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CENTRO STUDI PASOLINI
Giovedì 24 Febbraio 2022 10:30

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GENTILE PRESIDENTE FLAVIA LEONARDUZZI, siamo Partigiani,siamo da una parte, siamo di sinistra, siamo pasoliniani.

Guidalberto Pasolini detto Guido, nome di battaglia "Ermes" (Belluno4 ottobre1925 – Cividale del Friuli12 febbraio1945) è stato un partigianoitaliano. Morì appena diciannovenne nei fatti legati all'eccidio di Porzûs, tragico e controverso episodio della Resistenza Italiana in cui diciassette partigiani delle Brigate Osoppo furono trucidati da un gruppo di partigiani comunisti appartenenti alle Brigate Garibaldi, per motivazioni politiche non legate alla lotta contro il nazifascismo.

 

 è nel cuore di un gran numero di Italiani, non tanti quanto ne meriterebbe, la cultura dei più si limita alle apparenze, alla sessualità e non molto a quanto ha lasciato PPP a tutta l'umanità. La guerra che stiamo con angoscia vivendo, è figlia dell' incultura, della prepotenza, di una politica affarista e bieca, dove pochi comandano su milioni di esseri umani. Pasolini capiva le cose, almeno dieci anni prima di una persona normalmente acculturata.Lo hanno ucciso barbaramente in quanto non era accettato come diverso, l'hanno reso debole agli occhi del mondo che gli girava attorno. L'Italia ha perso un patrimonio che in parte è, nel Centro studi pasoliniani.Gli studenti, i docenti sia delle scuole superiori che delle università italiane, non frequentano moltissimo il Centro. Pasolini era un ideologo, e questi di oggi hanno dichiarato che non esistono più, Putin l'ha capito e si annette gli altri popoli. Quella che stima vivendo è una guerra in Europa a bassa intensità, durerà nel tempo, tendono ad indebolire le istituzioni liberamente elette. Ci rivolgiamo ai sovranisti e separatisti nostrani. Organizammo a Foggia un Convegno con il prof. Voza, dell' Universotà di Bari, del Pasolini e la poesia dialettale friulana, che è una lingua, è di Bari, noi siamo di Foggia, ma mia figlia insegna lettere a Conegliano.

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Con l’apertura, sabato 26 febbraio, della mostra “Pasolini. I disegni nella laguna di Grado”, si avviano le iniziative per il Centenario della nascita di Pasolini nel Centro studi Pasolini di Casarsa.

Numerosi saranno i progetti che nel corso dell’anno il Centro, presieduto da Flavia Leonarduzzi, metterà in campo; iniziative legate al centenario e nel solco della programmazione annuale tutte nel segno dell’obiettivo che guida l’attività del Centro, ovvero lo studio, la divulgazione e la valorizzazione della figura di Pasolini, con particolare riferimento al periodo friulano, che è stato fondamentale per la sua formazione umana e artistica. Diverse saranno anche le collaborazioni che il Centro Studi promuoverà con enti, istituzioni e realtà culturali sia a livello territoriale che nazionale.

© PIER PAOLO PASOLINI, by SIAE 2022

Trattasi di una mostra preziosa, prima fra le esposizioni temporanee in programma nel 2022, perché interamente dedicata alle opere realizzate da Pasolini nel luogo che fu per lui di grande ispirazione poetica ed anche perché 9 delle 20 opere esposte a Casa Colussi sono inedite.

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PIER PAOLO PASOLINI, by SIAE 2022

“Grazie a questa presenza – sottolinea la presidente del Centro studi Leonarduzzi – la mostra rappresenta lo sguardo più compiuto sino ad oggi su questa parte della produzione pasoliniana che nasce intorno alle riprese di Medea (1969) e la Settimana internazionale del cinema di Grado (1970-1972). Ed è ancora una volta motivo d’orgoglio, per il Centro studi, arricchire di aspetti nuovi la conoscenza di Pasolini e della sua feconda poliedricità, in particolare nell’anno che celebra il suo centenario”.

Ritratto di Maria Callas © PIER PAOLO PASOLINI, by SIAE 2022

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L’esposizione, organizzata con il contributo del comune di Casarsa e della Regione Friuli Venezia Giulia e con il patrocinio del Comune di Grado, è curata dalla storica dell’arte e studiosa udinese Francesca Agostinelli (cui si deve anche il catalogo che correda la mostra), la cui ricerca ha permesso il ritrovamento dei pezzi inediti. Comprende 20 opere di Pasolini, 11 delle quali note e appartenenti alla collezione del pittore Giuseppe Zigaina, mentre 9 costituiscono appunto il nucleo di “disegni ritrovati” che implementano in modo rilevante quanto sinora conosciuto. Fra questi anche un ritratto di Maria Callas eseguito da Pasolini e un disegno di Ninetto Davoli, che dedica “a Paolo” I lumi affumicanti del Safon, riconducendo la situazione al clima particolare generato nell’isola di Grado in quel breve e intenso periodo.

