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Marco Pantani, a 16 anni dalla morte
Domenica 25 Ottobre 2020 17:56

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AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA
AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

ALLA COMMISSIONE ANTIMAFIA


            Ieri sera Atlantide di Andrea Purgatori, ha raccontato la morte di un grande campione dello sport, Marco Pantani da Cesenatico. Siamo restati basiti per quanto abbiamo visto, in particolare sul filmato della Polizia di Stato. Due storie che si soprappongono che, dimostrano la manipolazione del luogo del dramma. Da tempo la famiglia, gli sportivi che continuano ad amarlo per le sue doti di forza e di grande sensibilità. La storia di un ragazzo nato ciclista, una macchina…perfetta, uno scalatore come pochi, un secondo Coppi.
Noi siamo certi sig. Presidente della Repubblica che con la sua sensibilità farà in modo che venga riaperta l’inchiesta, un caso di portata internazionale, un campione ammirato in tutto il mondo. La dignità calpestata senza alcun ritegno, nella vita bisogna avere fortuna con la magistratura, dove molte volte la vittima passa per carnefice. Salviamo tutti insieme la memoria di un mito andato a sbattere sugli scogli di chi, si arricchiva sulla fatica di un uomo che superava le vette delle montagne che si toccavano con il cielo.
Mario Arpaia
 
Marco Pantani, a 16 anni dalla morte Andrea Purgatori e la sua "Atlantide" presentano lo speciale "Vita e morte di un Pirata"


https://www.leggo.it/video/il_caso_pantani_l_omicidio_di_un_campione_

un_film_prova_a_far_riaprire_l_inchiesta-5513104.html?jwsource=cl


Marco Pantani è morto per un'overdose di cocaina o è stato ucciso? E da chi? Era minacciato dagli spacciatori o dalla camorra che aveva scommesso contro di lui quando fu squalificato a Madonna di Campiglio, a un soffio dalla vittoria del secondo Giro d’Italia? Sedici anni dopo la sua scomparsa, Andrea Purgatori racconta in una puntata speciale di Atlantide in onda domani sera su La7 alle 21:15 la leggenda del Pirata eccentrico e fragile e indaga il mistero della sua morte.
Con le testimonianze esclusive della madre del campione Tonina Pantani, del generale Umberto Rapetto, consulente della famiglia che ha messo insieme tutto i dubbi irrisolti sulla sua fine, col sindaco di Rimini Andrea Gnassi, col compagno di squadra Marco Velo, con il suo avvocato Roberto Manzo e con il primo paramedico che lo trovò morto nel residence Le Rose.

Una puntata emozionante che proporrà al suo interno il documentario dal titolo “Pantani” (Pantani: the accidental death of a cyclist) di James Erskine, pieno delle immagini più esaltanti del ciclista – con le imprese fisiche e mentali al Tour de France e al Giro D’Italia - che avevano riportato sulle strade le folle dei tempi di Coppi e Bartali.
Un film porta sul grande schermo la sua storia, provando a fare luce sul tragico finale. Il caso Pantani- L'omicidio di un campione è una ricostruzione avvincente della vita del campione romagnolo che include particolari inediti sulla sua morte improvvisa. A Leggo il regista Domenico Ciolfi rivela: “Questo film dà un'indicazione abbastanza chiara su cosa veramente sia accaduto. Spero che possa contribuire a far riaprire l’inchiesta da parte della magistratura perché i nodi da sciogliere sono tantissimi". Il caso Pantani- L'omicidio di un Campione è al cinema il 12-13-14 ottobre.
video di Paola Schettino Nobile.

