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IL POPOLO DI MICHELA MURGIA
Domenica 13 Agosto 2023 08:43

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Gentilissime/i,

se ne andata un cattocomunista...una militante, una compagna vecchio stampo, una berligueriana ortodossa, senza via di mezzo, ogno suo atto, ogni sui gesto era politico. I diritti al primo posto, i più deboli, quelli lasciati in dietro, erano nel suo cuore. Con Roberto Saviano ha condiviso tutto, dalla legalità alla cacciata dalla RAI per opera del leghista filo Putin Matteo Salvini.

Dando prova di un’incredibile capacità dialettica, Michela Murgia usa sapientemente la provocazione, il paradosso e l’ironia per invitarci ad alzare la guardia contro i pesanti relitti del passato che inquinano il presente. E ci mette davanti a uno specchio, costringendoci a guardare negli occhi la parte piú nera che alberga in ciascuno di noi.

«Ma il punto forte è di ricordarci che i fascisti non ridono. Preferiscono il contatto fisico, dal pugno alle armi. Perciò il suo volume è due volte spiritoso. Perché lo è l'inclinazione a descrivere fatti e persone con il tono lieve e spesso allegro delle persone civili; e perché l'aiuta il contrasto tra lo spunto ironico dell'antifascismo e la cupezza fascista (risible se non fosse assassina).» – Furio Colombo, il Fatto Quotidiano

«Essere democratici è una fatica immane. Significa fare i conti con la complessità, fornire al maggior numero di persone possibile gli strumenti per decodificare e interpretare il presente, garantire spazi e modalità di partecipazione a chiunque voglia servirsene per migliorare lo stare insieme. Inoltre non a tutti interessa essere democratici. A dire il vero, se guardiamo all’Italia di oggi, sembra che non interessi piú a nessuno, tanto meno alla politica. Allora perché continuiamo a perdere tempo con la democrazia quando possiamo prendere una scorciatoia piú rapida e sicura? Il fascismo non è un sistema collaudato che garantisce una migliore gestione dello Stato, meno costosa, piú veloce ed efficiente?»

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Il popolo di Michela Murgia fu l' Ulivo di Romano Prodi, il miglior governo che la sinistra abbia mai avuto, il Presidente della Camera, con un colpo di genio, segò il ramo dell' albero sulla quale era seduta e precipitò nel baratro. Gli autori: un certo Turigliato e il sindacalista snob della CGIL, Fausto Bertinotti, che racconta: 

Quella è una medaglietta sulla mia giacca. Abbiamo avuto coraggio, ed è un termine di cui non abuso. Il nostro mondo, purtroppo, leggeva il governo Prodi come un governo di sinistra. Ma non lo era. Noi avevamo fatto un grande atto di generosità: appoggiamo quell’esperienza, consentendole di nascere, senza chiedere in cambio nulla, né un ministro, né un sottosegretario, né un sotto-sottosegretario, né un posto alla Rai. Nulla. Però ovviamente avevamo chiesto delle cose. Non per noi ma per i lavoratori».

Un lampante esempio di ipocrisia, un militante, un sindacalista che ha avuto tanto è non ha dato nulla alla sinistra italiana. L ha'dispersa, umiliata, gettata come un vecchio vestito, divorata dall' astensionismo,dalla poltrona per la poltrona. Un gruppo di scaltri. La minoranza dell' attuale Pd, sventola al posto della bandiera, il cedololino dello stipendio e relativi benefit. Si sta alzando il vento, battiamoci nel nome e nella storia di Michela Murgia e di Roberto Saviano. Non restiamo chiusi in casa, impegnamoci per cambiare l' Italia. 

