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RIFORMA PENITENZIARIA. È trascorso quasi da un anno da quel 14 luglio
Sabato 11 Giugno 2022 17:09

 

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di Patrizio Gonnella su il manifesto del 5 giugno 2022

 

RIFORMA PENITENZIARIA. È trascorso quasi da un anno da quel 14 luglio in cui la ministra Marta Cartabia e il Presidente Mario Draghi tennero una conferenza stampa fuori dal carcere di Santa Maria Capua Vetere per stigmatizzare le violenze brutali e di massa che erano avvenute in quell’istituto di pena nel 2020 in pieno lockdown.

A Perugia il Gip ha ordinato alla procura di indagare sul perché i pubblici ministeri di Viterbo hanno archiviato una denuncia di tortura, che meritava, per la sua credibilità, un’adeguata investigazione. Un giovane egiziano, dopo essere stato presumibilmente torturato, si suicidò. Dunque, si rompe il muro corporativo e la magistratura indaga sulle proprie omissioni e inerzie. 

È trascorso quasi da un anno da quel 14 luglio in cui la ministra Marta Cartabia e il Presidente Mario Draghi tennero una conferenza stampa fuori dal carcere di Santa Maria Capua Vetere per stigmatizzare le violenze brutali e di massa che erano avvenute in quell’istituto di pena nel 2020 in pieno lockdown. Una violenza che si contrasta con una rivoluzione culturale, con la formazione ma anche con nuove regole di vita penitenziaria, moderne e innovative. Il capo del Governo disse parole inequivocabili: «Le indagini in corso ovviamente stabiliranno le responsabilità individuali. Ma la responsabilità collettiva è di un sistema che va riformato. Il Governo non ha intenzione di dimenticare».

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E la stessa Ministra preannunciò imminenti riforme. Fu di parola e istituì una Commissione per l’innovazione penitenziaria affidandone i lavori alla guida del prof. Marco Ruotolo,  Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

costituzionalista da sempre attento alla questione carceraria. Lo scorso dicembre furono messi a disposizione del Governo tante proposte di riforma per via amministrativa, regolamentare e normativa. 

È arrivato il momento di approvarle. È arrivato il momento di portare in consiglio dei ministri e all’attenzione del parlamento e della presidenza della Repubblica il nuovo regolamento penitenziario. Esso deve includere norme che allarghino le opportunità di lavoro e di studio dentro e fuori le mura, riducano l’impatto del modello disciplinare, estendano le forme di custodia attenuata, liberalizzino la possibilità di telefonare e le videochiamate, favoriscano l’uso della rete e l’invio di mail, evitino che la permanenza in carcere coincida con una chiusura nella cella per quasi tutta la giornata, sburocratizzino la vita detentiva, tengano conto dei bisogni e dei diritti delle donne detenute, tutelino i diritti dei detenuti Lgbt+. Sono alcune delle cose che possono e debbano essere fatte ora, prima che l’estate con il caldo aumenti le tensioni. 

Dall’inizio dell’anno si sono suicidati ben ventisette detenuti. Ogni suicidio è una storia a sé. L’insieme dei suicidi segna una sconfitta da parte delle istituzioni che non riescono a prevenire e contrastare le intenzioni di morte. Suicidi e tensioni non si contrastano chiudendo le persone detenute nelle loro celle, ma umanizzando e modernizzando la vita in galera. Tutti ricorderanno uno spot pubblicitario della vecchia Sip con Massimo Lopez che riceve una telefonata mentre un plotone di esecuzione è pronto a fucilarlo.  Una telefonata allunga la vita, recitava lo spot. Ecco lo slogan che deve accompagnare la riforma penitenziaria.

Una telefonata, in un momento di disperazione, tristezza, di voglia di farla finita, può allungare la vita. Partiamo dalla liberalizzazione delle telefonate per una nuova vita penitenziaria che parta dai diritti e dai bisogni delle persone e non da indistinti e indimostrate ragioni di sicurezza.

