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CATASTROFE CULTURALE DEL NOSTRO TEMPO
Giovedì 13 Ottobre 2022 14:55

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Il berlusconismo è la più grande catastrofe culturale del nostro tempo.

Forse perché peggio del fascismo, perché più subdolo e sotterraneo,

perché seduttivo e apparentemente vincente.

Il berlusconismo ha indotto la cultura di mercato,

quella in cui tutto si compra e si vende,

dai senatori ai minorenni.

Dacia Maraini

Se il berlusconismo è quello descritto dalla Maraini, e lo è, possiamo dire che sotto un certo aspetto il renzismo è peggio ancora se non altro per il fatto che la catastrofe è stata certificata dal rignanese che l'ha camuffata e imposta come regola di vita, insomma l'innominabile se ne è fatto garante, ha ricoperto la funzione di notaio, e imponendogli il timbro e marca da bollo ha ufficializzato il berlusconismo.

Gentile Signora Liliana Segre costui passò piè pari (che mancanza di tatto, di buon gusto) a omaggiare tale Maria Elisabetta Alberti Casellati, ebbene in quell’istante ho provato un brivido insopportabile, come avessi sentito scorrere il filo del rasoio su una superficie acciaiosa, stridio di morte. Infatti, oggi è la morte delle idee, della cultura, il rispetto, la conoscenza, il vivere civile, la libertà.

   Stamattina abbiamo assistito alla dipartita di una società e al trionfo della sfrontatezza. Anziché dai colbacchi in vera pelle d’orso bruno del Canada, in dotazione alla guardia reale inglese, il funerale di oggi è stato accompagnato dalla presenza del torvo sorriso del rignanese, e poi dalla veduta in campo largo del Bossi, in carrozzella, che inserisce la scheda nell’urna, infine dalla partecipazione in forma fisica del Berlusconi, bello impomatato, faccia e finti capelli perfetti e, a parte il gesto di stizza avverso il neo presidente del Senato, inamovibile sorriso scolpito come la dentiera di Stragatto nel Paese delle Meraviglie.
   Principalmente, per lo meno dal punto di vista simbolico, sono queste le tre componenti che accompagneranno il feretro della democrazia alla tumulazione. Stiamo ben aggrinfiati a Giuseppe Conte, lo dico e ripeto, aiutiamolo in tutti i modi possibili, è l’unica speranza, ormai siamo ufficialmente e democraticamente circondati da fascisti, quel che accadde in Germania nel 1933 con l’avvento di Hitler al potere (il suo non fu un colpo di Stato cosa che invece occorse in Italia per mano di Mussolini). Vi dice qualcosa questo?
 
GENTILISSIME/I,
 
l'altra sera dalla maitre a penser Lilly Gruber, erano ospiti la Confindustria rappresentata da Bernabè e la giornalista del Sole 24 Ore. Convinti sostenitori del governo di estrema destra visto in Spagna, alla manifestazione di Vox. I modi sguaiati ed aggressivi, intimidatori per i non allineneati. Vedremo col tempo dipanarsi davanti ai nostri occhi, un'altra Italia, quella che non fece mai i conti con i liberatori, con l'Italia nata dalla Resistenza Partigiana. L'Itlalia dell'MSI, della fiamma e della decima MAS di Junio Valerio Borghese.
 
Ironia della storia, ad officiare la nascita del niovo governo è stata chiamata Liliana Segre,vittima con tutta la famiglia delle Leggi razziali; scampata all'ocausto perchè forte nel fisico e nello spirito.
 
...Poi andavamo alla fabbrica  << divisi in comandi >>, in gruppi di lavoro. Uscivamo dal lager disposte in fila di cinque ed eravamo felici di dare le spalle al crematorio, alle urla, ai cani, ai fischi. Ci accrinaompagnavano le note di una orchestrina che suonava all' ingresso, poi imboccavamo la strada sterrata che che portava ad Auschiwitz quello dei crematori...
 
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 La Senatrice Liliana Segre con il papà
 
Quel giorno solo trentuno delle donne arrivate sul mio stesso convoglio scamparono al gas. Più della metà di quei seicentocinque detenuti erano donne, ma per i nazisti eavamo solo manodopera: meglio sbarazzarsi delle femmine e tenere i maschi, più resistentiallo sforzo fisico.
Insieme alle donne superstiti raggiunsi il cancello di Birkenau. Ci arrivammo a piedi, entrammo nel lager e ci trovammo di fronte a quella ,che ci parve un'allucinazione: vedemmo centinaia di donne-scheletro rapate, vestite a righe, che trascinavano bidoni, pietre, mentre schiere di diavolesse, le SS donne, le picchiavano selvaggiamente aizzando i cani contro di loro, in una furia di elementi di fischi, di vento, di neve, di latrati...Era un inferno fatto di ghiaccio: Il fuoco lo avremmo conosciuto dopo.
La nudità fu un trauma: a quel tempo le donne non erano abituate a mostrasi nudee lo sguardo sprezzante degli uomini in divisa ci distrusse. Ci sentimmo indifese, svilite, umiliate, ma non desiderate. Il terrore per la nostra nudità non aveva nulla a che fare con il rischio di essere stuprate. Per i tedeschi eravamo una razza inferiore da disprezzare e deridere non certo un oggetto del desiderio.
 
 
 

 

Scritto da Mauro Giovanelli-Mario Arpaia   
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