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A URSULA VON DERLEYEN, BORREL FONDELLES, PAOLO GENTILONI
Sabato 24 Giugno 2023 07:20

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A URSULA VON DER LE YEN, BORREL FONDELLES, PAOLO GENTILONI

GENTILISSIME/I,

la guerra nel cuore dell' Europa è il fallimento dell' Unione Europea, non ha saputo e voluta impedirla. Un teatro che ricorda la Seconda guerra mondiale. Avevamo in parte rimosso il Ghetto di Varsavia,la guerra lampo da Berlino,  attraversando la linea Maginot fino a Parigi, in un boccone tutti i paesi Bassi. In Italia i nostalgici del fascismo, governano come meglio credono. La democrazia è in pericolo. L'europa per sostenere la guerra, paga un'inflazione a due cifre.. l' Italia non riesce ad approvare il MES, i mutui e il costo del denaro in continuo aumento. I prodotti alimentari sono cresciuti più del doppio. L'inquinamento atmosferico a causa del disastro dei bombartamenti ha aumentato nell' aria la quantità di CO2, è come se la produzione usasse solo carbon fossile.Eolico, fotofoltaico, economia circolare, tutto buttat al vento della follia chiamata guerra. 

Siamo amareggiati, agosciati, guardiamo Papa Francesco, faticare sulla carrozzela, in giro a predicare la pace, un straccio di cessate il fuoco. Ursula Von der Le Yene, stupisce per l'accanimento a voler scofiggere Putin sul Territorio, circondato di Centrali nucleari, dighe, ponti. Nei duri combattimenti porta a porta a porta, scorgiamo i volti tumefatti dei feriti e della popolazione, stremata dal dolore per i morti, dalla mancanza di cure mediche e alimentari. I bambini vivono perennemente nei rifugi, con donne anziane. Ursula, la controffensiva è un flop, non hanno più uomini da buttare nella mischia, le armi che lei invia finiscono nelle mani dei Russi. Questa guerra è infantilismo, come lo sono in particolare quelle degli americani. Pensa al sommergibile giocattolo che si è inghiottito cinque uomini annoiati di tutto tranne di fare soldi facilmente. Fermate il baraccone degli armamenti da sperimentare su umini, donne, vecchi e bambini. 

Di queste case
non è rimasto
che qualche
brandello di muro

Di tanti
che mi corrispondevano
non è rimasto
neppure tanto

Ma nel cuore
nessuna croce manca

È il mio cuore
il paese più straziato.

 

(Giuseppe Ungaretti)

 

L’esercito ucraino “sta avanzando gradualmente” sul fronte. No, la controffensiva delle truppe ucraine “è un flop”. Le informazioni che arrivano dal fronte sud dell’Ucraina sono limitate e contraddittorie, al punto che è difficile capire lo stato di avanzamento delle truppe di Kiev davanti a quella che appare, nelle parole della stessa vice ministra della Difesa […]

L’esercito ucraino “sta avanzando gradualmente” sul fronte. No, la controffensiva delle truppe ucraine “è un flop”. Le informazioni che arrivano dal fronte sud dell’Ucraina sono limitate e contraddittorie, al punto che è difficile capire lo stato di avanzamento delle truppe di Kiev davanti a quella che appare, nelle parole della stessa vice ministra della Difesa ucraina Hanna Maliar come “una forte resistenza russa”. In questa fase, cercare di seguire

giorno dopo giorno ora dopo ora le informazioni che giungono dal fronte rischia di restituire sono una piccola sezione di un’immagine più ampia e complessa, distorta dal fuoco delle propagande incrociate. Accade così che ai video dei blindati in dotazione all’esercito ucraino catturati dalle truppe di Mosca, si contrappongano quelli dei soldati di Kiev che assaltano le trincee russe durante una violenta battaglia nei pressi del villaggio di Klishchiivka, vicino Bakhmut. “L’est rimane l’epicentro delle ostilità – ha spiegato la vice ministra della Difesa su Telegram – In direzione di Bakhmut, le nostre truppe sono passate dalla difensiva all’offensiva”. La posta in gioco, per entrambi gli schieramenti, è alta. Se per Kiev si tratta di convincere gli alleati a continuare il rifornimento di mezzi e tecnologie militari che facciano la differenza sul campo, per Mosca si tratta di salvaguardare una continuità territoriale con la Crimea che darebbe, almeno in parte, senso all’invasione. Per entrambi, l’obiettivo è quello di arrivare in una situazione di vantaggio ad un eventuale negoziato, per cui le pressioni comincerebbero ad aumentare nel caso di uno stallo militare.

Strategia del silenzio?

Così, con un cambio di strategia radicale rispetto alla fase precedente del conflitto, in cui la narrazione degli avvenimenti sul campo aveva costituito un ‘fronte’ a sé stante della guerra, da diversi giorni le informazioni che filtrano sulla controffensiva sono pochissime. Le unità ucraine, che nei mesi scorsi avevano pubblicato con cadenza regolare, foto e aggiornamenti sulle proprie strategie, “stanno scrupolosamente rispettando un periodo di silenzio imposto dal comando generale”, osserva Le Monde. Mentre Reuters conferma che agli ucraini è stato chiesto di “evitare di diffondere informazioni che possano compromettere le operazioni militari”. Gli analisti militari ritengono che ci siano diversi punti del fronte dove le truppe di Kiev potrebbero concentrare le proprie operazioni, ed è comprensibile che il governo ucraino non voglia far trapelare informazioni che possano metterne a repentaglio la buona riuscita. Nei giorni scorsi il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha ammesso che le sue truppe avrebbero incontrato alcune “difficoltà” nell’avanzare, ma ha precisato che se l’offensiva andrà a buon fine “la Russia avrà automaticamente perso la guerra”.

Il fianco est della Nato?

Ma non c’è solo la dimensione militare del conflitto di cui tenere conto. Man mano che si avvicina il vertice Nato del mese prossimo a Vilniusin Lituania, il tema dell’ingresso dell’Ucraina nell’Alleanza atlantica si fa più scottante. Se Europa e Stati Uniti sono recalcitranti, perché temono di essere trascinanti nel conflitto, i paesi baltici sono per l’ingresso immediato o comunque in tempi brevi. L’Ucraina sta già, di fatto, svolgendo il ruolo di fianco orientale dell’Alleanza dal loro punto di vista e perciò va sostenuta fino alla fine. Inoltre ritengono che se la Russia dovesse incassare una vittoria anche parziale in Ucraina, prima o poi proverebbe ad espandersi anche altrove. Perciò ammettere l’Ucraina del Patto è l’unico modo per garantire la sicurezza di altri paesi Nato. Una logica che, ovviamente, riflette in pieno la visione di Kiev. “Stiamo già proteggendo l’Europa democratica e civile dalla barbara Russia”, ha detto il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, in un’intervista a Voice of America, aggiungendo che Kiev si aspetta che il blocco chiarisca “quando e come diventeremo membri a pieno titolo dell’Alleanza”. Mentre la Turchia minaccia di far pesare il proprio potere di veto contro la Svezia, sembra difficile che l’Ucraina incassi un ‘sì’ all’unanimità necessario per il suo ingresso.

Scritto da Mario Arpaia   
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