Domenica 07 Marzo 2021 08:40 |
CARLO TOGNOLI IL SINDACO PIU’ AMATO GENTILISSIME/I, VA RICORDATO COME L’EREDE di Aldo Aniasi, 1967-1976 che, viene eletto sindaco di Milano il 19 dicembre 1967. Sono gli anni difficili della contestazione studentesca, dell’autunno cado e della strage di Piazza Fontana. La giunta Aniasi inaugura una nuova politica urbanistica ed ambientale: viene approvato il piano quadriennale del verde che porta alla realizzazione di nuovi parchi cittadini, di giardini nelle zone periferiche, e di una rete di campi-gioco per bambini – da 8 nel 1961 passano a 84 nel 1970; in difesa della salute pubblica, con un’ordinanza del sindaco viene ordinata la chiusura temporanea della Montedison di Taliedo e della Fonderia Vitale di Bovisa, trasferita poi in un un’altra zona di Milano; per ridurre l’inquinamento atmosferico vengono rinnovati gli impianti termici, e tantissime altre innovazioni. Tognoli viene eletto sindaco, socialista della Milano prima di Tangentopoli, entrò a Palazzo Marino che aveva solo 38 anni, il più giovane che Milano abbia avuto, è bravissimo ha una sensibilità difficile da trovare in un uomo politico; la Milano da bere si deve a lui, per il salto della qualità della vita. Milano accettava tutti, gli immigrati del Sud e i migranti, venivano aiutati a trovare una dignitosa sistemazione. La vita frenetica
significava prima di tutto lavoro, benessere. Corso Buenos Aires, pullulava di negozi di tutti i generi. In piazza Argentina c’era il famosissimo Centro foto cine, dove acquistai gran parte dell’ attrezzature fotografiche, il famoso ingranditore per foto, Durst. Si stampava in B/N, con gli acidi e le bacinelle. Incaricati da Aldo Bassetti-Bra (Birrerie, ristoranti e affini), i fratelli Castiglioni realizzano la birreria-ristorante Splügen Bräu al piano terra di uno dei palazzi per uffici progettati da Luigi Caccia Dominioni in corso Europa. Andavamo a mangiare la famosa La paillard con patate e maionese al cumino è un secondo piatto saporito: carne alla griglia, patate saltate con erbe e una maionese fatta in casa. Smantellata negli anni Ottanta del Novecento, la birreria nasce come un "ambiente molto milanese", una vetrina per i milanesi secondo le parole di Achille. A metà tra la reminiscenza del vagone ristorante di un treno e della memoria del liberty come rifiuto di una modernità irrigidita e intransigente, l'interno della birreria sfoggiava impianti di condizionamento e di illuminazione a vista. Il Covid oltre a Tognoli si è portato via Roberto Brivio che insieme a Ninni Svampa, Lino Patruno e Gianni Magni componeva il gruppo de i “Gufi”. Il gruppo durò solo 5 anni (1964-1969) ma fu una folgorazione nell’ Italia democristiana che vide arrivare in tv quattro pazzi in tutina nera a cantare di cimiteri, sesso, religione, satira politica, canzoni da osteria in dialetto e tanto altro con mimica e senso dell’umorismo folgorante. Brivio era stato attore, cantante, cabarettista, chansonnier, direttore artistico e scrittore di libri in dialetto. La scomparsa di Brivio segue quelle di Svampa e Magni: del gruppo resta solo Lino Patruno. Non è solo nostalgia, è la constatazione di una umanità perduta. Arpaia Mario La Fondazione Carlo Perini e la famiglia di Antonio Iosa, nato a Casalnuovo Monterotaro a pochi chilometri da Volturara Appula, in provincia di Foggia, il paese di Giuseppe Conte, ricordano con grande affetto Carlo Tognoli. Rammento il racconto di mio papà, Antonio Iosa, quando nel 1984 fu chiamato presso la segreteria del sindaco di Milano a Palazzo Marino per diventare collaborare del primo cittadino, il più amato dai milanesi per la sua grande dote di umanità e di attenzione ai bisogni concreti del popolo dei quartieri. Il suo compito era quello di tenere vivi i collegamenti del “Palazzo” con le realtà sociali e culturali della periferia urbana, a nome del sindaco, con i Consigli di zona, i gruppi, le associazioni, i comitati, i circoli, i centri anziani, i centri giovanili e i cittadini comuni. E Carlo Tognoli provvedeva a dare sempre una risposta ad ogni interlocutore dimostrando sempre interesse ai problemi delle periferie. Il lavoro lasciò mio padre entusiasta, grazie anche all'apertura mentale e alla stima del sindaco Tognoli, sempre rispettoso delle sue idee e della sua attività lavorativa, che pur gli procurava qualche malevole critica politica. Era l'unico democristiano ad essere impiegato nella segreteria di un sindaco socialista. Un caso anomalo, ma frutto della generosità e della lungimiranza di un sindaco che ascoltava i suoi cittadini. Non dimentichiamo la sua solidarietà nei confronti della nostra famiglia al momento dell’attentato subito ad opera dalle brigate rosse nel lontano 1 aprile 1980 e la sua vicinanza nel giorno della sua scomparsa. Siamo vicini al dolore dei famigliari consapevoli però che Carlo Tognoli lascerà un ricordo indelebile nel cuore dei milanesi. _________________________________________________________________________ FONDAZIONE CARLO PERINI
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Scritto da CRISTIAN IOSA E MARIO ARPAIA |