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UN'ALTRO UOMO SOLO AL COMANDO-MARIO DRAGHI
Domenica 23 Maggio 2021 06:54

 

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" Moro, nella sua lucidità, nella sua intelligenza, con tutti i suoi argomenti, aveva capito che era questo che in realtà volevano coloro che colloquiano con lui: essere riconosciuti come parte che può essere fuori dello Stato, ma che
è nella società e con la quale è possibile un rapporto dialettico ". Appunto : e Moro, senza prescindere dalle sue comunicazioni più radicate ( che Cossiga ha ben riassunto : e si vedano,di Moro, le lezioni sullo Stato),: non poteva che assecondare il gioco, a guadagnar tempo e a darne alla polizia a che lo trovasse. Non si vede perché Moro, uomo di grande intelligenza e perspicacia, avrebbe dovuto comportarsi come un cretino: se gli era consentito di guadagnar tempo

Cosa resta, siamo all' anniversario delle  morti di Falcone e Borsellino, cosa resta della sua lezione, del suo coraggio, della consapevolezza di dover morire non per salvare il paese, ma permettere ad altri lo scempio. E' verità provata e dimostrata scientificamente, non ci sono ma e se. Un covo di vipere continua a distruggere il paese e trattare con la mafia. Probabilmente Messina Denaro, è un uomo dei servizi segreti deviati.
La Sicilia, un cimitero di mafia e antimafia, è vero Letizia Battaglia? Fotografa dell' Ora di Palermo.

Landini: “La sinistra torni a rappresentare il lavoro. Zingaretti mi ha colpito”

ROMA - «Sa cos’è che mi ha colpito in questi ultimi giorni? La frase del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, nella quale dice di vergognarsi del suo partito perché invece di discutere dei problemi del Paese, si occupa di poltrone e di incarichi. Si capisce davvero come sia urgente un processo di rigenerazione e ricostruzione della politica, non solo della sinistra politica».

L’1% ai giovani eil no di Draghi, è il sintomo di un altro uomo solo al comando, un’altra maglia biancoceleste, ma non è Fausto Coppi e il suo cantore Mario Ferretti. Abbiamo patito Berlusconi, Salvini e Renzi, adesso è necessario andare al voto. Il governo delle larghe intese è stato ripudiato. Confondere la lana con la seta è un errore che non ci possiamo permettere.

E' iniziata a giocarsi una partita dura con il Presidente del Cosiglio, i poteri forti, la stampa di regime fa quadrato, la trasmissione di approfondimento condotta da Lilli Gruber lo appoggia incondizionatamente. La legge sugli appalti e i subappalti è musica per le orecchie delle mafie e della criminalità organizzata. La società civile deve battersi, è in pericolo la democrazia e ciò che resta dei presidi antimafie. Andrebbe vanificato il lavoro della Procura di Catanzaro.

 

Il segretario generale della Cgil intervistato dal quotidiano la Repubblica commenta le misure contenute nel Dl Semplificazioni. "Si torna indietro di vent'anni, ai tempi del governo Berlusconi"

Bastano poche risposte per spiegare la contrarietà della Cgil al dl Semplificazioni. Maurizio Landini le dà oggi sulle pagine del quotidiano la Repubblica. Il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia definisce “una vera scelta indecente quella che si appresta a fare il governo”: “la liberalizzazione del subappalto, le gare al massimo ribasso, e poi ci mancava pure l'appalto integrato, quello che affida allo stesso soggetto la progettazione e l'esecuzione dell'opera”.

“Trovo del tutto sbagliato e grave l'orientamento che il governo sembrerebbe prendere con il decreto Semplificazioni. – commenta il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia rispondendo alle domande di Roberto Mania - Così si torna indietro di vent'anni, ai tempi del governo Berlusconi e del suo ministro Lunardi. E abbiamo già visto che cosa significa: riduzione dei diritti per chi lavora sugli appalti, scarsa qualità del lavoro, scarsa qualità delle opere, maggiore insicurezza nei cantieri e, infine, il rischio di alimentare il male oscuro italiano, quello della corruzione e dell'illegalità”.

È per questi motivi che alcune categorie sono già pronte allo sciopero generale e la confederazione lo valuterà assieme a Cisl e Uil. Il governo d’altro canto si era impegnato a discutere con i sindacati “prima di approvare le riforme e i decreti, invece non lo sta facendo. Dunque è chiaro che se non cambia direzione ragioneremo su tutte le forme di mobilitazione necessarie, nessuna esclusa. (...) Ci stiamo giocando il futuro del Paese. – denuncia Landini - Non può essere che solo un anno fa tutti riconoscevano il valore essenziale del lavoro e delle persone per uscire dalla pandemia e adesso si possono tranquillamente sbloccare i licenziamenti e aprire alla liberalizzazione degli appalti”.

