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NEL BENE E NEL MALE
Martedì 13 Giugno 2023 07:42

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GENTILISSIME/I,

"Mani pulite" fece il lavoro sporco, cancellò un'intera classe politica corrotta e disprezzata, fu necessario, il vuoto venne subito riempito dall' uomo di Arcore Silvio Berlusconi. L'esordio non fu felice, avvenne  durante la conferenza stampa in occasione di una visita ufficiale a Sofia, dichiarazione ribattezzata poi, dal giornalista Simone Collini de l'Unità, "diktat bulgaro".

Nella dichiarazione, Berlusconi denunciò quello che, a suo dire, era stato un «uso criminoso» della TV pubblica da parte dei giornalisti Enzo BiagiMichele Santoro e dal comico Daniele Luttazzi, affermando successivamente che sarebbe stato «un preciso dovere della nuova dirigenza» Rai non permettere più il ripetersi di tali eventi.

L'affermazione venne interpretata dall'opposizione e da una parte dell'opinione pubblica come un auspicio per l'allontanamento dei tre dalla Rai. Effettivamente i tre, dopo poco, furono estromessi dal palinsesto della Rai, alla quale solo Santoro e Biagi hanno fatto ritorno a diversi anni di distanza e dopo sentenze giudiziarie a loro favore. Luttazzi invece non è tornato a condurre un suo programma in Rai, come prima dell'editto. In due brevi occasioni è stato intervistato come ospite, entrambe le volte su Rai 3: nel 2003 fu intervistato da Pippo Baudo nella sua trasmissione Cinquanta, mentre nel 2007 fu invitato da Enzo Biagi nel suo ultimo programma televisivo RT

Le televisioni hanno fatto la storia dell' ultimo trentennio, tutto si è giocato attraverso la comunicazione, poca sostanza nei governati, nei ministri, nelle opposizioni, chi non ricorda il Patto della Crostata con Massimo Dalema.

Il progetto per l'Italia era di creare una grande destra liberale che trovasse posto in Europa, le cose purtroppo sono andate diversamente , ci ritroviano una destra estrema che si è portata dientro il lascito del ventennio fascista e della Repubblica di Salò. Siamo in un cul de sac e non sappiamo come uscirne. 

 

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Che "debba" muoversi perché le circostanze (o chi altri) lo richiedono: fare un film contro Berlusconi. E proprio perché il regista non è un Deaglio o un Cornacchione qualunque, e proprio perché ha talento e autonomia, non puoi dettargli le regole. Ed ecco che in certe zone del film si muove a disagio, guarda caso nelle zone che riguardano il "compitino".È la storia di Bruno, produttore di film trash dei decenni passati (Cata-ratte, Maciste contro Freud,

Stivaloni porconi) che si ritrova a leggere un copione dal titolo Il caimano, la storia di Berlusconi. Lo ha scritto Teresa (Trinca), giovane, energica, durissima nei confronti del Presidente del consiglio. Porta tutte le didascalie conosciute: ma dove ha trovato tutti quei soldi? C'è chi dice "lei entra in politica per non andare in galera", eccetera. Bruno cerca di produrre il film, trova anche un finanziatore polacco che porta l'obolo contro Berlusconi in chiave "internazionale". Compone, con la fantasia, il film. Nella prima scena un'immensa valigia piena di soldi sfonda il soffitto e piomba davanti a Berlusconi: soldi trovati, piovuti dal cielo. Metafora davvero non all'altezza di Moretti. Un sosia di Silvio percorre le vicende conosciute: la costruzione di Milano 2 e 3, le televisioni, gli annunci da megalomane, le perquisizioni della finanza. Nel frattempo Bruno ha un privato tristissimo, la moglie (Buy) che lo lascia, i figli con problemi, la banca che lo sta rovinando. Sembrerebbe farcela, ma tutto crolla. Però, almeno una scena la gira, quella del processo finale di Berlusconi, che verrà condannato a sette anni. Ma questa volta è Nanni in persona a dare corpo e volto al Presidente, che si difende con altre didascalie conosciute, il liberalismo, i comunisti, e poi la magistratura, i media e le scuole: tutto governato dalla sinistra. Si finisce con Nanni-Silvio, in macchina, con la luce che gli si spegne in faccia. Bruno (Orlando) lo dichiara all'inizio, "vogliono che faccia film di sinistra, non ne ho voglia.

Lo stesso Moretti, facendo (quasi) se stesso dice "non voglio fare un film su Berlusconi, sto preparando una commedia". Una sorta di excusatio. Infatti Moretti non vede l'ora di risolvere il disagio, di uscirne. Il compito impone, per esempio, la citazione del battibecco, al parlamento europeo, di Berlusconi col socialista tedesco Shulz. Ma l'aveva già usata Deaglio nel suo Quando c'era Silvio. Il segmento "privato" invece è squisitamente morettiano, dunque riconoscibile, dunque di qualità. Con citazioni, anche robuste, di Almodovar (la scena grottesca di sangue in cucina), e con qualche scontato richiamo, magari senza entusiasmo, zapateriano: Teresa alla fine si rivela lesbica con tanto di "moglie" e bambino "inseminato" in Olanda. Se dal corpo del film togli i blocchi del Presidente, strutturalmente non succede nulla. Sarebbe semplicemente un altro film, migliore, da tre stelle. Così è da due. 

 

Scritto da Wilkipedia . Mario Arpaia   
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