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LA CULTURA MAFIOSA E I TRAGEDIATI
Domenica 20 Febbraio 2022 16:44

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PIERA AIELLO

Protagonista della seconda puntata è la testimone di giustizia Piera Aiello, vedova di mafia che si è ribellata a Cosa Nostra denunciando gli assassini del marito. La storia di Piera Aiello porta a ricordare anche il giudice Paolo Borsellino, che la accompagnò nel suo percorso di testimonianza, e sua cognata Rita Atria, la più giovane testimone di giustizia italiana, morta suicida all'età di 17 anni dopo la strage di via D'Amelio.

Casarubbea

IL PRESIDE E STORICO GIUSEPPE CASARUBBEA

https://www.youtube.com/watch?v=gtZ-U6y7ny4

 

 

GENTILISSIME/I,

dopo aver visto e ascoltato Piera Aiello e Roberto Saviano, è quasi impossibile aggiungere altro alle loro vite di sorvegliati speciali, per aver parlato, denunciato la tragedia greca che, la Sicilia più di altre Regioni vive quotidianamente. Il servizio che la RAI ha mandato in onda, è uno di quei documentari che restano impressi nella memoria per sempre. Fare "memoria" fa si che le storie non vengono dimenticate, la memoria deve essere un racconto ripetitivo, deve servire a tenere in vita principalmente quella interiore, a differenza della memoria che si esprime nelle manifestazioni, nei convegni, davati alla lapide di una persona scomparsa.

Piera Aiello ci guarda direttamente negli occhi, ci interroga, ci chiede cosa facciamo per cambiare la cultura mafiosa, perchè nonostante anni e anni di mattanze, di morti eccellenti, di servitori dello Stato, disintegrati con quintali di esplosivo, continua, in modo diverso, con molto meno morti, ma con molti, molti più colletti bianchi, convolti a rubare il futuro dell' intero Paese. La storia di Piera Aiello, strettamente collegata a quella di Rita Atria, ci mostrano le "famiglie" al cui interno accadono cose impensabili, dove la realtà supera di gran lunga l'immaginazione. Ero giovane, in Parlamento e nel Paese era quasi vietato dichiarare che  la mafia e il fascismo esistessero, come invece

esistono e prosperano ancora oggi. Insieme, in un abbraccio mortale, provocarono la strage di via dei Georgofili a Firenze. Noi ieri sera abbiamo conosciuto da vicino Piera e Rita, con il padre putativo Paolo Borsellino. Piera collaboratrice di giustizia insieme a Rita, che al giudice fece giurare di proteggere la figlia nel caso fosse uccisa, Borsellino le rispose: che avrebbero prima ucciso lui. Lo Stato dov'era, possibile che dopo aver eliminato Giovanni Falcone, Borsellino non potesse adeguatamente essere protetto? Perchè fu  lasciato solo in quei 47 giorni, tutti sapevano che l'esplosivo era arrivato a Palermo. La storia ci riporta ad Aldo Moro, perchè proprio lui? Il compromesso storico che avrebbe cambiato di sana pianta la politica italiana, faceva paura al Palazzo e al Potere! Non possiamo rassegnarci, non possiamo perdere la speranza che ci tiene in vita, lo dobbiamo a tutte le persone che hano deciso di collaborare con la giustizia. Una giustizia giusta, discreta, fatta di magistrati incorruttibili, ilda Boccassini, dovette trasferirsi in Sicialia per vendicare Giovanni Falcone. Le donne, si perchè gli uomini nascono dalle donne, loro, solo loro, sanno come raccogliere tutte le forze e combattere...contro nemici che conoscono ma che non sanno come e quando colpiranno.

Grazie di cuore Piera Aiello, il tuo racconto ne siamo certi avrà un seguito nelle scuole e nelle università, non potranno fare finta di non aver visto e sentito. I Rettori, i Docenti, hanno il dovere morale,insieme alla RAI, di proiettare l' intervista, ha un valore inestimabile di conoscenze dirette sul terribile fenomeno che è la mafia e la corruzione. 

 

 

 

Scritto da Mario Arpaia   
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