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IL LEGHISMO E I SUOI PROFETI
Domenica 24 Ottobre 2021 07:05

Il “leghismo” e i suoi profeti

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Non sono uno storico né un esperto politico, ciò che scrivo è in veste di semplice cittadino attento a ciò che accade.

Quando si ebbero le prime avvisaglie di questa tendenza politica bazzicavo il veneto per lavoro e frequentavo amicizie locali. Si trattava della “Liga Veneta” che si faceva notare con esibizioni carnevalesche tipo il finto carro armato portato a Venezia dagli otto sprovveduti “Serenissimi” che, superando l’atteggiamento dell’allora partito ufficiale, la Lega Nord, pretendevano il distacco della regione Veneto dal resto d’Italia. La loro convinzione, divenuta poi “pazza idea” era che il momentaneo periodo di crescita della loro regione potesse perdurare quando, viceversa, si andava verso l’unica seria e positiva realtà: L’Unione Europea. Non arrivavano a capire che il loro egoismo godeva di frutti troppo esigui per durare e tanto avvenne. Venivano, inizialmente, presi di mira i meridionali sfacciatamente e antipaticamente con i Borghezio del momento. Poi il Movimento prese piede in Lombardia dove trovò, a Varese, una sua nuova spinta con la figura di Bossi. Anche in questa fase il ridicolo li trascinò alla fonte del Po per il ricorrente battesimo e a Pontida in provincia di Bergamo per i raduni dei “legacornuti” a imitazione vichinga.

Inutile cercare un ben che minimo appiglio di seria politica tra questi guitti da avanspettacolo. Privi di lotte precedenti in favore della società o almeno di parte di essa, privi di ideologie da cui eventualmente poter trarre argomenti, privi di uomini illustri che dessero o avessero dato contenuto con i comportamenti alle loro chiacchere.  Nessun Marx né Lienin, nessun Aragon né Pasolini, nessun Gramsci né Turati, nessun Don Sturzo né De Gasperi, nessun Mazzini né Cavour.

E’ risaputo che, in politica, se si crea un “buco” viene subito riempito. Ciò accadde dopo “mani pulite” con l’avvento di Berlusconi che si infilò negli spazi lasciati dalla “Prima Repubblica” ben che le sue, di mani, fossero tutt’altro che pulite. Successivamente egli stesso lasciò spazio al furbacchione di turno, Salvini, che si disse “se ce l’ha fatta lui…” Tanto basta urlare al popolo ciò che il popolo vuol sentirsi dire e il gioco è fatto. Organizzatosi con una infinita quantità di felpe che lo avvicinavano ad un moderno Rugantino, mutando di volta in volta la scritta a grandi caratteri secondo a chi si rivolgeva e secondo chi si accingeva a illudere, passò alle ammiccanti dichiarazioni di: Prima il Nord, poi Prima il Centro e successivamente Prima il Sud. La funzione era l’allargamento dell’elettorato a qualsiasi costo. Poggiando il motivo conduttore su di un banale, continuo attacco agli immigrati di gran presa lungo tutto lo stivale e concludendo, naturalmente, con Prima gli Italiani. In realtà la ricerca era rivolta a favorire “Prima se stesso”!

Come potesse attirare il favore dichiarato dai sondaggi rimane, per me un mistero, la mia spiegazione dell’incredibile responso non poteva che risolversi attribuendo sprovvedutezza agli intervistati o inganno da parte degli intervistatori. Fatto sta che i numeri dichiarati dai sondaggi gli hanno concesso una immeritata attendibilità sino ad erigerlo Premier della ultima versione del partito “legaiolo”. Giunto ad alto incarico nel Governo giallo-verde ha combinato notevoli pasticci inimicandosi l’Europa che conta. Poi, ebbro di vanagloria, ha cercato di andare oltre facendo cadere il governo Conte 1 e consentendo la nuova formula 5 Stelle-PD. Bel successo, per la sua destra, che ha così avviato il pesante declino. Ora, consapevole della sua pochezza, torna a rendersi disponibile per una coalizione formata, oltre che da se stesso da un “morto” in funzione politica e da una esagitata estremista di destra. Non credo gli possa andare bene come già avvenuto nelle ultime elezioni amministrative.  

P.S. – Spero molto in un futuro condotto da Draghi!

Scritto da nenciw.m@tin.it-VALTER NEDO-NENCI   
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