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Lo stop di Draghi all'aumento della tassa di successione proposto da Letta

 "Questo non è il momento di prendere i soldi dai cittadini ma di darli" ha detto il premier dopo che il segretario Pd aveva proposto di aumentare dell'1% la tassa sulle eredità più consistenti per creare una "dote per i diciottenni"

Una 'dote' per i diciottenni da finanziarie con un prelievo sulle successioni più ricche, l'1% del totale. Un modo, per Enrico Letta, per rendere ai giovani quanto è stato tolto loro in questi anni e, contemporaneamente, cercare di abbattere il divario fra le possibilità di chi viene da famiglie ricche, e può pagarsi gli studi come la casa, e chi viene da famiglie più povere, costretti spesso a fare i salti mortali per uscire dalla casa di mamma e papà.

Ecco allora l'idea: "Una proposta di dote per i diciottenni. Per la generazione più in crisi un aiuto concreto per studi, lavoro, casa. Per essere seri va finanziata non a debito (lo ripagherebbero loro) ma chiedendo all'1% più ricco del Paese di pagarla con la tassa di successione". Letta lo spiega in un tweet che precede di poche ore la presentazione nel corso del webinar del Pd, "La precarietà non è destino". Ma, soprattutto, precede la conferenza stampa del presidente del Consiglio, Mario Draghi, che, interpellato, non nasconde le proprie perplessità.

"Questo non è il momento di prendere i soldi dai cittadini ma di darli", dice Draghi aggiungendo di non aver mai guardata la proposta e di non aver mai parlato di essa. Parole che alle orecchie dei leader di maggioranza e opposizione suonano come un altolà da parte del premier.

Il primo a parlare, anzi a twittare, è Matteo Salvini che, dopo gli strappi delle scorse settimane dalla linea del governo, si dice in sintonia con il premier: "Sono pienamente d'accordo con il presidente Draghi: l'ultima cosa di cui hanno bisogno gli italiani adesso sono nuove tasse". Sottolinea il leader della Lega: "Sono allucinato dal fatto che il segretario del partito democratico possa immaginare una nuova tassa".

A Salvini fa eco Giorgia Meloni che sembra aprire a una collaborazione con l'esecutivo sul tema del fisco: "Bene Draghi sulla proposta di Letta sulla tassa di successione. Meno tasse e burocrazia, più libertà d'impresa: questo serve all'Italia per rialzarsi e se il Governo seguirà questa strada troverà il sostegno di Fdi", spiega.

 Molto critica anche Italia Viva che, con il capogruppo al Senato Davide Faraone, definisce la proposta del Pd "fuori dal mondo". Nonostante la batteria di dichiarazioni, il leader Pd non arretra e, anzi, rivendica la bontà della proposta messa in campo. "Noi mettiamo i giovani al centro della nostra azione, sono loro la parte più colpita dalla pandemia: quei giovani delusi e in difficoltà. Per questo abbiamo messo in campo la nostra proposta della dote ai 18enni, non da finanziare con il debito, che ripagherebbero loro. Come finanziarla? Attraverso una richiesta all'1% più ricco attraverso la tassa di successione", ribadisce il segretario che poi si sofferma su quanto fatto dai giovani, attraverso la Dad e la rinuncia alla socialità, per mettere in sicurezza le categorie più fragili - in primis gli anziani - dal rischio di ammalarsi di Covid.

"Questa generazione perduta ha beccato due crisi in un decennio, quella del 2008-2011 e la vicenda Covid", premette Letta. "Abbiamo chiesto ai giovani un sacrificio per mettere in sicurezza la parte piu' fragile della popolazione. Oggi noi dobbiamo dare indietro ai giovani. La proposta e' quella di una dote ai 18enni che possa aiutare i giovani a prendere una casa, trovare un lavoro, pagarsi gli studi senza dover subire il divario con i coetanei che vengono da famiglie che possono pagare per loro". E finanziare tutto questo con altro debito, che poi finirebbero per pagare proprio i giovani, sarebbe "una presa in giro".

Dalla maggioranza arriva il plauso di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana, che definisce la reazione di Draghi "disarmante". Sceglie, invece, la linea del silenzio il Movimento 5 Stelle. Dal Partito democratico difendono la scelta del segretario il vice, Peppe Provenzano - "tassare l'1% più ricco, che eredita milioni di euro o li riceve in dono, non è prendere: è restituire alla società" - e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: "Io credo che un fisco che sposta il peso dal lavoro e dall'investimento verso la rendita e il patrimonio è un fisco che è più favorevole alle nuove generazioni. Quello che ha posto il nostro segretario è un punto di partenza importante. A chi andranno le risorse messe in campo da recovery nei prossimi anni? È un tema di politica e di democrazia".

 

Scritto da Mario Arpaia   
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