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"M - Il figlio del secolo"
Domenica 06 Febbraio 2022 09:09

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"M - Il figlio del secolo" al Piccolo Teatro

Strehler: in scena la storia dell’ascesa del fascismo

Sul palco del Piccolo Teatro Strehler, a partire dal 2 febbraio, il racconto dell'ascesa di Mussolini, dall’idea del romanzo storico di Antonio Scurati e portato alla luce in teatro da Massimo Popolizio

Le ragioni della Memoria

GENTILISSIME/I,

Marinetti, D'Annunzio, Margherita Sarfatti e tanti altri, ce li trasciniamo dietro ancora oggi, non aver fatto i conti con il fascismo immediatamente dopo il 25 aprile è stato un vulnus dalla nascita della Repubblica, uno sfregio perenne alla democrazia. L'incapacità di eleggere un nuovo Presidente della Repubblica è figlio dello sfregio: 

la medaglia d’argento al valore militare e alla Resistenza di Ferrara non può essere violentata da una strada che porta il nome di un gerarca fascista. L’Unione comunale del Partito Democratico di Ferrara interviene sulla polemica sorta attorno alla volontà di Vittoria Sgarbi di organizzare una mostra sul Balbo aviatore. Idea alla quale si è aggiunta la proposta, proveniente sempre dal presidente di Ferrara Arte, di intitolare una via o una piazza al capo dello squadrismo ferrarese.

Il dibattito, secondo il Pd, ha ormai scavalcato i confini del mondo culturale, “riguardando la storia della nostra città e della sua stessa costituzione”.

I dem si dicono concordi sulla “necessità di una ricerca storica libera e rigorosa anche sulle pagine più scomode del nostro recente passato”, ma temono che “la mostra assuma un taglio nettamente agiografico e celebrativo della figura di Balbo, purtroppo, sia molto forte. E non possiamo accettarlo. Il rischio trova ampia conferma nelle parole di Vittorio Sgarbi, che rivendica per Ferrara Arte, di cui è presidente, l’ideazione e la realizzazione di una mostra sul gerarca fascista”.

“Ribadiamo – continuano i dem – che non possiamo accettare che si faccia una mostra su Balbo senza parlare di fascismo, come qualcuno ha affermato, perché il gerarca ferrarese fu tra i più tenaci e violenti organizzatori dello squadrismo fascista che fu all’origine di un Regime ventennale da cui l’Italia uscì in macerie, al prezzo di una sanguinosa guerra civile e di un disastroso conflitto mondiale”.

E nemmeno “possiamo tollerare affermazioni del tipo «le trasvolate rappresentano autentici fatti eroici che nulla hanno a che fare con l’ideologia», quando tutti gli storici che si sono cimentati con la figura di Balbo concordano nel sottolineare il grande valore propagandistico che le Trasvolate ebbero per il Regime mussoliniano. Ed a nulla vale ricordare l’amicizia che legò il ras di Ferrara a esponenti di spicco della locale comunità ebraica, poiché Balbo non ebbe mai il coraggio politico di rompere apertamente i rapporti con Mussolini dopo l’emanazione delle leggi razziali, che furono salutate dal “Corriere Padano” con fervente slancio antisemita”.

Infine, “non possiamo dimenticare che il nome di Balbo resta indissolubilmente legato all’omicidio del prete argentano don Giovanni Minzoni: uno degli episodi più gravi del Novecento ferrarese”.

Oltre alla mostra, poi, “apprendiamo della volontà di dedicare una piazza o una via «all’universalmente ammirato trasvolatore». Questi i primi e più evidenti effetti della destra al governo, salvo poi ritrovarla con la fascia tricolore alle manifestazioni per il giorno della memoria”.

L’Unione comunale del Partito Democratico di Ferrara non vuole accettare “l’ipocrisia di una esaltazione “parziale” di Balbo e non accetteremo che la nostra città, medaglia d’argento al valore militare e alla Resistenza, venga attraversata da una via dedicata ad un gerarca fascista. È importante che la Ferrara democratica e antifascista tenga sempre alta la guardia contro ogni tentativo di banalizzare o edulcorare il passato: i nostri eletti e militanti saranno sempre pronti a farlo a tutti i livelli istituzionali”.

Fino al 26 febbraio 2022

Saranno diciotto attori a portare sul palco del Piccolo Teatro Strehler, a partire dal 2 febbraio, il racconto dell'ascesa di Mussolini, dalla fondazione dei fasci di combattimento, passando per la Marcia su Roma, fino al discorso in Parlamento del 3 gennaio 1925 e al dilagare dello squadrismo. L'idea nasce dal romanzo storico M - Il figlio del secolo di Antonio Scurati e portato alla luce in teatro da Massimo Popolizio.

