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Siena deve voltare pagina
Mercoledì 04 Agosto 2021 06:35

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Siena deve voltare pagina, io candidato per rilanciarla

Il segretario del Partito democratico Enrico Letta 
Le parole del segretario del Pd: "No a spezzatini, ma per il Monte dei Paschi è finito il tempo dei rinvii: ci sono stati errori della sinistra su cui rafforzerò l'autocritica". Il suo piano per il rilancio della città: "Con i fondi del Pnrr può diventare un polo per le scienze della vita".
 
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Gentilissime/i
 
no non si tratta di errori, ma di spolpamento, la banca è stata prosciugata, tutta la politica si è abbeverata,in particolare PCI-DS, hanno partecipato al saccheggio, c'è stato pure il morto. Con i soldi di pantalone è facile parlare di salvataggio, spezzatino, si sedevano al tavolo e mangiavano a sbafo. La città, i senesi, i toscani così arguti ed intelligenti, non hanno visto nulla. Io non c'ero e se c'ero dormivo! Vincevano tutti i giorni il Palio, avevano in tutta Italia sedi favolose, nella mia città,Foggia, commissariata per infiltrazioni mafiose, in Via Marchese de Rosa,  una sede megagalattica.I partiti all'opposizione hanno fatto denunce circostanziate alla Magistratura? Presidente del Pd, prof. Enrico Letta, ci sono sempre state due Italie, una della politica politicante e l'altra che sgobba, che sbarca il lunario, che si uccide per trovare un posto di lavoro. La seconda italia, l'ha dimostrata le Olimpiadi di Tokio, una Italia sconosciuta all politica, chiusa nella torre di avorio. Noi lo sappiamo da anni, cosciamo la storia,anche quella che canta Francesco De Gregori. Lei quando l'altro toscano, si è preso il paese, ha emigrato in Francia. Una nazione tosta,che sa cosa significa fare la rivoluzione e tagliare le teste. Noi siamo dei cacasotti, rispetto a loro. Ci siamo beccati 20 anni di fascismo, incancellabili, venti anni di sventure e di furbizie, la virtù dei servi. Siamo sevitori, tranne quelli sgobbano e quelli che vincono le medaglie, avvolti nel tricolore. Sognatori, una vita di sacrifici per una medaglia, sig. Presidente del Pd . Velocisti, saltatori, lottatori, marciatori e maratoneti, pugili donne..., le donne poi, una di trent'anni ha preso il bronzo, ma meritava sicuramente l'oro. C'è una dicotomia insanabile, il tempo e la politica si sono mangiati il futuro delle giovani generazioni. Bravissimi nelle mattanze nelle carceri, bravissimi ha sostenere il "saluto romano". Eravamo e siamo ancora fascisti. E' possibile che Emiliano, governatore della Puglia sostenga una candidato di Ordine Nero. Un filmato da brividi, si tratta di ricostituzione del partito fascista, comma XII della Costituzione.
 
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Scandalo Monte dei Paschi di Siena

1. Il Monte dei Paschi di Siena

La Banca Monte die Paschi di Siena considerata la banca in attività più vecchia del mondo: nasce nel 1472 come monte di pietà per dare assistenza alle classi più disagiate di Siena. Assunta l'attuale denominazione nel 1624, la banca non perderà mai un forte radicamento con il territorio e con la città, tanto da diventare uno dei cardini attorno a cui ruota il "sistema-Siena", pur diventando il terzo istituto italiano per dimensioni. Oggi è una banca il cui principale azionista è la Fondazione Monte dei Pachi di Siena, ente non profit che ha finalità di assistenza e di utilità sociale legate soprattutto al territorio senese e che fa riferimento agli enti locali, Comune in primis, che sono da tempo in mano ai partiti della sinistra, prima Pci, poi Pds-Ds e ora Partito democratico. Il titolo Mps è quotato in Borsa dal 1999, ma la forte presenza della Fondazione – l'unica rimasta in Italia a controllare di fatto una banca - consente una presenza decisiva della politica nella storia della banca senese.

 


2. Alle radici della crisi

Banca Mps chiude il 2012 con una pesante perdita, che con ogni probabilità supererà i due miliardi di euro, che si vanno ad aggiungere ai 4,6 miliardi di rosso registrati nel 2011. Alla base della crisi ci sono in particolare le perdite registrate su due operazioni su derivati che avrebbero dovuto proteggere i bilanci, messi sotto tensione dall'acquisizione della Antonveneta, nel 2008-2009.
È proprio quest'operazione che viene ritenuta responsabile dei guai attuali del Monte: sia perché i costi del finanziamento hanno indotto il management dell'istituto a condurre operazioni finanziarie spericolate (e paradossalmente tutte di segno negativo), sia perché su quell'operazione è stato acceso il faro della procura di Siena che ha avviato un'indagine contro i vertici operativi della banca per aggiotaggio e ostacolo alle autorità di vigilanza proprio in merito all'acquisizione. L'inchiesta, ora allargata anche alla truffa nei confronti degli azionisti, sta portando alla luce un sistema di gestione basato sul malaffare e su operazioni al limite del consentito. Intanto per tamponare i buchi di bilancio Mps è stato costretto a far ricorso all'aiuto pubblico sotto forma di 3,9 miliardi di Monti-bond.


