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Un monumento alle vittime dell' amianto
Sabato 11 Giugno 2022 16:24

 

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COMUNICATO STAMPA

Martedì 7 maggio, nel Tribunale di Matera, c’è stata una udienza riguardante la morte di tanti lavoratori che hanno svolto la loro attività lavorativa presso l’azienda ETERNIT sita nella Val Basento a Ferrandina Scalo.

 

 Le organizzazioni che hanno chiesto l’intervento della Magistratura penale sono state: Medicina Democratica (MD) e Associazione Italiana Esposti Amianto (AIEA), molto presenti nella Regione Basilicata, maggiormente operative con lo “sportello salute” a Matera e “parte civile” nel procedimento penale. La principale motivazione sostenuta dalle Associazioni di volontariato è rappresentata dal forte bisogno di assistere alla condanna di tale azienda che, non solo, non si è mai preoccupata della salute dei propri dipendenti ma ha, perfino, inquinato tutto l’ambiente circostante depositando abusivamente un centinaio di sacconi pieni di amianto e suoi manufatti ai bordi della SS Basentana, tralasciando oltre 600 sacconi di amianto friabile tipo crisotilo e si dice, anche, un centinaio di sacchetti di crocidilite abbandonati  all’interno del capannone, e molti manufatti all’esterno. I sacconi contenenti amianto a margine della Basentana sono stati rimossi solamente dopo una richiesta di rimozione coatta inoltrata da AIEA VBA al Ministero dell’Ambiente e alle autorità territoriali.

 

Ignorare la estrema pericolosità delle fibre di amianto testimoniata, prima di tutto, dal gran numero dei dipendenti defunti, rappresenta l’assenza di qualunque forma di civiltà ed impegno all’interno della società in cui si vive, nello stesso tempo, nonostante l’ambiente di lavoro fosse saturo di polveri i dipendenti erano presenti ogni giorno per raggiungere l’obiettivo di dare una vita dignitosa alle proprie famiglie e non pensavano di adoperarsi per smettere di vivere al più presto.

 

 

 In attesa dell’udienza si notava, in modo evidente, che i testimoni erano tutte donne-vedove, c’era una sola giovane donna ed un solo uomo (figli di operai defunti); ovviamente tutte si conoscevano e parlavano sempre dei propri congiunti, di quanto avevano patito dalla scoperta di primi sintomi, dallo sviluppo delle malattie, dal girare per molti ospedali e dal continuo venir meno di queste figure essenziali nella famiglia.

 

L’udienza ha avuto inizio molto tardi nel pomeriggio, gli avvocati della difesa dichiaravano di aver urgenza di non perdere i mezzi per raggiungere i propri studi, il magistrato ha calmato ogni forma di lamentela così ha avuto inizio l’ascolto dei testimoni convocati dagli avvocati di MD e AIEA. Questo è stato il momento più commovente e triste; ogni donna ha raccontato brevemente la propria terribile esperienza, tutte hanno ricordato il ritorno dal lavoro del proprio congiunto, le mogli, e qualche volta anche le figlie, battevano la tuta del lavoro da cui si sollevava una nuvola di polvere, tutte fibre di amianto, dopo deposito in una vaschetta di acqua, quindi il lavaggio in lavatrice. Tutte evidenziavano tristezza e tracce di lacrime, tutte hanno concluso con la data di morte. Non ci sono state molte domande da parte degli avvocati di difesa, c’è stato molto silenzio.

 

 Gli avvocati si sono dichiarati d’accordo nel sentire i propri consulenti tecnici nella prossima udienza, la Giudice, affermando che si doveva evitare la prescrizione, ha fissato la prossima udienza per il 25 ottobre 2022, quando tutta la giornata sarà dedicata solo a tale procedimento.

 

Le fibre di amianto presenti nell’area del sito industriale per anni si sono disperse nel territorio circostante e nelle acque del fiume Basento adiacente allo stabilimento, la stessa acqua, lungo il percorso del fiume, era ed è impiegata per irrigare i campi.

 

L’amianto, insieme con altre sostanze inquinanti sicuramente entrava e potrebbe continuare ad entrare, direttamente nel ciclo alimentare di tutto il territorio.

 

I problemi di bonifica della Materit s.r.l. hanno inizio ufficialmente nell’ottobre 1994 quando la Regione Basilicata prende atto della presenza di amianto stoccato nel piazzale dello stabilimento e ordina ed autorizza la società a procedere allo smaltimento. Dopo svariate autorizzazioni allo stoccaggio provvisorio, e svariate proroghe, di fatto, la bonifica non è mai arrivata a conclusione.

 

Sul fronte giudiziario Il processo ha avuto inizio grazie all’incessante e complesso lavoro di indagine della Procura della Repubblica di Matera e aveva portato alla richiesta di rinvio di giudizio da parte del sostituto procuratore della Repubblica Rosanna DEFRAIA

 

I dirigenti imputati avevano omesso di adottare idonei sistemi di sicurezza degli impianti, di dotare i lavoratori di idonee protezioni individuali e di aver omesso la corretta informazione a tutti i dipendenti sul rischio derivante dalla manipolazione ed esposizione all’amianto.

 

Si è tenuta il 10 gennaio 2020, l'udienza di apertura del dibattimento del processo “Materit", nel quale sono imputati cinque ex dirigenti dell’omonimo stabilimento di Ferrandina Scalo, accusati di aver cagionato malattie professionali e decessi causati dall’esposizione all’amianto agli ex lavoratori del sito industriale.

 

Il processo ha avuto inizio grazie all’incessante e complesso lavoro di indagine della Procura della Repubblica di Matera.

 

All’udienza, il Giudice del dibattimento, dott. Roberto Scillitani, ha rigettato le richieste di giudizio abbreviato condizionato avanzate dai difensori di tre dei cinque imputati e, dopo l'apertura del dibattimento e le richieste istruttorie, ha fissato la prossima udienza per il 24 febbraio p.v., per l'escussione di alcuni dei testi dell'accusa.

 

Il 24 febbraio 2020, dopo le udienze preliminari con l’accoglimento delle parti civili costituitesi, tra cui l’AIEA e Medicina Democratica, si è tenuta la prima udienza istruttoria del processo penale contro i dirigenti della ex Materit di Ferrandina Scalo -MT, con l’audizione dei primi testimoni, tutti ex operai della fabbrica affetti da malattie professionali. La prossima udienza si terrà il 23 marzo, per l’escussione di altri testi.

 

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L’amianto toglie il respiro, ogni anno muoiono più di 4600 persone in Italia e noi abbiamo il dovere di pensare al futuro dei nostri figli e alla nostra salute.

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BALLARO' PALERMO

 L'Italia e' il paese delle associazione e dei monumenti,  dei morti per mano dello Stato, quello Stato che dovrebbe tutelare i cittadini, invece come le morti sul lavoro, li trasferisce al cimitero. Un lungo periodo di inerzia si e' impadronito dell' intero Paese, si è spento il vociare, a "vuccirria" è morto, il nostro spirito combattivo, il chiacchiericcio non esiste più, non c'è futuro, di cosa parliamo?  

 

Scritto da Giampaolo Lilliu eAIEA   
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