L'altra sera sera, nella Rubrica della /TV la7 condotta dal duo De Gregorio-Parenzo, abbiamo avuto il piacere di ascoltare Ezio Mauro e Antonio Scurati, dialogare sullo spettacolo che si tiene al Teatro, Il Piccolo di Milano, sul libro " M - il figlio del secolo " Una triologia, un lavoro certosino, mia figlia insegnate, ha faticato a stargli dietro. Ricordiamo Mauro a Brescia con Norberto Bobbio, Tina Anselmi e Caponnetto nel ventennale della strage. Dobbiamo difendere le istituzioni, sono la nostra democrazia, i Partiti hanno deragliato dai

 

binari, riportarli su è necessario molto tempo. Stiamo cercando con il ministro dell' Università, della Scuola, della Giustizia, sulla necessità di far scendere in campo tutte le Università e le Scuole italiane, il MUR e il MIUR. Potrebbero mettere a disposizione della società civile, delle associazioni, tantissime sono Onlus, come Antigone, Yairaha, sono strutturate, hanno al loro interno persone colte e di valore. E' necessario che il teatro entri e porti i suoi lavori, quale palcoscenico migliore. Nascerebbe una discussione, giovani, docenti, rappresentanti delle Forze dell' Ordine. Scurati ha invitato a continuare la lotta e a studiare, solo attraverso il sapere il Paese può cambiare culturalmente. Ezio Mauro ci ha fatto conoscere la Rivoluzione di Ottobre in Russia, lo stalinismo. La pandemia a bloccato tutto, dobbiamo essere pronti a ricominciare. Se vogliamo aiutare il Paese, dobbiamo seguire i consigli di don Luigi Ciotti, sporcarci le mani. Dott.ssa Sgarbi, le colpe del fratello non possono ricadere sulla sorella, suo fratello non può giocare con il fascismo e l'antifascismo, ci sono ancora i familiari delle vittime, per fortuna che non pubblica i suoi libri, presso la Casa editrice che dirige, c'è un limite a tutto vero? Oppure possiamo andare a ruota libera a nostro piacimento, ci scriva, ci faccia conoscere il suo autorevolissimo parere, le saremo molto grati.

Sul palco la nascita del fascismo

MEMORIA DELLA STRAGE

Una storia che ci sembra di conoscere ma che in realtà nasconde sempre nuove interpretazioni. È quella che parte dai sei anni che seguono la Grande Guerra, e che rappresentarono per l'Italia la strada per il dilagare del fascismo. Senza offrire un concentrato dei fatti storici, il testo teatrale intende portare in scena una rappresentazione plastica ed espressionista dell’affermarsi del fascismo.

Gli attori rappresenteranno, non solo il fondatore del partito fascista, ma anche le figure a lui più vicine, come Marinetti, D'Annunzio, Margherita Sarfatti e molti altri. Accanto a Massimo Popolizio e Tommaso Ragno ci saranno Riccardo Bocci, Gabriele Brunelli, Tommaso Cardarelli, Michele Dell’Utri, Giulia Heatfield Di Renzi e numerosi altri attori della produzione Strehler

M Il figlio del secolo

2 febbraio - 26 febbraio 2022

Piccolo Teatro Strehler

Biglietti online qui   

Di Viola Francini

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Ieri sera, teatro Strehler del Piccolo, 3 ore di vero teatro con Popolizio e altri 17 attori.

Confesso che non ho letto (né ho voglia di leggere) le ottocento pagine dell’omonimo romanzo di Scurati da cui è tratto lo spettacolo, ma la fama del libro (Premio Strega 2019) e la curiosità per una operazione culturale che dato l’argomento non si può non definire ardita ci ha spinto sulla balconata del Piccolo.

Ne è valsa la pena.

Non perché emergano prove d’attori particolarmente coinvolgenti, né per le invenzioni sceniche (aclune comunque notevoli), né tantomeno per la storia conosciuta se non nei dettagli nelle tappe principali, ma per la coralità e la coerenza dell’interpretazione e il ritmo impresso al racconto.

Popolizio ha scritto: “È una staffetta tra diciotto attori – spiega Massimo Popolizio – che, lontano da ogni retorica, porta all’attenzione del pubblico il ritmo incalzante di una scalata al potere, avvenuta in un momento di profonda debolezza di istituzioni e partiti.”

La figura di Mussolini ne emerge quasi fosse uno dei tanti, uno dei tanti che cercavano un cambiamento, una rivoluzione, la conquista di un nuovo ordine sociale, in mezzo a scontri feroci, a cui gli squadristi impressero un cambio di passo e di dimensione nella violenza e nell’aggressività.

Il rapimento e l’assassinio di Matteotti avrebbero potuto cambiare tutto. Non fu così. Ma questa non è un’altra storia, come diceva uno degli attori di Irma la Dolce, ma la nostra storia.

Vale assolutamente il biglietto ed anzi credo andrebbe imposto nei programmi scolastici della nostra pregiata Repubblica.

https://www.youtube.com/watch?v=h7kaCVVmpBo

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Scritto da Antonio Scurati   
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