Il caso arriva in Antimafia, ma la famiglia insiste: 'fu ucciso'

Il caso della morte di Marco Pantani è chiuso. Non c'è nessuna verità non detta, o inesplorata, dietro al dramma del campione di ciclismo trovato senza vita in una camera del residence "Le rose" di Rimini il 14 febbraio 2004, stroncato da una overdose di cocaina. A dirlo è il procuratore della Repubblica di Rimini, Elisabetta Melotti, sentita oggi dalla Commissione Antimafia. "Sulla causa di morte di Marco Pantani, rispetto a ciò che ha già valutato il giudice, non ci sono elementi nuovi di nessun genere: ogni aspetto è stato esaminato dal giudice", ha tagliato corto il magistrato. Secca la replica della famiglia: "Non è così. Marco fu ucciso".
L'audizione segue di alcuni mesi ed è una risposta a quelladell'ex generale della Gdf Umberto Rapetto, consulente della famiglia Pantani, che ha invece ha evidenziato una serie di "incongruenze e contraddizioni" nelle indagini e chiesto la riapertura dell'inchiesta, già archiviata in via definitiva come morte solitaria dovuta a un'overdose. Rapetto, in un dossier di 56 pagine, ha sostenuto che Pantani "non era solo nella camera quando morì: qualcuno ha spostato il corpo", come si evincerebbe dalla posizione di un braccio. Inoltre, nella stanza c'era un bastone con cui e' stato sfondato il controsoffitto, "come se qualcuno cercasse qualcosa. Anche le bocchette di areazione sono state rimosse: qualcuno è entrato, forse dal garage che era incustodito, cercava qualcosa. Chi era? Cosa cercava? Perché?". Rapetto è anche tornato a sollevare dubbi sull'accusa di doping che costò al campione la partecipazione al Giro del 1999 ("Pantani non era così stupido da esporsi a un rischio tanto grande") e ipotizzato che la camorra possa aver voluto la morte del Pirata per motivi legati alla sua squalifica e alle scommesse clandestine. Tutti aspetti che sono stati vagliati nell'inchiesta, ma che non hanno portato a niente, ha assicurato oggi il procuratore capo Melotti. Si è parlato di una "alterazione della scena del crimine: non è una accusa da poco, ma non si sa bene chi l'avrebbe fatto, né quando, né come. Sotto questo aspetto c'è una prospettazione illogica".
Riguardo alla criminalità organizzata, poi, "erano passati 5 anni (dalla squalifica per doping - ndr) e non si capisce quale interesse potesse esserci": "secondo il generale Rapetto c'è un collegamento tra il 1999 e il 2004, ma non è evidente, io non ne ho visto alcuno. Pantani era fuori da 5 anni. Non c'è un movente, non c'è nulla". Insomma, ha aggiunto il procuratore, "sono stati valutati tutti gli elementi riproposti e non sono emerse novità, neppure rispetto all'ipotesi che ci fossero altre persone in camera. Si può essere d'accordo o no, ma è così. Si chiede una rivisitazione degli stessi elementi. A distanza di 15 anni è oggettivamente difficile avere elementi originali". Sul "caso Pantani" la procura di Rimini ha condotto due inchieste: "la prima ha stabilito che la morte è avvenuta per intossicazione acuta di cocaina e che la causa è stata accidentale. Le indagini hanno portato a escludere l'azione di terzi ed individuato le persone che hanno ceduto la droga". La seconda indagine nel 2014, in seguito all'esposto della famiglia: "All'esito di varie indagini - ha ricordato il procuratore - il pm ha chiesto l'archiviazione e il gip, in un articolato decreto, ha concluso per l'archiviazione evidenziando che l'ipotesi omicidiaria era sostanzialmente 'fantasiosa'". Secondo il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra (M5s) "l'audizione di oggi è stata dettagliata e apprezzata. Personalmente sono soddisfatto". Non altrettanto il legale della famiglia Pantani, Antonio De Rensis: "restiamo convinti che le carte e le dichiarazioni rese da esponenti di spicco della camorra dell'epoca indicano che a Campiglio furono alterate le provette per le analisi del sangue. E riteniamo che Marco Pantani fu ucciso. La Commissione dovrebbe convocarci perché ci sono spunti importanti che sono stati trascurati nella seconda indagine e testimoni non considerati".

Scritto da Andrea Purgatori   
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