CONTRO I SUICIDI IL DAP APRE A PIÙ TELEFONATE. ORA LA PAROLA AGLI ISTITUTI (E ALLA POLITICA)
UNA PRIMA VITTORIA PER LA NOSTRA CAMPAGNA
"UNA TELEFONATA ALLUNGA LA VITA"
|
|
|
|
GENTILISSIME/I,
PRESIDENTE DEL MOVIMENTO CINQUE STELLE, GIUSEPPE CONTE
Da anni condividiamo il lavoro, la passione, l'impegno dell' Associazione Antigone, indispensabile per la difesa dei diritti dei detenuti. La piaga più grande sono i suicidi, la scelta tra carcerazione e libertà...
La carcerazione quando diventa insopportabile, quando ci si rende conto che la speranza si è consumata, allora si sceglie di morire. Caro presidente Conte, la Puglia la nostra regione è la più affollata di carcerati, il primo posto lo occupano gli immigrati. Immaginiamo un africano che ha attraversato il deserto, non è una metafora e quanto accade spesso a uomini donne e bambini avventurarsi tra le dune per giungere stramati, quando si è fortunati sulla spiaggia di Lampedusa.
Le carceri intaliane per lo più non raggiungono gli stndard delle nazioni più avanzate d'Europa, non sappiamo degli ex paesi dell' Est. Le chiediamo gentilmente di visitare le carceri, con un gruppo di parlamentari, con i quali poi poter interagire. Siamo stati nel Carcere Due Palazzi di Padova e in quello di Foggia. Il carcere Due palazzi è il più avanzato, il meglio organizzato, stampa la rivista Stretti orizzonti, ha una redazione e si avvale della partecipazione dei detenuti.
E' una realtà che va seguita, il carcere deve essere vivibile, il numero di detenuti deve essere relativo allo spazio della cella, la violenza deve essere scongiurata sempre!.
Siamo certi che accetterà il suggerimento. A.M.
|
Nel mese di agosto, mentre nelle carceri si viveva uno dei momenti più drammatici degli ultimi anni, con un numero elevatissimo di suicidi, avevamo lanciato la campagna "Una telefonata allunga la vita", chiedendo un intervento per garantire ai detenuti un numero di telefonate superiori rispetto ai 10 minuti a settimana che gli attuali regolamenti prevedono. Quel limite, oggi, a fronte dello sviluppo tecnologico e al conseguente abbattimento dei costi, non ha più alcun senso.
Un appello che ha raggiunto una prima vittoria. Infatti, alcuni giorni fa, il capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria, Carlo Renoldi, ha emanato una circolare attraverso la quale si chiede alle direzioni degli istituti di utilizzare il loro potere discrezionale per garantire un numero maggiore di telefonate ai detenuti, per riaffermare il dirtto all'affettività e permettere a queste persone di poter trovare conforto nel parlare con i propri familiari.
Quello che ci auguriamo è che tutte le carceri applichino questa circolare e, questo, sarà uno dei punti che monitoreremo nelle prossime visite del nostro osservatorio. Ma auspichiamo che il prossimo governo tenga in considerazione l'importanza di avere un contatto costante con la propria famiglia, mettendo mano al regolamento di esecuzione del 2000 e trasformando questa decisione, che oggi ha solo un'applicazione discrezionale, in una prassi generalizzata. Anche al fine di costruire una pena che garantisca, in qualsiasi carcere, i medesimi diritti.
|
|
|
|
NUMEROSI AVVISI DI GARANZIA PER LE PRESUNTE VIOLENZE NEL CARCERE DI IVREA
|
"Hamed fu picchiato con pugni e calci da sette agenti. In due gli tenevano ferme le braccia. Gli altri menavano. E il medico di turno della casa circondariale continuava a sorseggiare il caffè delle macchinette automatiche. Non un cenno, non un intervento per fermarli. Nemmeno una comunicazione al direttore come sarebbe stato suo dovere". È la ricostruzione che fa "La Stampa" di uno dei casi di violenze che sarebbero avvenute nel carcere di Ivrea tra il 2015 e il 2016. Caso che, assieme ad altri, la nostra associazione aveva segnalato alla Procura eporediese attraverso più esposti.
