LE NOSTRE PROPOSTE PER UN NUOVO SISTEMA PENITENZIARIO |
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GENTILISSIME/I,
non ci sono nel nostro Paese altri soggetti che conoscono le carceri e il sistema carcerario come Antigone, lo scriviamo da tempo, abbiamo anche noi sottoscritto e segnalato al Capo dello Stato, alla ministra della Giustizia, degli Interni, al DAP la necessità che Antigone ne faccia parte, in modo organico, consultivo. Ma non c'è verso nessuno avanza una proposta, sono paralizzati dall' argomento "carceri" che fa perdere voti a tutti i partiti. Il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, si sottrae a qualsiasi confronto, dovrebbe guidare la politica in generale. Ieri sera per la prima volta ad otto e mezzo, è stato affrontato il tema delle critiche degli intellettuali, dei docenti universitari, dei giornalisti nei riguardi di Draghi, l'uomo santificato che camminava sulle acque. Ci si è accorti che lontano dalla realtà che vive l'Italia. Il giornalista Formigli, di Piazza Pulita, ha evidenziato il dramma della delocalizzazione delle fabbriche, delle chiusure, le industrie non hanno certezze la mattina le maestranze le trovano chiuse senza nessun preavviso. Lo storico Montanari attaccato pesantemente dalle destre che, lo definiscono un Talebano. Se ci siete ancora politici, battete un colpo, altrimenti ditecelo che siete in quei posti solo per le poltrone, come dichiarò Zingaretti.
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Il documento con le nostre proposte verrà presentato il 20 settembre a Roma |
In una conferenza stampa, che si terrà il 20 settembre a Roma, presenteremo ufficialmente le nostre proposte per una vita in carcere dagli standard più elevati.
Già inviato al Ministro della Giustizia e ai componenti delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato, il nostro documento contiene proposte che, se approvate, prevederebbero più contatti telefonici e visivi, un maggiore uso delle tecnologie, un sistema disciplinare orientato al rispetto della dignità della persona, una riduzione dell'uso dell'isolamento, forme di prevenzione degli abusi, sorveglianza dinamica e molto altro.
Un regolamento efficace e in linea con l'attualità dei tempi per garantire diritti alle persone detenute: dal diritto alla salute al diritto ai contatti con i propri affetti, ai diritti delle minoranze (stranieri, donne), ai diritti lavorativi, educativi, religiosi.
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Un Referendum per cambiare le politiche sulle droghe |
Il 35% dei detenuti è in carcere per aver violato le leggi sulle droghe. Il 25% di chi è detenuto è tossicodipendente. Occorre promuovere politiche che affrontino la questione in maniera totalmente opposta rispetto a quanto fatto finora. Per questo, insieme a numerose altre realtà, abbiamo promosso un referendum per abrogare alcune parti del testo unico sugli stupefacenti, superando 30 anni di approccio proibizionista e criminalizzante sulla cannabis.
L'obiettivo è ambizioso, raccogliere oltre 500.000 firme entro il 30 settembre. In tre giorni sono oltre 330.000 le persone che lo hanno firmato.
Con questo referendum si vogliono affrontare alcuni aspetti, in particolare, superando la criminalizzazione per chi coltiva cannabis per uso personale e cancellando le pene per chi ne vende piccole quantità. Inoltre, intervenendo sull'art. 75 del testo unico, si prevede di eliminare il ritiro della patente conseguente all'uso di cannabis, anche quando quest'uso non avvenga mentre si è alla guida o non sia avvenuto poco prima di mettersi al volante.
Per firmare basta avere lo Spid o la Carta di Identità Elettronica.
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Il detenuto studioso merita una bella punizione |
Chissà cosa mai avrebbe detto don Milani se avesse letto quell’ordinanza di un tribunale di sorveglianza che, nel negare a un detenuto una misura esterna di maggiore libertà, afferma perentoriamente che quel detenuto ha studiato troppo e potrebbe usare le sue lauree (conseguite durante la carcerazione) e la sua cultura universitaria per andare a rafforzare la sua dimensione criminale. Tutto ciò è accaduto nella dotta Bologna che vanta una delle università più nobili e antiche della storia italiana. C’è da restare basiti, increduli, ma anche un tantino preoccupati da questo caso per il quale ci aveva coinvolto il detenuto, manifestando alla nostra associazione tutta la sua disperazione. Un’incredulità condivisa da tanti studiosi e giuristi, tra cui il prof. Giovanni Maria Flick, autore insieme alla nostra avvocatessa Francesca Cancellaro del ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani. Alla base di questo ricorso ci sono diversi argomenti. Uno di questi è il fatto che l'istruzione e la formazione culturale sono i più limpidi strumenti di emancipazione dalle scelte devianti e non possono mai essere reinterpretati quali segni di pericolosità.
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Calano ancora i reati. Ma non la popolazione detenuta |
L’Italia è un Paese che non ha un’emergenza criminalità. I dati statistici di agosto lo confermano in modo inequivocabile. In un anno, dal 1 agosto 2020 al 31 luglio 2021, gli omicidi sono calati del 6% (sono stati 276), un tasso pari allo 0,46 ogni 100 mila abitanti, una dei più bassi in Europa. E gli omicidi calano nonostante sia ancora troppo alta la quota di donne assassinate, ben 105. Calano anche i furti (-12,8%) e le rapine (-3,8%). Tutti questi reati calano nonostante l'anno di riferimento precedente sia stato quello del lockdown con almeno due mesi di criminalità anestetizzata.
Questi numeri ci dicono almeno tre cose. In primo luogo non esiste un’emergenza sicurezza nel nostro Paese e chiunque la evochi è in evidente malafede. In secondo luogo bisognerebbe finalmente aprire un cantiere di riforma del codice penale, epurandolo dagli eccessi punitivi e dalle concessioni all’autoritarismo dell’epoca in cui fu approvato. Infine bisognerebbe affrontare la questione criminale insieme a quella sociale e culturale.
Le statistiche criminali del Ministero degli Interni ci dicono che è arrivato il momento di fare marcia indietro e tornare dallo stato penale allo stato sociale, ripulendosi dalla retorica della tolleranza zero e di tutti i seguaci di Rudolph Giuliani, sconfitti dalla storia e dal buon senso.
Patrizio Gonnella scrive di questo su Il Manifesto.
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IL RACCONTO DI DUE NOSTRE VISITE |
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Torino |
Al centro di un’inchiesta per le violenze contro i detenuti, numerosi spazi dell’istituto piemontese si presentano in uno stato critico, in alcuni casi al di sotto degli standard minimi. Qui raccontiamo quello che è emerso con le nostre visite.
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Santa Maria Capua Vetere |
Il carcere è stato sotto gli occhi di tutti per la diffusione delle immagini dei pestaggi che avvennero nell'aprile del 2020. Ma i problemi vanno ben oltre. Qui li raccontiamo dopo la nostra visita del luglio scorso.
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Riprende da settembre l'attività di Atletico Diritti! |
Calcio maschile e basket preparano la nuova stagione sportiva. A breve la ripartenza interesserà anche le ragazze del calcio a 5 nel carcere di Rebibbia femminile.
Una novità riguarda la nuova sezione di tennistavolo nella casa di reclusione di Rebibbia maschile. Dopo il successo del corso intensivo tenutosi a luglio, da settembre l'attività di tennistavolo si terrà in pianta stabile per tutta la stagione sportiva.
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