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Ponte sullo Stretto unisce 2 cosche
Giovedì 27 Luglio 2023 16:36

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Clash between Salvini and Don Ciotti, the minister insists: “Ponte sul Strait unites 2 gangs? Shame on you"

The question and answer continues between Matteo Salvini and the leader of Libera Don Ciotti: "When one says that the bridge over the Strait of Messina unites two gangs, he does not disrespect Salvini but to thousands of Sicilians and Calabrians", said the Northern League deputy premier .

Edited by Annalisa Cangemi

DEAREST,

When Salvini attacks two anti-mafia institutions, Don Ciotti and Saviano, he does a huge service to the mafia inside and outside prisons. He doesn't realize the damage to the image of characters who have made their lives available, so that Italy becomes a safe and reliable country. We turn to the Head of State Sergio Mattare, very sensitive to the issue, having for his brother Piersanti, in a mafia ambush

The Abele Group was born in Turin, when Salvini was not yet born, drug addicts were treated, in asylums, the work of Don Ciotti, consisted in the recovery and insertion of drug addicts. Libera was born later and brought Don Ciotti to the cities of the South, who had been tragically affected by the mafias. We met him in 2006, we invited him to the schools, the Enrico Fermi high school in Bari with the mayor Michele Emiliano we welcomed him and together with our association he became the reference point of the anti-mafia, explaining to young people the drama of the mafia culture which was born in Sicily and crosses the whole continent.

In Milan, in 1973, through Marcello Dell'Utri who had known him years earlier, Vittorio Mangano was hired as "stable boy" and hosted in Silvio Berlusconi's Villa San Martino, in Arcore, where he lived and worked until 1975 The Public Prosecutor of Palermo certifies that Dell'Utri was aware of Mangano's criminal record. At the time when Dell'Utri, in fact, definitively left Sicily to become Berlusconi's secretary, and subsequently called Mangano to Arcore, the local Carabinieri station received a report from the Palermo carabinieri which indicated Mangano as a "dangerous person" with a judicial record and Dell'Utri as the person who was informed.

It is not true that the mafia is what you see on TV, and that the corrupt and criminals are a disease of our society. Here, in Italy, corruption and the mafia seem to be constituents of power, with a few exceptions (the Constituent Assembly, Clean Hands, the maxi-trial of Cosa nostra). Do you remember Machiavelli's "Prince"? Roberto Scarpinato recounts, on the occasion of the meeting held at Fermi in Bari, in politics any means is lawful. There is an armed wing (even massacres are useful for the Prince's politics), there are the unpresentable faces of Riina, Provenzano, Lo Piccolo, and then there is the mafia and presentable bourgeoisie who frequent the good salons and manage to place his men in Parliament. But the power is the same, the hand is the same. The book is this: it tells the offstage of power, what is not seen and has never been told but which decides, makes politics and bends the laws to its own interests. Are we moving towards a mafia democracy? The Italians can react, it has already happened.

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Scontro tra Salvini e Don Ciotti, il ministro insiste: “Ponte sullo Stretto unisce 2 cosche? Si vergogni”

Continua il botta e risposta tra Matteo Salvini e il leader di Libera Don Ciotti: “Quando uno dice che il Ponte sullo Stretto di Messina unisce due cosche non manca di rispetto a Salvini ma a migliaia di siciliani e calabresi”, ha detto il vicepremier leghista.

A cura di Annalisa Cangemi

GENTILISSIME/I,

Il Gruppo Abele nasce a Torino quando Salvini non era ancora nato, i tossico dipendenti venivano curati, nei manicomi, il lavoro di Don Ciotti consisteva nel recupero e inserimento dei drogati. Libera nasce dopo e porta Dn Ciotti nelle città del Sud tragediato dalle mafie. Lo abbiamo conosciuto nel 2006,lo invitammo nelle scuole, al Liceo Enrico Fermi di Bari, con il sindaco Michele Emiliano, lo accolse  insieme alla nostra associazione. diventa il punto idi riferimento dell' antimafia, spiegare ai giovani il dramma della cultura mafiosa che, nasce in Sicilia ed attraversa tutto il continente.

A Milano, nel 1973, tramite Marcello Dell'Utri che l'aveva conosciuto anni prima, venne assunto come "stalliere", Vittorio Mangano e ospitato nella Villa San Martino, ad Arcore, di Silvio Berlusconi, nella quale visse e lavorò fino al 1975. La Procura della Repubblica di Palermo certifica che Dell'Utri era a conoscenza dei precedenti penali di Mangano. Al tempo in cui Dell'Utri, infatti, lasciò definitivamente la Sicilia per diventare segretario di Berlusconi, e successivamente chiamò Mangano ad Arcore, la locale stazione dei Carabinieri ricevette un'informativa dai carabinieri palermitani che segnalava Mangano quale "persona pericolosa" con precedenti giudiziari e Dell'Utri quale persona che ne era informata.

Non è vero che la mafia è quella che si vede in tv, e che i corrotti e i criminali sono una malattia della nostra società. Qui, in Italia, la corruzione e la mafia sembrano essere costitutive del potere, a parte poche eccezioni (la Costituente, Mani pulite, il maxiprocesso a Cosa nostra). Ricordate il "Principe" di Machiavelli? Racconta Roberto Scarpinato,in occasine dell' incontro avuto al Fermi di Bari, in politica qualsiasi mezzo è lecito. C'è un braccio armato (anche le stragi sono utili alla politica del Principe), ci sono i volti impresentabili di Riina, Provenzano, Lo Piccolo, e poi c'è la borghesia mafiosa e presentabile che frequenta i salotti buoni e riesce a piazzare i suoi uomini in Parlamento. Ma il potere è lo stesso, la mano è la stessa. II libro è questo: racconta il fuori scena del potere, quello che non si vede e non è mai stato raccontato ma che decide, fa politica e piega le leggi ai propri interessi. Ci avviamo verso una democrazia mafiosa? Gli italiani possono reagire, è già successo.