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Saviano: "Avanti con la battaglia di Michela per i diritti"

Michela «era con me quando nessuno c'era, in ogni udienza, a difendermi. Sapeva che questi governi stanno andando verso un buio di scelte autoritarie, che andavano disinnescate democraticamente. Anche quando era nel pieno del dolore non ha mai smesso di essere felice, di difendere i diritti, di scegliere da che parte stare. È l'esempio che ci ci ha dato ed è quello che dobbiamo continuare a fare». Lo dice Roberto Saviano intervenendo in Chiesa a cerimonia conclusa, nello spazio per i ricordi, e poi parlando con i cronisti alla fine dei funerali di Michela Murgia che si sono celebrati alla Chiesa degli Artisti di Roma. «Per Michela il senso di tutto era la condivisione, la scelta di non essere soli e non far stare soli. Ogni volta che ero in un momento difficile mi diceva 'vieni quì» ha detto in chiesa Saviano, che alla fine ha anche portato a spalla il feretro, insieme, fra gli altri, al marito della scrittrice Lorenzo Terenzi, Con lei «ci siamo conosciuti e ci siamo uniti non per quello che abbiamo fatto, ma per quello che ci hanno fatto». L'essere «bersaglio a lungo degli odiatori mediatici», anche se «quelli che le hanno fatto veramente del male sono stati quelli che avevano un piede qui e lì, quelli non hanno preso posizione». Michela «ha sempre scelto di stare dalla parte dei diritti e sapeva che per questo avrebbe pagato un prezzo».

Murgia, Bella Ciao all'uscita del feretro

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Un lungo, lunghissimo, quasi interminabile applauso e le note (con qualche pugno chiuso) di Bella Ciao hanno salutato oggi Michela Murgia dopo la celebrazione delle esequie funebri che si sono svolte a Roma nella Chiesa degli Artisti. Un ultimo saluto da parte di una folla 'anonimà, tra lacrime e selfie, giunta da tutta Italia, ferventi lettrici dei romanzi della scrittrice scomparsa giovedì scorso, da 'Accabadorà, il suo primo grande successo ad 'Ave Mary', molti dei quali 'espostì e levati in bella vista, (con i ritratti fotografici di una Murgia sorridente) tra le migliaia di persone che hanno accolto la salma nella piazza del Valadier. All'uscita anche Concita De Gregorio, Marco Damilano, Chiara Valerio, Elly Schlein, Sandro Veronesi, Paolo Virzì, Lella Costa, Chiara Tagliaferri, Roberto Saviano, Nicola Fratoianni. Dinanzi al feretro la folla grida: 'Michela sei una grandè, 'Saviano sei un grandè. Impossibile partecipare alla funzione religiosa. Il 'popolò di Michela Murgia non si perde d'animo. Segue la funzione in diretta social dai cellulari. Numerosi sono i turisti italiani e anche quelli stranieri. Si domandano cosa stia accadendo. Un bambino chiede al suo papà: «ma chi è Michela Murgia?'. 'Te lo racconto stasera. Rimettiamoci ora in viaggiò, risponde deciso il genitore

La folla intona "Bella ciao"

La folla fuori dalla Chiesa degli Artisti di Roma in attesa dell'uscita del feretro di Michela Murgia, oltre un migliaio di persone, ha intonato 'Bella ciaò. I funerali, celebrati da don Walter Insero, hanno visto la partecipazione e gli interventi di diversi personaggi che l'hanno ricordata, da Roberto Saviano alla scrittrice Chiara Valerio.

Niente fiori in chiesa

Niente fiori in chiesa per i funerali di Michela Murgia, nella Chiesa degli Artisti a Roma: solo composizioni vegetali, con mirto, carciofi, peperoncini, limone, secondo le sue volontà. Per questo - spiegano dal suo entourage - è stata rimandata indietro una corona inviata dal Comune.

Don Walter Insero: «Ha dimostrato che si può amare nel dolore»

«Abbiamo scelto questa pagina dal Vangelo di San Giovanni con Michela. Gesù è simboleggiato con la porta, cioè la soglia, quel luogo di passaggio che permette di attraversare lo spazio e andare oltre». Lo dice Don Walter Insero nell'omelia ai funerali di Michela Murgia, in corso alla Chiesa degli Artisti a Roma. «Lei è nell'oltre, la sua anima è in viaggio verso il Padre non verso il nulla. Ha fatto tante battaglie e ha conservato le fede - aggiunge -. Ci ha lasciato questa testimonianza: è possibile amare nel dolore, salutare tutti e riconciliarsi con tutti». In apertura della cerimonia don Insero ha anche letto un messaggio per la scrittrice del Cardinal Zuppi: «Il libro della sua vita non è finito, le sue pagine continuano a essere scritte con lettere d'amore. Lei lo ha scritto con passione».

