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BEPPE SIGNORI NEL TRITACARNE
Giovedì 18 Agosto 2022 10:41

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Gentilissime/i,

e si, frullato e abbandonato per dieci anni Beppe gol, il pupillo di Zeman, nel Foggia la mia città dette il meglio di se con Baiano e Rambaudi; era un Foggia stellare, una delle tantissime invezioni del boemo. Lo stadio Pino Zaccheria stracolmo tutte le domeniche, si faceva scuola di calcio, due passaggi e Signori, solo davanti il portiere avversario.

Otto undicesimi di calciatori erano italiani, venivano da squadre di serie D e C, promesse che nelle sapienti mani del maestro Zeman non tardavano a diventare campioni. Un mondo scomparso svanito nel nulla di un calcio commerciale e senza anima, normali calciatori strapagati con soldi di dubbia provenienza. E' il calcio di oggi che non emoziona, non racconta nulla di strabiliante. Un calcio senza fantasia, senza inventiva, correre come matti per uno spettacolo spesso avvilente.

zeman foggia

Il gioco più bello del mondo, che incappa in una macroscopica debolezza del sistema delle partite truccate, dieci anni di calvario, di notti insonni che ricordano lo spacciatore Enzo Tortora. deve essere insopportabile sapere della propria innocenza e non riuscire a cambiare il corso delle cose, avviluppato in una rete di ragno, gli occhi stralunati, increduli, il vuoto intorno, giorno dopo giorno, il vuoto di quei magistrati e servitori dello Stato lasciati soli a morire. Non dimenticheremo mai Presidente della Repubblica e del CSM, l'uccisione del Generale Dalla Chiesa e di sua moglie, in una piccola utilitaria crivellata di colpi di Kalanschinicov.

Giorgio Bocca, dieci gioni prima che morissero, andò a intervistalo a Palermo, gli avevano promesso i pieni poteri, per distruggere le mafie. Non era vero, fu mandato in Sicilia come un semplice Prefetto di Forlì, dichiarò a Bocca.

Per quanto tempo ancora dobbiamo restare senza rappresentanza? La nostra speranza è Giuseppe Conte, conteraneo, uomo del Sud, dotato di grande determinazione e rettitudine morale, preparato, uno studioso delle ingiustizie nel nostro paese. La giustizia è maledettamente malata Ministra Marta Cartabia, le morti nelle carceri, il loro numero non è fisiologico, Antigone e il Dap  lo sanno è ha scritto in merito, nessuna persona che conta alza il dito ed indica la strada da percorrere, dobbiamo pregare a più non posso che non capiti a noi figli di nessuno, una disavventura giudiziaria, senza i soldi e la possibilità di dichiarasi malato, per arrivare alla scadenza dei termini, moriremo in carcere di crepacuore. 

E' tempo di organizzarsi, i social devono aiutarc a fare proseliti pro Giuseppe Conte, nella nostra città martoriata dalle mafie e commissariata, deve partire un tam tam, per riemergere dal fango che ci sovrasta e far sentirela nostra voce.

curva mancini 

 

Qualche giorno fa ho visto il documentario Sky dedicato a Beppe Signori. Mi ha fatto bene e mi ha fatto male. Bene, perché ho rivisto tutto il suo talento e rivissuto certi momenti indimenticabili (compreso Usa 94, quando fece l'errore sportivo della vita nel non accettare di giocare - benché fuori ruolo - in semifinale e finale). Signori era davvero fortissimo, soprattutto con Foggia, Lazio e Bologna.

Ma, ed è un male che è "giusto" provare, perché rubare dieci anni a una persona per un foglio di carta trovato nei jeans è allucinante. Signori, dal 2011 al 2021, fu ritenuto da pm e larga parte della stampa il capo di un'associazione a delinquere che vendeva le partite. Era il volto più noto e per questo fu sbattuto in prima pagina come grande burattinaio. Gli fecero terra bruciata attorno: zero contratti, porte in faccia, depressione, un’embolia polmonare due anni fa che per poco non lo porta via.

 

Alla base delle accuse, un incontro equivoco - il 15 marzo 2011 - nello studio dei suoi commercialisti con dei personaggi già (giustamente) attenzionati all'epoca dagli inquirenti. In quell'incontro, a Signori proposero di anticipare dei soldi per convincere dei giocatori a vendere alcune partite. Rifiutò. A quel punto gli scommettitori gli dissero come operavano, dettandogli il loro "modus operandi": Signori, con una ingenuità da Guinness dei primati, scrisse su un foglio le loro regole. Poi si salutarono. Mise quel foglio nella tasca dei jeans. La moglie, quando lavò i jeans, mise quel foglio in una svuotatasche insieme a chiavi e monete. Quel foglio restò lì, dimenticato e mai usato, fino a giugno, quando venne trovato durante la perquisizione. Fu l'inizio dell'incubo durato dieci anni: il foglio divenne "il papello di Signori" e per quel foglio (mai usato né messo in pratica) Signori è entrato in un incubo durato dieci anni.

Nelle intercettazioni non c'è nulla su di lui, negli interrogatori (e a lui lo hanno interrogato solo una volta, lasciandolo poi marcire nel terrore per anni) non c'è nulla. Un incubo kafkiano. Signori ha sempre rifiutato patteggiamenti (e ci credo!) e prescrizione (ma una è scattata "in automatico" a fine 2020 per la parte processuale riguardante l'accusa di associazione a delinquere). Per tutte le altre accuse - ovvero le singole partite vendute - è stato assolto (dieci anni dopo!) non per insufficienza di prove o altro: perché "il fatto non sussiste". Su Signori non c'era niente e Signori non ha fatto niente. Ma ci hanno messo dieci anni per dirglielo, e negli ultimi anni è stato difeso (con grande efficacia) da un'amica avvocatessa che ha lavorato per lui gratis: Beppe non aveva più soldi per pagarla. Era stato isolato da tutti.

Del documentario, dove sfilano tutti i suoi amici e colleghi storici, mi ha colpito anzitutto lo sguardo di Signori: spento, svuotato, stremato. Uno sguardo che mi ha pericolosamente ricordato quello del Pantani post-Madonna di Campiglio. Non conosco personalmente Signori, ma vorrei conoscerlo. E intanto lo abbraccio forte: ha patito le pene dell'inferno per nulla, e questo è semplicemente orrendo e inaccettabile.

Non mollare, Beppegol!

Scritto da Andrea Scanzi -Mario Arpaia   
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