licei. A meno che non ci siano insegnanti, e ci sono, inseriti nel tempo presente che di certe cose parlano, e raccontano per cosa hanno combattuto i nostri nonni, per cosa hanno dato la vita centinaia di migliaia di persone.

I politici non sono consapevoli di quanto male abbiano fatto alla scuola in questi decenni, altrimenti sentirebbero il peso sulle proprie coscienze di tanta nefandezza umana sparsa a piene mani, a cui il web ha dato una pericolosa cittadinanza. Per cui Salvini può permettersi di dire, con la Segre minacciata e costretta alla scorta, che è minacciato anche lui e che non ci sono minacce di serie a e di serie b, continuando a non capire e a non far capire di cosa stiamo parlando, dell’incolumità di una persona che ha come sola colpa quella di testimoniare per sempre cosa sia stato il nazismo, a cui, anche Salvini, soprattutto Salvini, dovrebbe esprimere rispetto e riconoscenza, e poi solo tacere.

Ma così non è. Il governo che ha iniziato la micidiale destrutturazione della scuola, poco più di dieci anni fa, vedeva come parte attivissima anche la Lega, con Salvini che non era più un giovanottone alle prime armi. Otto miliardi di tagli lineari di cui ha fatto le spese l’istruzione tutta e, nel caso di specie, la storia, lo studio della storia. Ore ridotte, come fossero mele o pere al mercato. Il centrosinistra, dopo, è rimasto ai titoli, e quando ha voluto toccare nella sostanza ha anche peggiorato le cose. Oltre i proclami, nessuno degli autori della cosiddetta buona scuola è andato a capire con mano cosa effettivamente abbia provocato nell’istruzione (soprattutto superiore) l’epocale riforma.  

Ci vogliono soldi, tanti soldi, per una scuola vera, funzionante, educante, capace di risvegliare generazioni avvolte da torpori e paure, nemmeno lontanamente consapevoli di essere portatrici di doveri, ma soprattutto, di diritti. Sarebbe una rivoluzione e alla politica, questa politica, non conviene. Meglio dare la scorta a Liliana Segre e girare la testa dall’altra parte.  

MILAN, ITALY - NOVEMBER 05: Italian life senator Liliana Segre meets Liceo Marconi students at the Ecoteatro in Milan where she receives the Article 3 award from italian priest and educator Don Gino Rigoldi on November 5, 2019 in Milan, Italy. (Photo by Marco Piraccini/Archivio Marco Piraccini/Mondadori Portfolio via Getty Images)
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