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UNA NUOVA ITALIA POTREBBE NASCERE
Domenica 12 Aprile 2020 07:11
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Sig. Presidente del Consiglio, lei è un figlio del Sud, di una terra dura, come fu dura strapparla ai latifondisti, è di Foggia, la nostra città e ne siamo onorati ed orgogliosi; della nostra terra era Giuseppe Divittorio. Unico e grande sindacalista, che seppe dare dignità ai braccianti di tutto il Tavoliere delle Puglie. Le comunicazioni al Paese di due giorni fa, danno speranza, un cambiamento epocale è possibile. Una rivoluzione culturale che vede per la prima volta a distanza di anni, l'insediamento di una squadra di esperti, con il compito preciso di rimuovere tutte le incrostazioni formatesi negli anni. Una grande opera di igiene mentale, la rimozione della burocrazia, una infezione pari al coronavirus...Sono loro che tengono bloccato il Paese, le migliaia di gattopardi annidati nei Ministeri. La sua a noi appare come una rivoluzione copernicana, che permetta per la prima volta di operare per il bene di tutti, persone altamente qualificate ed esperte. Risorse che ci sono sempre state ma che la politica cialtrona ha tenuto ai  margini, in molti casi ha preferito farli emigrare all' estero, dopo avegli pagato gli studi in Italia. Caro Presidente Conte, il progetto che lei ha avviato non può essere rallentato  da nessuno, il Paese sta imparando a conoscerla, l'Europa pure. Non ha nulla da perdere, può solo guadagnare in stima e rispetto che non sono poco. Le rammentiamo, lo abbiamo fatto con il Capo dello Stato, la questione dei detenuti, le carceri non sono tutte come il Due Palazzi di Padova. Lei deve ascoltare gli esperti, gli operatori carcerari che conoscono benissimo la materia e procedere di conseguenza. La ricentralizzazione della Sanità, alla luce dei terribili fatti del Pio Albergo Trivulzio, nella civilissima Milano, chiedono vendetta...punizione esemplare dei responsabili. Personale selezionato per fedeltà politica e non per competenza e umanità. Ricorda sig. Presidente del Consiglio, ricorda la Milano da bere di quando regnava Craxi, ci risiamo, cosa è cambiato? I grattacieli, le torri, la rimozione dei quartieri storici, la scomparsa del dialetto milanese, modernissima ma allo stesso tempo fragilissima, il corpo d'acciaio e la testa d'argilla. Rimpiagiamo gli anni sessanta, quelli del boom, la Galleria e il Duomo da un lato dall' altro il Biffi e il Bar Zucca, in mezzo la sera capannelli di persone a parlar di politica, quella vera, propositiva, illuminata come gli Olivetti, i Pirelli, Marelli, Necchi, Innocenti, Alfa Romeo ecc. 
 
 
BUONA PASQUA 
 
14 morti nelle rivolte; 2 detenuti morti per covid 19; 2 agenti morti; 2 medici penitenziari morti e continuano i trasferimenti scellerati dei detenuti da un carcere all' altro! Centinaia di persone contagiate tra agenti, personale e detenuti. 5 detenuti trasferiti da Bologna a Tolmezzo a distanza di diversi giorni sono risultati positivi...lo avete capito quanto è insidioso questo virus? Ministro Alfonso Bonafede ha nulla da dire? Ha sentito il Papa, il p.g. Salvi, il Consiglio d'Europa, l'Oms, i cappellani penitenziari, le associazioni, i familiari?  Ministro Roberto Speranza il diritto alla salute riguarda tutti i cittadini, è scritto in Costituzione, quella stessa Costruzione che vi permette di essere Onorevoli Ministri della Repubblica! State trasformando le carceri in lazzaretti più di quanto non lo fossero già. 
 
#amnistiasubito
 
Grazie dell'attenzione. Buona Pasqua. Un sorriso. Carmelo
 
 
DAVANTI AL PERICOLO DEL CORONAVIRUS TUTTI I DETENUTI DOVREBBERO ESSERE UGUALI
 
Uno dei ladroni crocifissi insieme a Gesù gli disse: “Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno”. Gesù gli rispose:” In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso”. Gesù, a differenza del legislatore italiano, non gli chiese per quali reati era stato condannato. 
 
Mi meraviglio che ancora qualche professionista dell’antimafia non abbia dato la colpa ai mafiosi della creazione e diffusione del coronavirus. Nel Decreto " Salva Italia", nella parte contro il pericolo della diffusione del coronavirus nel carcere, soprattutto in relazione al sovraffollamento, come al solito, sono stati esclusi alcuni detenuti. In questo modo non esce chi lo merita, ma solo chi è stato condannato per certi tipi di reati. Penso che davanti alla legge tutti dovrebbero essere uguali, e se questo di fatto in Italia non è possibile, almeno che lo siano davanti all’emergenza di essere contagiati dal coronavirus.  Credo che l’eventuale pericolosità sociale non dovrebbe mai essere stabilita a priori dal legislatore in base al reato, ma, piuttosto, caso per caso, dal magistrato di sorveglianza, soprattutto quando sono passati tanti anni dal reato.
Una persona che è stata condannata per corruzione o rapina non è scientificamente provato che sia meno pericolosa di una persona condannata per mafia che magari ha già scontato decine di anni di galera e che è cambiata. Tutti sanno, ma fanno finta di non sapere, che per coronavirus non si può morire solo fuori. Il carcere in Italia, oltre a non rieducarti, ti ammazza, e lo fa in silenzio, senza che nessuno sappia nulla. Anche se non siamo tutti uguali davanti alla giustizia, lo dovremmo essere davanti alla malattia, alla sofferenza e all’età avanzata. Nelle nostre “Patrie Galere” ci sono molti detenuti anziani, entrati in carcere 20, 30, 40 anni fa e che non sono più gli uomini del reato. L’illegalità si combatte con la legalità, e la giustizia si rispetta con l’equità e il perdono sociale. Io non credo nella giustizia di Stato, piuttosto io credo nella giustizia innata delle persone e spero, mi auguro, come è accaduto in alcuni Paesi esteri, che qualcuno metta seriamente mano per scarcerare almeno coloro che sono in pericolo, senza escludere nessuno per il tipo di reato. L’idea moderna di giustizia nasce per evitare che reagendo al male con il male aumenti il male complessivo. Se si vuole giustizia, e non vendetta, bisogna pensare a ciò che sosteneva Carnelutti: “Il carcere deve essere considerato come un ospedale, quando il paziente è guarito deve essere dimesso”. Aggiungo io, anche se è stato condanno per reati di mafia.
 
Carmelo Musumeci
Scritto da Mario Arpaia-Sandra Berardi e Carmelo Musumeci   
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