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IL VECCHIO E IL MARE
Domenica 27 Dicembre 2020 12:39

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RINCORRERE LA VITA

Gentilissime/i,

ho appena chiamato un carissimo amico, per fargli gli auguri, mi ha raccontato una odissea vissuta negli Ospedali Riuniti di Foggia.

Ricoverato per accertamenti a causa dei valori anormali attraverso gli esami del sangue, gli hanno fatto un esame invasivo attraverso la trachea, stava per morire, gli esami hanno dato esito negativo. Spostato di reparto, hanno provveduto a fargli il tampone, risultato negativo, rifatto ancora negativo. Durante la permanenza nel reparto è stato contagiato dal Corona virus.

 

Trasportato nel reparto Covid, asintomatico senza effetti collaterali. E’ stato tenuto per un mese e mezzo, un forte deperimento organico, gli ha fatto perdere 28 Kg., ne pesava 85. L’alimentazione scarsa, priva delle proteine sufficienti a mantenere il peso, il divieto assoluto di ricevere i pasti da casa. Paralizzato nel letto, con un senso di abbandono completo, si è lasciato quasi morire. Vedeva solo sagome bianche, alieni, distrutti dai turni.

Vi sto parlando di una persona anziana, il mio maestro di ciclismo, abbiamo pedalato insieme per oltre 40 anni.

Ora è a casa, tre giorni alla settimana va in centro riabilitativo, le feste natalizie ha chiuso la struttura, riaprirà martedì prossimo.

Nella vita succede di tutto, nulla più stupisce. Il personale medico è stato ridotto al massimo, al pronto soccorso per essere visitati passano più di 5 ore.

Due medici, uno visita l’altro scrive i referti, la richiesta di consulenza specialistica ha i suoi tempi per intervenire.

 

“Sentì il ferro conficcarsi e vi si appoggio sopra e lo immerse più profondamente e poi lo spinse con tutto il peso del suo corpo. Allora il pesce tornò in vita, recando in se la sua morte, e si librò alto fuori dell’ acqua mostrando tutta la sua grandezza e lunghezza e larghezza e tutta la sua forza e la sua bellezza.

Parve restare sospeso nell’aria sul vecchio nella barca poi precipitò in acqua in un crollo che coprì di spuma il vecchio e tutta la barca.

Il vecchio giungerà stremato in porto soltanto con la nobile testa del pesce spada, la sua enorme colonna vertebrale e la coda: vittorioso di suo, ma sconfitto dalla sorte, quando può esserlo un simbolo di una condizione umana che proprio nella inevitabilità dello scacco trae il movente di una sofferta grandezza, nonché di una stoica e ribelle accettazione del destino che la segna. E’ successo al mio carissimo amico Pinuccio!

Scritto da Mario Arpaia   
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