https://www.flickr.com/photos/22523260@N04/

Francesca, è la figlia del mio maestro, il fotografo Vanni Natola, talento, artista della fotografia e cinematografia, collaboratore della RAI ai tempi di Frizzi, amico di Renzo Arbore e Gegè Telesforo. Innovatore della fotografia nei primi anni 70, inagurò con le sue Minolta un nuovo modo di fotografare i matrimoni,  obiettivi dalla lunga focale e grandagoli, foto rubate, naturali nessuna posa se non per i gruppi di parenti e di amici, collaborare ai suoi lavori, frequentare la camera oscura è stato emozionante, il suo studio fatto di fondali originalissimi e di attrezzature altamente professionali, ha fotografato per Vogue e riviste specializzate. Ha girato il Mondo. attualmete si trova a Lanzarote dalla figlia, un'artista della pasticceria Vegana, decorazioni realizzate tutte con prodotti vegani, disegni di alta scuola figurativa. Le guarnizioni, i biscotti, i canditi, tutto artigianalmente prodotti.

(arpaiamario)

Odiata, amata, adorata, discussa, smentita, adottata, compresa e incompresa: la filosofia vegana è così.
Basta digitare su Google una semplice ricerca per termine, come “vegano”, per veder comparire articoli su articoli sull’argomento nelle sue più svariate sfaccettature.
Da Il Post che titola un generico “Un po’ di cose sui vegani” a La Repubblica che sforna dati nel suo “Addio carne e pesce: in aumento il popolo dei vegetariani e vegani in Italia”, dall’Internazionale che urla “La dieta vegana è meno sostenibile quanto si crede” a Il Giornale che duramente titola “La scienza sbugiarda i vegani: la carne ci ha resi intelligenti”, a Il Fatto Quotidiano che allerta con il suo “Dieta vegana ai bimbi: parla l’esperto. Danneggia e compromette la salute”, ogni testata non può fare a meno di dedicare uno spazio a questo tema.
Ed è chiaro che quanto più un tema è articolato e complesso, tanto più si scaldino gli animi, specialmente quando si tratta di un argomento così controverso come il veganismo, che va a toccare la storia, la cultura, le abitudini, l’ideologia e l’essenza stessa dell’essere umano.
Cos’è allora il veganismo? Il rifiuto di aderire ad uno stile di vita basato sullo sfruttamento intensivo e sistematico di ogni forma di vita, il rifiuto di alimenti di origine animale oltre al rifiuto di una serie di prodotti di uso quotidiano come i cosmetici, l’abbigliamento o i prodotti per la pulizia.
Dal 1944, anno in cui nacque la cosiddetta Vegan Society, un numero sempre crescente di persone ha aderito a questo stile di vita. Fra queste spiccano anche nomi di personaggi celebri del mondo dello sport o dello spettacolo, come le sorelle campionesse del tennis Venus e Serena Williams o le attrici Alicia Silverstone e Natalie Portman.
Che le adesioni al veganismo avvengano per seguire la moda del momento, o nascano dopo un’attenta e lunga riflessione personale ed interiore, sta di fatto che la Società di oggi è intrisa di aperture di attività commerciali a carattere vegano: ristoranti, pasticcerie, pizzerie, gelaterie, agriturismi, cioccolaterie, bar, fast food, negozi di prodotti food e no food, b&b, ecc…
Ma è sulla tavola che si traduce maggiormente la lotta dei vegani per un domani più equo, etico e sostenibile.
E il nostro compito, come Scuola di Alta Cucina, è quello di formare.

Francesca, is the daughter of my teacher, the photographer Vanni Natola, talent, artist of photography and cinematography, collaborator of RAI at the time of Frizzi, friend of Renzo Arbore and Gegè Telesforo. An innovator of photography in the early 70s, he inaugurated with his Minolta a new way of photographing weddings, long focal length and wide angle lenses, stolen photos, natural no poses except for groups of relatives and friends, collaborating in his works, attending the darkroom was exciting, his studio made up of highly original backdrops and highly professional equipment, he photographed for Vogue and specialized magazines. He has traveled the world. currently she is in Lanzarote with her daughter, a Vegan pastry artist, decorations all made with vegan products, high school figurative drawings. The toppings, the biscuits, the candied fruit, all handcrafted.

A.M.

Hated, loved, adored, discussed, denied, adopted, understood and misunderstood: this is the vegan philosophy. Just type on Google a simple search by term, such as "vegan", to see articles on articles on the subject appear in its most varied facets. From Il Post that headlines a generic "A bit of things about vegans" to La Repubblica that churns out data in its "Goodbye meat and fish: the number of vegetarians and vegans in Italy is increasing", from the International that screams "The diet vegan is less sustainable than is believed "to Il Giornale which harshly headlines" Science lies wrong with vegans: meat has made us smart ", in Il Fatto Quotidiano who warns with his" Vegan diet for children: the expert speaks. It damages and compromises health ”, each newspaper cannot help but dedicate a space to this topic. And it is clear that the more articulated and complex a theme is, the more souls warm up, especially when it comes to a topic as controversial as veganism, which touches history, culture, habits, ideology and the very essence of the human being. So what is veganism? The refusal to adhere to a lifestyle based on the intensive and systematic exploitation of all forms of life, the refusal of food of animal origin as well as the refusal of a series of everyday products such as cosmetics, clothing or products for cleaning. Since 1944, the year in which the so-called Vegan Society was born, an ever-increasing number of people have joined this lifestyle. Among these there are also names of famous personalities from the world of sport or entertainment, such as the tennis champion sisters Venus and Serena Williams or actresses Alicia Silverstone and Natalie Portman. Whether the adhesions to veganism take place to follow the fashion of the moment, or arise after careful and long personal and interior reflection, the fact is that today's society is full of vegan business openings: restaurants, pastry shops, pizzerias , ice cream parlors, farmhouses, chocolatiers, bars, fast food, food and non-food products shops, b & b, etc ... But it is on the table that the fight of vegans for a fairer, more ethical and sustainable tomorrow is translated. And our task, as a Haute Cuisine School, is to train.