3. L'acquisizione di Antonveneta

L'Antonveneta rappresenta in qualche modo una maledizione per il sistema bancario italiano. È la fallita scalata da parte della Popolare di Lodi sulla banca nata dalla fusione tra Antoniana e Popolare Veneta a travolgere Gianpiero Fiorani e i "furbetti del quartierino" che per una stagione sembravano poter conquistare la finanza italiana e l'allora governatore della Banca d'Italia, Antonio Fazio. Allora l'Antonveneta finì agli olandesi di Abn Amro, ma era destinata a tornare italiana.
L'istituto olandese fu oggetto di uno scontro europeo tra colossi bancari e finì in pancia agli spagnoli del Santander, che alla fine la mettono in vendita. A conquistarla è proprio il Montepaschi che corona così i suoi sogni di entrare tra i tre big italiani del credito rispondendo con questa acquisizione alla fusione tra Intesa e Sanpaolo e a quella tra Unicredit e Capitalia. L'operazione però risulta troppo onerosa per i senesi: i 9 miliardi pagati per Antonveneta lasciano il segno nei conti e costringono a un indebitamento pagato caro e ad operazioni sul capitale che dissanguano la Fondazione che alla fine è costretta a scendere sotto il 50% del capitale Mps. E lascia pesanti ombre sul management del tempo su cui ora le inchieste giudiziarie cercando i fare luce.

4. I derivati di Mps

Due operazioni su derivati concluse da Mps testimoniano di come l'amore per la finanza possa minare alle fondamenta la banca più antica del mondo. L'istituto cerca infatti di coprire le perdite con operazioni finanziarie sempre più complesse e speculative, per di più mettendo a segno una serie di operazioni disastrose che ha dell'incredibile. Così nel 2005 acquista 400 milioni di euro di bond "Alexandria", apparentemente sicuri e con buon rendimento. Peccato che fossero uno di quei prodotti "salsiccia" dove sono infilati strumenti finanziari di diverso genere: in particolare si tratta di Cdo, titoli di debito complessi e rischiosi che vengono travolti dalla crisi finanziaria seguente al fallimento di Lehman Brothers. Mps cerca di rifarsi dei 220 milioni di perdite cedendo i bond a Nomura e comprando 3 miliardi di euro di più sicuri BTp trentennali, finanziati dalla stessa Nomura, con il risultato di spalmare le perdite su trent'anni. Ma la scelta si è dimostrata sciagurata: da allora i Cdo hanno recuperato terreno, mentre l'acquisto di BTp è stato effettuato proprio alla vigilia della grande crisi italiana. Quindi Mps ha venduto i titoli più rischiosi ai minimi e acquistato quelli più sicuri ai massimi, accumulando perdita a perdita. Come se non bastasse la banca stipula un ulteriore contratto derivato sui BTp che ha in portafoglio, trasformando di fatto i titoli a tasso fisso (i BTp appunto) in titoli a tasso variabile, il che ha praticamente annullato la cedole.


5. Derivati: cosa sono?

Il contratto derivato è uno strumento utilizzato da sempre per bilanciare i rischi conseguenti a un contratto sottostante. Se prenotiamo una vacanza, siamo soliti versare una caparra: nel caso in cui fossimo costretti a rinunciare alla vacanza, non perderemmo l'intera somma del contratto, ma solo la caparra. È questo un concetto che si avvicina a quello di derivato, dal momento che ci mette al riparo dal rischio di non poter mantenere fede al contratto. Di contratti derivati ne sono stati creati di ogni genere, sempre più sofisticati, sulle oscillazioni delle valute o dei tassi d'interesse, sul rischio di fallimento di un'impresa o di uno Stato, sui mutui o su titoli di debito di vario genere.
Con l'aumento del mercato, i derivati si sono trasformati sempre più in strumenti autonomi, utilizzati per speculare e scommettere sugli scenari futuri, riducendo l'entità della potenzialità della perdita, ma spostando solo il rischio su altri soggetti. Per di più senza alcuna regolamentazione, dal momento che i derivati sfuggono a qualsiasi controllo. Quindi non si sa quanti ne siano stati emessi, quali siano i volumi di quelli in circolazione e dove siano finiti, dato che vengono poi inseriti in prodotti finanziari di vario genere, all'insaputa di chi poi alla fine li sottoscrive. È quello che è successo con i mutui subrime.


