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LE FESTE DELL' UNITA'
Sabato 22 Luglio 2023 08:51

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FESTA DELL' UNITA' A ROMA

 

Festa dell’Unità. Bonaccini: “Gli elettori sono stufi dei nostri litigi”

di Andrea Mori

UNita 1956

Festa dell’Unità. Bonaccini: “Gli elettori sono stufi dei nostri litigi”

di Andrea Mori

MONTEMURLO – Parterre du Roi alla Festa provinciale dell’Unità di Prato per Stefano Bonaccini. Ad accogliere il governatore della Regione Emilia Romagna, già candidato alla guida del Partito democratico, sconfitto da Elly Scheil nelle Primarie del febbraio scorso e attualmente presidente del Pd, c’erano il segretario provinciale del Pd di Prato Marco Biagioni, il Sindaco del Comune di Prato Matteo Biffoni, la consigliera regionale del Pd Ilaria Bugetti e il Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani.

Stefano Bonaccini alla Festa dell’Unità di Prato

Il Presidente dell’Emilia-Romagna anzitutto ha ringraziato le tante persone alla festa per aver sfidato “il fresco di stagione”, ironizzando sul terribile caldo che in questi giorni gli italiani devono sopportare. Per poi subito passare ad un ringraziamento più serio, e cioè quello per la cena a sostegno dei territori colpiti dall’alluvione che è stata organizzata dallo staff della Festa dell’Unità per la sera stessa.

UNita 1980

A questo proposito, Bonaccini ha fornito qualche dato: “l’estensione del maltempo ha colpito dalla provincia di Reggio Emilia fino a quella di Rimini: abbiamo più di 1000 frane e 780 strade interrotte, molte distrutte. Sono caduti 4 miliardi di metri cubi d’acqua in poche ore. I danni che abbiamo già stimato sono, senza quelli indiretti, intorno ai 9 miliardi di euro. Devo dire che in questi ormai 9 anni di governo tra terremoto, pandemia vissuta in prima persona e l’alluvione, ormai ci mancano solo i marziani. Abbiamo avuto tante tragedie, ma la nostra è una terra forte, gli emiliani sono come i toscani: solitamente si lamentano poco e si rimboccano le maniche”.

Falce e tortello

Bonaccini ha poi affrontato, com’era prevedibile, il tema caldo di quella che è la situazione del Partito Democratico, non nascondendo alcuni propri malumori.

“Ho accettato questo ruolo (quello di Presidente del Pd, ndr), nella convinzione che fosse necessario dare una mano al partito. Io ho infatti sofferto per quelle troppe volte che nel Partito Democratico, quando è stato eletto un nuovo segretario, già dopo due settimane partiva la corsa a chi lo avrebbe indebolito, sostituito per primo”.

E se c’è una cosa che non ci possiamo permettere, dice Bonaccini, “è quella che continuino le risse tra di noi. Il regalo più grande che possiamo fare agli avversari è quello di dividersi”.

A questo proposito parla di quella che è adesso la segretaria. Tra Schlein e Bonaccini, si sa, il pensiero è diverso su svariate questioni, tuttavia quest’ultimo ci tiene a rimarcare il fatto che “la nuova segretaria, che è stata eletta dagli elettori, non va messa in discussione, perché farlo sarebbe come segare il ramo su cui siamo seduti tutti e che se precipita, cadiamo tutti”.

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“La destra ha una forza dei numeri parlamentari persino superiore a quella che ha nel paese, perché ha preso poco più del 40% dei voti nel voto reale, ma grazie alle divisioni di tutto il centrosinistra, il centrodestra ha ottenuto oltre il 60% della rappresentanza parlamentare e lì ci rimarranno sia che governino bene o male, per cui abbiamo adesso la possibilità come partito democratico di provare a proporre un’idea di paese”.

Bonaccini ha ricordato che il prossimo anno alle Europee si vota col sistema proporzionale quindi a livello politico nazionale non abbiamo bisogno di alleanze, “che però devi fare nei comuni perché senza quelle non facciamo nemmeno la corsa e abbiamo visto che anche allearsi non basta perché i tre comuni in Toscana perduti ai ballottaggi ci dicono che stiamo diventando deboli non solo in Toscana ma a livello nazionale. Attenti che il prossimo anno si vota in oltre 4 mila comuni italiani”.

Bonaccini ha espresso anche la sua preoccupazione per il sempre più basso numero di cittadini che si reca alle urne: “io penso che una parte di persone non vada più a votare perché non ne può più di noi, non ne può più di quando facciamo i dibattiti in tv o sui giornale dove ci insultiamo l’un con l’altro”.

Il Presidente dell’Emilia-Romagna anzitutto ha ringraziato le tante persone alla festa per aver sfidato “il fresco di stagione”, ironizzando sul terribile caldo che in questi giorni gli italiani devono sopportare. Per poi subito passare ad un ringraziamento più serio, e cioè quello per la cena a sostegno dei territori colpiti dall’alluvione che è stata organizzata dallo staff della Festa dell’Unità per la sera stessa.