A distanza di diversi anni sono oltre 20 gli avvisi di garanzia recapitati ad agenti penitenziari, funzionari e medici in servizio al carcere di Ivrea e accusati, a vario titolo, di lesioni e falsi aggravati. A emanare questi provvedimenti è stata la Procura generale di Torino che, anche a seguito della nostra richiesta di avocazione delle indagini, è diventata titolare dell'inchiesta.
Nel nostro comunicato raccontiamo di questo caso.
|
|
|
|
|
ROMPERE IL MURO DEL SILENZIO SUI SUICIDI IN CARCERE |
Lo scorso 23 settembre, ultimo giorno prima del silenzio elettorale pre-voto, Marco Damilano ha voluto dedicare l'intera puntata della sua nuova trasmissione "Il cavallo e la torre" al tema dei suicidi in carcere.
Simbolicamente il tema del silenzio è stato al centro della puntata. Per il silenzio elettorale, certo. Ma anche per il silenzio che, sul tema del carcere, si è fatto durante tutta la campagna politica.
In quella trasmissione è stata raccolta anche la testimonianza di Ignazio Vitale, padre di Roberto, ragazzo che solo pochi giorni prima era morto a Palermo a seguito del tentativo di suicidio avvenuto nel carcere Pagliarelli. E quella di Susanna Marietti, nostra coordinatrice nazionale.
|
|
|
|
|
LAVORO IN CARCERE. IL GRANDE ASSENTE NEL PERCORSO RIEDUCATIVO |
Il lavoro in carcere dovrebbe essere una parte fondamentale del percorso trattamentale e del processo di risocializzazione delle persone detenute. Eppure in carcere il lavoro è poco e nella maggior parte dei casi dequalificato e con poca spendibilità all'esterno.
Dalle visite che avevamo effettuato nel 2021 avevamo potuto appurare che, in media, solo il 33% dei detenuti era impiegato alle dipendenze dell’amministrazione penitenziaria e solo il 2,2% dei presenti era invece in media impiegato alle dipendenze di altri soggetti. Un dato, peraltro, molto disomogeneo. In Emilia-Romagna quest'ultima percentuale era del 4%, in Campania dello 0,3%. A Poggioreale, per fare un esempio, su 2.190 detenuti presenti, solo 280 in tutto lavoravano, meno del 13%.
Spesso, gli istituti, scelgono di far lavorare i detenuti solo per poche ore e pochi giorni, così da offrire possibilità lavorative a più persone possibile. Questo fa sì che lo stipendio percepito sia molto ridotto e spesso basti solo per pagare i costi del mantenimento.
Del tema del lavoro in carcere avevamo parlato anche nel nostro ultimo rapporto sulle condizioni di detenzione.
|
|
|
|
|
LA SECONDA EDIZIONE DEL CORSO DI PERFEZIONAMENTO PER FORMARE I DIFENSORI DEI DIRITTI UMANI |
Approfondire e completare la propria formazione per chi intende lavorare, o già è attivo, all’interno di associazioni, istituzioni, organizzazioni nazionali e internazionali, governative o non, impegnate nell’ambito dei diritti umani e delle libertà civili. Questo è l'obiettivo che si pone il corso di perfezionamento organizzato dall'Università Roma Tre e co-promosso dalla Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili (organizzazione della quale siamo tra le associazioni fondatrici).
Il corso è diretto del nostro presidente Patrizio Gonnella e partirà a gennaio 2023. Sul sito dedicato si possono trovare tutte le informazioni sugli obiettivi, i docenti e i relatori, i costi e le modalità di iscrizione, nonché una panoramica sull'edizione dello scorso anno e una serie di approfondimenti utili.
Per iscriversi c'è tempo fino al 4 gennaio 2023.
|
|
|
|
SEGUICI PER RIMANERE AGGIORNATO SU QUANTO STA AVVENENDO NELLE CARCERI |