6. I Tremonti e i Monti-bond

Mps ha già utilizzato i Tremonti-bond per 1,9 miliardi di euro e adesso ha appena dato il via libera alla richiesta di 3,9 miliardi di Monti-bond. Di cosa si tratta? I Tremonti bond sono obbligazioni bancarie speciali emesse dagli istituti di credito quotati che siano in sane condizioni finanziarie. Si tratta di titoli sottoscritti dal ministero dell'Economia, il cui responsabile allora era Giulio Tremonti, con l'obiettivo di rafforzare il capitale di vigilanza delle banche italiane e quindi, in sostanza, di favorire l'erogazione del credito a famiglie e imprese nel momento di difficoltà del credito nel 2009. Il prestito può anche essere convertito in azioni con un eventuale ingresso di fatto dello Stato nel capitale delle banche.
Gli istituti che vi facevano ricorso dovevano garantire di mantenere il credito alle piccole e medie imprese, di sospendere la riscossione delle rate dei mutui per i soggetti in cassa integrazione o disoccupati, di anticipare alle imprese la liquidità necessaria per pagare la cassa integrazione e di limitare le remunerazioni dei vertici aziendali e degli operatori di mercato, inclusi i trader. L'anno scorso il Governo Monti ha approvato questi bond per permettere specificamente al Monte dei Paschi di Siena di rafforzare il proprio patrimonio reso fragile dalle continue perdite. I bond hanno un tasso elevato, del 9%, superiore ai valori di mercato. Dei 3,9 miliardi di euro richiesti da Siena 2 sono finalizzati al rafforzamento del capitale di vigilanza e 1,9 vanno a sostituire i Tremonti-bond emessi da Mps. Su questo strumento finanziario approvato dal Governo Monti per Mps non sono mancate in queste giorni le polemiche in campagna elettorale.


7. Cosa rischia il risparmiatore?

Il fallimento di una banca è un evento traumatico per l'economia nel suo complesso e per i risparmiatori che alla banca stessa avevano affidato i loro risparmi. Per questo la legge prevede una specifica garanzia dei depositi per i correntisti, tramite il Fondo interbancario di tutela dei depositi che garantisce una copertura fino a 100mila euro per depositante e per banca. Diverso invece il discorso per obbligazionisti e azioni: chi avesse sottoscritto obbligazioni della banca o comprato azioni si preso in carico il conseguente rischio, come nel caso di qualsiasi società non appartenente al settore creditizio. Ma non è senz'altro il fallimento la prospettiva del Montepaschi, anche perché, come recita l'adagio, "una banca non può fallire".


8. Cosa potrà succedere a Mps?

Escludendo l'ipotesi estrema del fallimento, nemmeno in discussione, le ipotesi sul tavolo di Mps sono diverse. Il management attuale, guidato dall'ad Fabrizio Viola e dal presidente Alessandro Profumo, stanno cercando di garantire un'ordinata uscita dalla cisi, anche se le sorprese che escono dalle pieghe dei bilanci stanno rendendo più difficile la loro opera. C'è un'ipotesi di commissariamento che potrebbe essere deciso da Banca d'Italia proprio a favore dell'attuale vertice operativo dell'istituto. Una via alternativa, nel caso dovessero verificarsi ulteriori buchi nei conti e la situazione dovesse risultare di ardua gestione potrebbe essere l'intervento dello Stato direttamente nel capitale, ipotesi già peraltro prevista nell'ambito dei Tremonti-bond, oppure con un'azione più traumatica. Ma non semplice da giustificare agli occhi dell'elettorato.


9. Le Fondazioni bancarie

A partire dagli anni Ottanta la Comunità europea ha avviato una forte spinta per la liberalizzazione dei principali settori dell'economia, tagliando aiuti e sussidi pubblici e, soprattutto, costringendo i Paesi membri a privatizzare le aziende in mano pubblica. In Italia oltre ai vecchi monopoli di stato, il settore bancario era ancora dominato dalle partecipazioni pubbliche, sia per quanto riguarda le tre Banche di interesse nazionale (Comit, Credit e Banca di Roma) sia per il sistema delle casse di risparmio, articolato su tutto il territorio e controllato dagli enti locali. Nel tentativo di tagliare il cordone tra banche e politica, il governatore della Banca d'Italia Carlo Azeglio Ciampi scelse allora di dividere l'azionariato dalla gestione operative degli istituti, creando sopra alle banche stesse le Fondazioni, enti misti pubblico-privati senza scopo di lucro cui veniva conferito il controllo delle ex banche pubbliche.
Da allora le Fondazioni, in seguito anche alle operazioni di aggergazione e di fusione che hanno interessato il mondo bancario, hanno progressivamente ridotto le loro partecipazioni. Ormai sono poche le fondazioni che hanno mantenuto il controllo di fatto delle banche - Mps è una di queste, con una quota vicina al 35% in mano alla Fondazione -, ma in ogni caso queste istituzioni hanno mantenuto un potere di indirizzo non indifferente all'interno degli istituti. E come dimostra il caso che coinvolge il Montepaschi, la creazione delle Fondazioni non è riuscita a sciogliere il legame tra politica e finanza. Come per le fondazioni in tutto il mondo, il ricco pacchetto di profitti che le banche hanno garantito è stato gestito in questi anni per rinsaldare i legami con il territorio, andando a finanziare attività caratterizzate da finalità e valori di utilità egnerale, dal volontariato alla ricerca, dall'imprenditoria al sociale. E anche sotto questo aspetto Mps e Siena costituiscono un caso da manuale.

 
 
 
Scritto da Powered by Google Sites- Mario Arpaia   
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