 

A questo proposito, Bonaccini ha fornito qualche dato: “l’estensione del maltempo ha colpito dalla provincia di Reggio Emilia fino a quella di Rimini: abbiamo più di 1000 frane e 780 strade interrotte, molte distrutte. Sono caduti 4 miliardi di metri cubi d’acqua in poche ore. I danni che abbiamo già stimato sono, senza quelli indiretti, intorno ai 9 miliardi di euro. Devo dire che in questi ormai 9 anni di governo tra terremoto, pandemia vissuta in prima persona e l’alluvione, ormai ci mancano solo i marziani. Abbiamo avuto tante tragedie, ma la nostra è una terra forte, gli emiliani sono come i toscani: solitamente si lamentano poco e si rimboccano le maniche”.

Bonaccini ha poi affrontato, com’era prevedibile, il tema caldo di quella che è la situazione del Partito Democratico, non nascondendo alcuni propri malumori.

“Ho accettato questo ruolo (quello di Presidente del Pd, ndr), nella convinzione che fosse necessario dare una mano al partito. Io ho infatti sofferto per quelle troppe volte che nel Partito Democratico, quando è stato eletto un nuovo segretario, già dopo due settimane partiva la corsa a chi lo avrebbe indebolito, sostituito per primo”.

E se c’è una cosa che non ci possiamo permettere, dice Bonaccini, “è quella che continuino le risse tra di noi. Il regalo più grande che possiamo fare agli avversari è quello di dividersi”.

A questo proposito parla di quella che è adesso la segretaria. Tra Schlein e Bonaccini, si sa, il pensiero è diverso su svariate questioni, tuttavia quest’ultimo ci tiene a rimarcare il fatto che “la nuova segretaria, che è stata eletta dagli elettori, non va messa in discussione, perché farlo sarebbe come segare il ramo su cui siamo seduti tutti e che se precipita, cadiamo tutti”.

“La destra ha una forza dei numeri parlamentari persino superiore a quella che ha nel paese, perché ha preso poco più del 40% dei voti nel voto reale, ma grazie alle divisioni di tutto il centrosinistra, il centrodestra ha ottenuto oltre il 60% della rappresentanza parlamentare e lì ci rimarranno sia che governino bene o male, per cui abbiamo adesso la possibilità come partito democratico di provare a proporre un’idea di paese”.

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Bonaccini ha ricordato che il prossimo anno alle Europee si vota col sistema proporzionale quindi a livello politico nazionale non abbiamo bisogno di alleanze, “che però devi fare nei comuni perché senza quelle non facciamo nemmeno la corsa e abbiamo visto che anche allearsi non basta perché i tre comuni in Toscana perduti ai ballottaggi ci dicono che stiamo diventando deboli non solo in Toscana ma a livello nazionale. Attenti che il prossimo anno si vota in oltre 4 mila comuni italiani”.

Bonaccini ha espresso anche la sua preoccupazione per il sempre più basso numero di cittadini che si reca alle urne: “io penso che una parte di persone non vada più a votare perché non ne può più di noi, non ne può più di quando facciamo i dibattiti in tv o sui giornale dove ci insultiamo l’un con l’altro”.

UNita 1981

GENTILISSIME/I,

lo sfogo di Bonaccini, fanno cadere definitivamente le braccia, molte di operai, sono ancora forti oggi. Siete  immaturi,non conoscete l'arte del possibile, non avete studiato Aldo Moro e Berlinguer, non avete capito che la nascita del PD, avrebbe significato il governo del Paese. Il sogno del Compromesso storico. Ciò che restava dei due partiti, uniti per la prima volta, per realizzare le agognate riforme, chi non ricorda le lenzuolate di Bersani, il segnale che l'Italia poteva cambiare. L'esperienza di tanti anni all'opposizione aveva reso l'ideologia più forte, più convinti di poter vincere una battaglia storica contro i gattopardi. L'intelligenza, il presigio, le conoscenze di Romano Prodi fresco di Europa, ci avrebbe spinto con il vento in poppa, verso lidi inesplorati, tabù per la politica e i politici. Vi siete fatti inceppare da Matteo Renzi, il bomba dai due cervelli, l'inventore del cerchio magico, delle tre carte, del state sereni che vi sistemo io. Il capolavoro è stato di allontanare dalle urne il maggior numero di votanti di sinistra e creare il campo largo. Il campo è rimasto incolto, lo zoccolo duro si è dissolto insieme al cerchio magico e tutto è diventato ne carne e ne pesce. Una destra affamata, ha arraffato tutto,una destra che umilia le professionalità, il volto feroce, la bava alla bocca, forte di una ideologgia violenta e distruttiva;  ha dato scacco matto ad un PD disorientato e senza idee e fa il bello e il cattivo tempo, mentre il Paese deperisce, le rate dei mutui e linflazione si mangiano i risparmi di una vita. La sanità pubblica boccheggia il territorio è disastrato, piove grandine sul bagnato, siamo in mare aperto in compagnia dei migranti.  

Il PD è morto nei cuori  dei militanti, uccisi nel sonno da una pletora di inetti, senza ne arte e ne parte, senza una strategia atta a dargli un minimo di respiro, uno scatto di reni, persa la  dignità, preparati a sostiture la segreteria appena eletta. Una guerra per bande che non prova vergogna per il proprio operato. Andremo al voto una Europa sbandata, senza una politica unitaria, che sostiene una guerra sciagurata e impossibile, che approva le bombe a grappolo, il prossimo passo, la partecipazione dell' Europa e dell' America alla guerra sul campo. 

 

 

Scritto da Mario Arpaia   
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