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Chi ha varcato la soglia-7°testimonianza. Lo sgabello Tutti Dentro
Martedì 23 Febbraio 2021 11:38

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AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA, AL "DAP" RESPONSABILI DEL DIPARTIMENTO AMMINISTRAZIONE PENITENZIARI, ALLA CORTE COSTITUZIONALE, AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, ALL'ISTITUZIONE DIRITTI DEI DETENUTI. A CHI HA CUORE LA DIGNITA'DI TUTTI GLI ESSERI UMANI.

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All’invito di Cascina Macondo risponde oggi una persona detenuta, Emilio Toscani. Con un racconto che trovo bellissimo. Dolorante e disincantato e tremendo nello stesso tempo. Leggete, vi prego…


Ciao. Sono uno sgabello. Di legno.
Come quello che ogni detenuto ha in dotazione nelle carceri.
Adesso sono un pezzo di legno morto, ma una volta facevo parte di un bellissimo larice.
Ero il terzo ramo a destra, partendo dal basso.
Poi, all’improvviso, un fulmine ha bruciato il mio larice e lo scheletro annerito è stato portato in segheria.
Così sono diventato sgabello.
Sapeste quanti dei miei compagni si sono seduti su di me.
Ho visto gente ridere, piangere, vivere, sopra di me.
Tutti i sentimenti e i pensieri possibili e immaginabili dell’umanità si sono seduti sopra di me.
Ne avrei cose da raccontare.


Sono stato coinvolto anche in un paio di risse, usato come arma, riportando anche lievi ferite.
Se sapeste, di quanti segreti, frammenti di vita, confessioni, gioie e dolori, sono stato testimone.
Poi, a febbraio, a Civitavecchia, il dramma.
Ero in una cella appartenuta a un povero vecchio finito in galera per resistenza a pubblico ufficiale, avendo un pochino alzato il gomito per dimenticare i suoi dolori.
Un giorno gli portarono in cella un indiano, mezzo matto.
Il vecchio avvertì le guardie che era pericoloso stare con un matto, ma non ottenne alcuna reazione.
Di notte, senza motivo, l’indiano mi brandì, mi fece volteggiare nell’aria e mi calò sull’inerme testa del vecchio. Non solo una volta, ma insistette, a più riprese.
Poco dopo il vecchio era morto e io ero aperto in due, in frammenti inservibili.
Adesso sono nella raccolta differenziata e verrò presto bruciato.
Certo che ero proprio un bel larice.

 

Scritto da Emilio Toscani   
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