– La mostra sarà aperta al pubblico dal 27 febbraio al 3 aprile 2022, con il seguente orario:
da martedì a venerdì 15.00-19.00; sabato e domenica 10.30-12.30 e 15.00-19.00

 

Dalla meglio << DALLA MEGLIO GIOVENTU'>> ALLA NUOVA GIOVENTU'>>: DALL'EDEN FRIULANO ALLA << CRISI COSMICA >>

 

C'è una lirica in cui Pasolini scriveva: << Non rimpiango una realtà ma il suo valore./ Non rimpiango un mondo ma il suo colore. (...) non piango perchè quel mondo non torna più,/ma piango perchè il suo tornare è finito. (...) torno passando sui ponti crollati (la guerra attuale )come un australiano>>. Qui Pasolini , pur senza la speranza di un vero ascolto, intendeva chiarire la natura del suo estremo "rimpianto", che in verità, più che accorata nostalgia di un mondo passato ( come gli veniva spesso attribuito o imputato) , era intollerabile sgomento  per un presente totalitario e immobile nel quale la borghesia gli sembrava essere divenuta la <<forma razziale>> dell' umanità, e nel quale si stava consumando uno sconvolgente e immendicabile  << genocidio culturale...( non solo )>>. Ora Pasolini avvvertiva che tale suo sgomento era condannato a un'atroce solitudine e perciò da un lato denunciava, con irridente provocazione , che gli intellettuali anche i più avanzati e critici>> non si erano accorti che  <<le lucciole stavano scomparendo>> sall'altro traduceva la sua metafora lividamente squisita segnalandone il valore totalitario: << pretendo che tu ti guardi intorno (Putin e tuoi amici...) e ti accorga della tragedia. Qualè la tragedia? La tragedia è che non ci sono più esseri umani, ci sono strane macchine che sbattono l'una contro l'altra>>. Agamben, l'autore delle ceneri di Gramsci parlava di una vera e propria <<sparizione>> dell'umanità>> nel cuore della società attuale>>, non riuscendo a intravedere le tanti baluginanti forme di resistenza o di eccedenza pur in qualche modo presenti e riconoscibili.

(PASQUALE VOZA UNIVERSITA' DI BARI)

 

Lo scritto del prof. Voza, è una lezione di vita a tutti i docenti di tutti i livelli della scuola italiana-

Grazie all’Associazione “MEMORIA CONDIVISA” oggi ho avuto modo di vedere il filmato “Il Corpo, il sacro, il potere: Pasolini e l’Universo orrendo” raccontato dal prof. Pasquale Voza, docente emerito di Letteratura italiana nell’Università di Bari, componente del comitato scientifico del periodico internazionale “Studi pasoliniani” e della rivista “Historia Magistra”. Da sottolineare che nel corso della sua pluriennale attività di studi il professor Voza ha riservato speciale attenzione all’opera e al pensiero di Pasolini, cui ha dedicato molti saggi, apparsi sulle più importanti pubblicazioni di settore, nonché edito alcuni libri fra i quali il più recente “La metascrittura dell’ultimo Pasolini”. Che dire? Eccellente la sua relazione, minuziosa, chiara. Solo sentir parlare del poeta è cosa appagante, se poi ti lasci condurre da un’ottima guida anche dentro sentieri che avevi tralasciato, riferimenti e interpretazioni di cui ti era sfuggita la giusta importanza o sottovalutato i rapporti che vanno ad incastrarsi perfettamente con la personalità e intelletto dell’indiscutibile e geniale artista, allora il quadro complessivo diventa più nitido, metti a fuoco anche la sua sacralità, scopri che non era solo letterato, poeta, regista, attento osservatore dell’umanità e dei feticci usati dal potere, ma pure profeta e forse qualcosa di più. Ho gustato le parole del relatore, ne ho assaporato gli accostamenti, sempre chiaro, lineare, pacato, privo di enfasi ma incisivo nel descrivere l’uomo Pasolini, la cui profondità di analisi era inaccessibile ai più. Il prof. Voza ha fatto entrare la platea nel suo più intimo concetto di vita, ne ha allargato l’angolo di visuale, permettendo di vederlo così come forse riuscivano spontaneamente i “suoi” ragazzi di borgata, con la loro mente semplice, per certi aspetti vergine quindi aperta, recettiva, non inquinata, predisposta a captare le riflessioni di un uomo che volava alto raggiungendo quote inimmaginabili lasciando dietro sé “lo sguardo degli attoniti” come ebbe a dire Giordano Bruno nell’introduzione del suo “De Immenso”. Montaggio perfetto a cura del Presidente sig. Mario Arpaia, essenziale come deve essere la coreografia, audio perfetto. Complimenti a tutti coloro che hanno contribuito ad assemblare questo cortometraggio, un particolare ringraziamento al prof. Pasquale Voza e il nostro spirito sempre rivolto al più grande rappresentante dell’intellighenzia dell’ultimo dopoguerra le cui opere, con descrizioni di desolati paesaggi metropolitani, figure angosciate, tormentate, inconsapevoli di essere vittime di un sistema perverso, le sue precise valutazioni, vere, inconfutabili, i film immortali, le indiscutibili sentenze sulla nostra cultura, l’incitamento alla solidarietà, non smetteranno mai di stupirci ed indicarci la via da seguire.

La lezione del prof. VOZA

https://www.youtube.com/watch?v=3IWOsW7k0Gc 

https://www.flickr.com/photos/22523260@N04/albums/72157629548176318

 

 

 

 

Scritto da Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa-Pasquale Voza-Mario Arpaia   
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