C un testimone diretto, ucciso martedì sera dall'assessore Massimo Adriatici con un colpo di pistola al cuore. Quest'uomo racconta una scena del delitto vista da molto vicino, e soprattutto dice che l'avvocato avrebbe "preso la mira" e poi sparato. Ecco il suo racconto. "Ho visto un signore italiano che stava parlando al telefono, Youns lo ha spinto e l'italiano è caduto in terra sulla schiena.

Dalla casalinga di Voghera al pistolero di Voghera

«Dalla casalinga di Voghera al pistolero di Voghera: è l’evoluzione dei tempi. Del resto uno spiacevole incidente può capitare a tutti. Chi è che non va in giro con una pistola cal. 22 in tasca con il colpo in canna? Se si verifica una lite e il pistolero cade in terra, un colpo ci può sempre scappare. Del resto se un marocchino che infastidisce gli avventori di un bar incontra un pistolero, l’esito infausto per il molestatore è nella natura delle cose». C’è tutto in queste parole, scritte da Domenico

Gallo all’indomani dell’omicidio di un giovane immigrato marocchino, Youns El Boussetaaoui, da parte dell’assessore alla sicurezza della città, Massimo Adriatici, all’esito di una discussione in pieno centro cittadino. In breve: la vittima era un immigrato affetto da disturbi comportamentali da giorni accampato sulle panchine della città, lo sparatore è un esponente leghista, avvocato, docente di diritto penale alle forze di polizia, soprannominato lo “sceriffo” per l’abitudine di girare armato e di presentarsi come tutore dell’ordine. Il colpo di pistola che ha ucciso Youns El Boussetaaoui è stato esploso dopo che lo stesso, disarmato, aveva colpito l’Adriatici con un pugno provocandone la caduta a terra. Tutto il resto dovrà essere accertato ma, intanto, alcune considerazioni si impongono: è accettabile che un cittadino (a maggior ragione se investito di funzioni pubbliche) giri in città armato di pistola con colpo in canna? è normale che l’omicidio sia stato immediatamente derubricato in eccesso colposo di legittima difesa? ed è normale che l’omicida sia stato subito collocato agli arresti domiciliari mentre le nostre carceri sono piene di imputati per fatti bagatellari? cosa sarebbe avvenuto a parti invertite? Domande con risposte sin troppo facili che la dicono lunga sul clima in cui viviamo e sulla devastazione etica e culturale prodotta dalla lunga campagna politica e mediatica sfociata con la modifica della disciplina della legittima difesa (https://volerelaluna.it/controcanto/2018/06/11/quale-legittima-difesa/ e https://volerelaluna.it/politica/2019/03/29/la-legge-sulla-legittima-difesa-saremo-tutti-piu-a-rischio/). Naturalmente la Lega solidarizza con il pistolero, la cosiddetta sinistra balbetta e la grande stampa si barcamena senza prendere posizione. Voghera tace. Ma qualcuno non accetta il silenzio e scende in campo contribuendo a organizzare nel fine settimana una manifestazione per dire che la vita umana non è un optional. (la redazione)

Quello che è accaduto ieri sera a Voghera lascia sgomenti e preoccupati.

L’assessore Massimo Adriatici con delega a Sicurezza, Polizia Locale, Osservatorio Immigrazione ha ucciso un cittadino straniero con sofferenza psichica al termine di un diverbio di fronte a un bar in Piazza Meardi.

Non conosciamo e non vogliamo intervenire sulla dinamica dell’episodio – sulla quale auspichiamo che il lavoro della magistratura chiarisca in modo completo e senza ombra di dubbio quanto avvenuto – a differenza delle dichiarazioni politiche degli esponenti del partito dell’assessore che hanno già emesso sentenze assolutorie. Provoca anche stupore che la Giunta prenda solo atto dell’autosospensione dell’ex assessore ora agli arresti domiciliari. Quello che però vogliamo esprimere è, in primo luogo, la nostra profonda tristezza per la morte di una persona e, oltre a questo, invitare tutte e tutti a una riflessione su alcuni punti:

– non è possibile considerare normale che un rappresentante dell’amministrazione comunale giri armato per la città confondendo il proprio ruolo politico/amministrativo con quello delle forze dell’ordine;

– Voghera non è un luogo con situazioni di pericolosità che impediscano la normale convivenza o fruizione della città: non è più accettabile che venga agitata la questione “sicurezza” per raccogliere voti e consensi facili, mescolando situazioni di degrado urbano (che vanno risolte con interventi di recupero e riqualificazione) con provvedimenti inapplicabili (i cosiddetti Daspo adottati nei mesi scorsi) e già ampiamente squalificati negli anni scorsi;

– chi ha alimentato l’ossessione della “sicurezza” in tutti questi anni porta la completa responsabilità della costruzione di un clima sociale di indifferenza e intolleranza che non affronta le contraddizioni e le tante difficoltà sociali presenti in città, limitandosi ad atteggiamenti di facciata.

Chiediamo che sui punti sommariamente indicati si sviluppi un dibattito nella città che coinvolga cittadine e cittadini, associazioni e gruppi.

Antonio Corbeletti, Marcella Barbieri, Rita Campioni, Adriano Bracone, Luciana Origgi, Aurora Bonfoco, Stefano Renzi, Roberta Migliavacca, Stefania Moglia, Antonietta Bottini, Giorgio Silvani, Ambrogio Arbasino