CHIUDETE LE CARCERI SE NON SIETE ALL' ALTEZZA DI DARLE DECORO E DIGNITA'

 POLITICI IN CHE MONDO VIVETE, VE NE SIETE FATTI UNO TUTTO VOSTRO, SCENDETE, METTETE I PIEDI PER TERRA, SULLA muDA TERRA, PROVATE LA SENSAZIONE DI NOI COMUNI MORTALI, CI DISPREZZATE E NOI VI RIPAGHIAMO CON LA STESSA MONETA INFLAZIONATA, MEZZA SCADUTA CHE NON VALE QUASI PIù NiENTE. I DETENUTI CHE SI SUICIDONO PER DISPERAZIONE, E' CARNE DA MACELLO MENTRE QUALCUNO HA IL VOLO PAGATO. VOLATE VERSO L'IGNOTO, , NON TORNATE SULA NOSTRA NUDA TERRA, CARO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO, MINISTRA DELLA GIUSTIZIA,ANCHE I BAMBINI SAPEVANO CHE I REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA ERANO ASSURDI, HA RAGIONE IL PROCURATORE CAPO, NICOLA GRATTERI, DI AVER PAURA, HA SULLA SCRIVANIA LE FOTO DI FALCONE E BORSELLINO

GENTILISSIME/I,

A tutte le persone sensibili alle riforme delle  istituzioni  carcerarie.

Il silenzio che avvolge l'Italia è palpabile, l'assenza di Draghi e del presidente della Repubblica su un tema sesibile,quale il dititto ad una vita dignitosa, doloroso da sopportare, una grandissima ingiustizia intollerabile. Con la presidenza Napolitano, dal dott. Cascella al Prefetto Montefusco, venivamo  spesso informati del pensiero del Presidente, aver scelto la strada del silenzio ha permesso di inaridire complentamente il dibattito pubblico. Una ritirata strategica per tutelarele le larghe intese, il Governo di tutti e di nessuno. Non aver costretto il Parlamento ad eleggere il nuovo Presidente della Repubblica, è stato un grande errore, è stato creato un precedente.

Ci siamo incartati, paralizzati, le carte nelle mani da giocare ma non sappiamo quale scartare, e allora si rimanda sine die, a pagare sono i più deboli, gli ultimi degli ultimi, Ministra della Giustizia. I referendum probabilmente non raggiungeranno il quorun, un ulteriore messaggio di disaffezione. Su una materia tecnica chiedete a me con la terza media di cambiare in meglio la giustizia. C'e' un partito, per meglio dire una Lega, un monumento di sale davanti al Ministero della Giustizia,lo ostruisce, un niet alla Russa, non si passa, c'è ancora un pezzo del muro di Berlino. Possono pure suicidarsi, quanto costa alla Stato un detenuto in meno?

Presidente della Repubblica, Presidente Draghi, siamo al cupìo dissolvi, i valori della Resistenza, il 2 giugno, si sono ingialiti, il sentimento di riscatto, di rivincita sugli anni del Fascismo e delle leggi razziali, ha perso colore. Le Regioni Rosse per i molti lavaggi hanno perso colore, erano gli apripista dei diritti, sono diventate delle enclavi, ognuno per se. Ricordate Nicola Zingaretti, l'ex segretario del Pd. dichiarare: pensano solo alle poltrone, altro che carcerati suicidi. Tutta la partita si gioca tra il DAP, La Lega e le destre reazionarie e fasciste.

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Mario Arpaia e Luigi Pinto

Prof. Ruotolo anni fa conobbi al Dap, il magistrato Tamburino, fu il primo  ad occuparsi della Rosa dei Venti di Amos Spiazzi,una formazione fascista, procurarono dai depositi NATO l'eplosivo per la strage di Brescia, dove mori giovanissimo un mio congiunto, gli parlai di Carmelo Musumeci che ero andato a trovare al due Palazzi di Padove, ergastolano ostativo da 30 anni, chie la semi libertà dopo poco le fu concessa. Ci dica professore se hanno buttato la chiave, se è così, raccogliamo i ferri di semplici idraulici e ce ne torniamo a casa. Contro l'infincardaggine non ci sono medicine, bisogna lasciare fare al tempo, è vero Ministra della Giustizia? 

Il Governo è appeso ad un filo, cadrà e morirà Sansone con tutti i filistei, con tantissimi filistei che affollano il Tempio -Parlamento.

(salvo errori ed omissioni)

 

 

 

 

 

Scritto da ANTIGONE-Mario Arpaia   
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