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IL BUIO OLTRE LA SIEPE
Lunedì 03 Febbraio 2020 07:43

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Il razzismo è il cancro dell' anima, è Il buio oltre la siepe, è la banalità del male dell' Arendt, sappiamo quando è nato ed esploso in Italia, con l'adesione alle leggi razziali, nell'applicarle fummo più zelanti degli stessi nazisti, carissimo prof. Canevaro. Fhilippe Pétain in Francia riempi un intero velodromo di ebrei e li spedì nei campi di concentramento. Lo ripetiamo fino alla noia, la tragedia dell' Italia è stata quella di non aver fatto a fine conflitto i conti con i fascisti che ci siamo ritrovati nei posti più importanti delle amministrazioni pubbliche. Il terrorismo di destra, lo stragismo, piazza Fontana e a seguire, nelle questure nelle prefetture, comandavano gli ex fascisti. Le indagini su piazza Fontana, furono tolte al magistrato di turno, persona ligia al dovere e avocate dal Procuratore Capo De Peppo. Ci sarebbe voluto un processo esemplare, invece furono premiti ed assegnati ai migliori posti di responsabilità. Quando fu abolita la legge del fascista Rocco.

L'ignoranza degli studenti in generale è totale sulle leggi raziali, l'antisemitismo prospera sull'ignoranza. Le università, i Dirigenti scolastici senza attendere le circolari ministeriali, devono informare sulle conseguenze nefasti di tali scritte. Alle scritte seguono le azioni materiali. Una grande foza politica ha stretto l'allenza con Casa Pound, è tollerabile unas cosa del genere? Il Parlamento è impantanato sulla legge della prescrizione, una coperta corta che non potrà coprire i colpevoli ritardi di una giustizia ingiusta. Tanto pagano i più deboli, i meno abbienti, chi non ha la possibilità di dilatare i tempi, la bilacia da sempre pende da una sola parte.

È accaduto nel gennaio 2020. Probabilmente nella notte fra il 23 e il 24. Una stella di David e la scritta "Juden hier" (qui abita un ebreo) sono state tracciate sulla porta di casa a Mondovì di Lidia Beccaria Rolfi (Mondovì, 8 aprile 1925 –Mondovì, 17 gennaio 1996), già deportata al campo di sterminio di Ravensbrück perché staffetta partigiana, maestra, non ebrea, e nel campo testimone del genocidio. Lidia Beccaria Rolfi è stata quindi ancora presa come bersaglio di una violenza figlia dell’ignoranza e dell’odio. Era una bravissima maestra. Ha raccontato che nel campo di sterminio, la prigioniera francese Monique la obbligò a lavarsi, a recitare Dante, a ricordare l'arte. Insomma: non stare nel brutto e nel buio. Andare verso il bello e la luce.

Si può riprendere Bertolt Brecht che diceva: “Ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati”. Ma senza mai chiudersi nel ruolo di vittima. Senza fare della lamentela la nostra sola comunicazione, il nostro solo modo di stare con gli altri. Ma chiedere il riconoscimento non è vittimismo. Ricorda la richiesta di don Milani: essere accolto con gli onori giusti in arcivescovado riconoscendo nella sua persona quelli che rappresentava.

Immagina di aiutare qualcuno a conquistare il diritto di avere doveri! (Comunità Progetto Sud)

Andrea Canevaro Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

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ROSA PARKS

Scritto da Andrea Canevaro-Arpaia Mario   
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