 

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Il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini è intervenuto ancora sullo scontro con il leader di Libera Don Ciotti, che qualche giorno fa ha criticato il progetto del Ponte sullo Stretto, dicendo che "il rischio" è che l'opera non unisca "due coste, ma due cosche". "Quando uno dice che il Ponte sullo Stretto di Messina unisce due cosche non manca di rispetto a Salvini ma a migliaia di siciliani e calabresi che combattono la mafia tutti i giorni e dovrebbe vergognarsi di queste parole", ha detto il leader della Lega durante il question time alla Camera, rispondendo ad un'interrogazione di Angelo Bonelli di Avs sul mancato ripristino della operatività dell'aeroporto internazionale di Catania danneggiato da un gravissimo incendio.

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Il caso si è riaperto ieri, nel giorno più drammatico dell'estate per la crisi climatica in Italia, con i roghi che hanno messo in ginocchio la Sicilia e i devastanti nubifragio nel Nord. Matteo Salvini ha condannato le affermazioni del fondatore di Libera, pronunciate durante un evento in Calabria: "Dire che il Ponte sullo Stretto unirà due cosche, la Sicilia e la Calabria, è una vergogna, una mancanza di rispetto nei confronti di milioni di persone perbene che meritano di lavorare e di studiare e di fare il pendolare, di andare a farsi curare come tutti gli altri. Mi fa schifo che qualcuno pensi che Sicilia e Calabria rappresentino le cosche", ha commentato Salvini durante l'evento ‘L'Italia dei sì'.

"Fino a che c'è qualcuno all'estero che dipinge l'italiano ‘mafia, pizza e mandolino' fa schifo ma è all'estero. Se però c'è qualche italiano che continua a dipingere l'Italia come ‘mafia, pizza e mandolino', se espatria fa un favore a tutti", ha aggiunto il vicepremier leghista.

Le opposizioni hanno attaccato duramente le affermazioni di Salvini: "Quindi ricapitolando nel giro di due giorni, mentre noi ci battiamo per il salario minimo, il governo Meloni riesce ad attaccare Don Ciotti da sempre impegnato nel contrasto alla criminalità organizzata e cancellare quattro puntate di Insider (già registrate) contro le mafie di Roberto Saviano come vendetta perché è saltata la striscia di Facci. Ma come si fa? Poi si offendono quando dici che hanno un problema col dissenso e che non prendono sul serio il contrasto alle mafie. Ci mancava pure il senatore di FdI che propone di impedire al Fisco di fare appello contro gli evasori. Il Paese al contrario", ha scritto la segretaria del Pd Elly Schlein in una nota.

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"Salvini è l'uomo su Marte. La Sicilia è isolata da 9 giorni, l'aeroporto di Catania è chiuso senza che il ministro sia intervenuto fino a due giorni fa convocando un tavolo. A questo oggi (ieri ndr) si è aggiunta la chiusura dell'aeroporto di Palermo, mentre Palermo è circondata dagli incendi. Catania a causa del caldo non ha acqua e luce. Salvini nel frattempo che fa? Parla di Ponte sullo Stretto e attacca Don Ciotti. È un ministro imbarazzante che non conosce le priorità del Paese nemmeno in questi momenti drammatici. La Sicilia è bloccata, isolata e lui continua a fare dichiarazioni surreali", ha detto ieri il co-portavoce di Europa Verde Angelo Bonelli, deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra.

"Un vero e proprio inferno in terra: è questa l'attuale situazione della Sicilia. Temperature incredibili, territori, infrastrutture e centri abitati circondati dalle fiamme. Mezzi antincendio evidentemente insufficienti di fronte alla vastità e alla gravità degli eventi in corso. Anche su questo fronte un governo che si ritrova non certo pronto e all'altezza della situazione", ha commentato il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, parlamentare dell'Alleanza Verdi Sinistra. "

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Abbiamo addirittura un ministro, Salvini, che mentre c'è un'intera isola devastata, una città come Catania che per giorni è stata senz'acqua ed elettricità e ha ancora l'aeroporto chiuso fa l'offeso con don Ciotti insultandolo. Forse è meglio che il climafreghista Salvini quando parla di don Ciotti non si agiti e si sciacqui la bocca. Si metta una volta per tutte con l'animo in pace: il Ponte sullo Stretto è la cosa più inutile che i siciliani si possano aspettare. Servono in queste ore misure straordinarie per mettere sotto controllo le fiamme, magari investendo sulla prevenzione e sulla protezione civile invece di pensare a comprare nuovi armamenti, infrastrutture decenti, ed interventi urgenti per una sanità pubblica all'altezza della situazione".

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"L'attacco a Don Ciotti da parte del Ministro Salvini è un chiaro segnale dell'imbarbarimento della politica italiana. Prendere di mira uno degli esponenti più importanti della lotta alle mafie qualifica chi sferra l'attacco: il ministro, stavolta, ha superato se stesso", ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. "Non è nascondendo la polvere sotto il tappeto che – prosegue il leader della Cgil – si governa un Paese che purtroppo continua ad essere vittima di un sistema criminale ancora forte, come dimostrano anche i recenti arresti in Calabria. Noi siamo grati e lottiamo al fianco di Don Ciotti per quello che fa quotidianamente, per la sua passione e il suo impegno a favore della promozione della cultura e della legalità. Tutti dovremmo esserlo nel rispetto della nostra Costituzione".

Scritto da Mario Arpaia   
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