Murgia: Schlein, Pascale, Turci al funerale

Il feretro accolto da un lungo applauso, la scalinata gremita da una folla silenziosa a rendere l'ultimo omaggio a Michela Murgia, alla chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma.

Famiglie arcobaleno, giornalisti, rappresentanti del mondo della cultura e del giornalismo, gente comune. E anche i politici rendono omaggio. Tra i primi ad arrivare, la segretaria del Pd Elly Schlein, poi arrivano anche Francesca Pascale e sua moglie Paola Turci.

Feretro accolto da un lungo applauso

Il feretro accolto da un lungo applauso, la scalinata gremita da una folla silenziosa a rendere l'ultimo omaggio a Michela Murgia, alla chiesa degli Artisti in piazza del Popolo a Roma. Famiglie arcobaleno, giornalisti, rappresentanti del mondo della cultura e del giornalismo, gente comune. E anche i politici rendono omaggio. Tra i primi ad arrivare, la segretaria del Pd Elly Schlein, poi arrivano anche Francesca Pascale e sua moglie Paola Turci.

Arrivati Schlein, Veronesi, Tagliaferri, Ciabatti, Saviano

C'è già una grande folla, in attesa della cerimonia, davanti alla Chiesa degli Artisti a Roma dove alle 15.30 si celebreranno i funerali di Michel Murgia. Il feretro, appena arrivato, è stato accolto da un lunghissimo applauso, diventato un'ovazione, di tanti lettori che si sono organizzati per venire anche attraverso un gruppo Telegram con 600 iscritti dove hanno deciso di rendere omaggio alla scrittrice anche indossando una maglietta bianca. In chiesa i figli d'anima di Murgia e grandi amiche e colleghe come Chiara Valerio, Chiara Tagliaferri, Teresa Ciabatti. Ci sono anche Roberto Saviano, Paolo Repetto, Elly Schlein, Sandro Veronesi e Lella Costa. Un'ammiratrice espone lo striscione God save the queer, la scritta che Michela Murgia aveva sull'abito di nozze. Tra gli omaggi floreali una composizione verde con il mirto e la corona di Roma Capitale.

Folla fuori la Chiesa degli artisti

Emma Bonino: nostre strade diverse ma parallele

«La mia strada e la sua sono state diverse ma parallele. Una cosa che ci accomuna? La libertà». Lo dice in un'intervista a La Repubblica Emma Bonino, parlando della scomparsa di Michela Murgia. «Se la voce di Michela si è alzata così forte, è perché tutti gli altri intorno stavano zitti» spiega. Roberto Saviano ha detto che il funerale di Michela Murgia sarà un atto politico: «Sarà così se qualcuno raccoglierà davvero il suo testimone e spero che succederà - commenta -. Ho però un pò di amaro in bocca» perché «purtroppo ancora in questo Paese, per essere apprezzati bisogna morire». Recentemente con Michela Murgia «abbiamo fatto un dibattito sulla stampa, sugli stili di vita, e lei mi raccontava di questa comune che stava mettendo in piedi, fatta di persone che si amavano, o non si amavano, per scelta, e condividevano una casa». Durante «questo nostro confronto, mi parlava della sua ostinazione per trovare il modo di legalizzare questo modo di stare insieme e io le dicevo che legalmente è un pò complicato trovare una strada. Però la sua battaglia è da sempre anche la mia». Viviamo «in un Paese nel quale, per la maggioranza, l'unico modello di affetto è: lui, lei e due figli, stile Mulino Bianco. Ogni altra forma è vista non come diversità, ma come devianza». Addirittura «a Torino, in un ospedale, si istituisce la stanza dell'ascolto per fermare l'aborto, costringendo le donne a vedere il feto e ad ascoltare il battito del cuore. Una barbarie. Eppure tutto passa senza indignazione».

Cattolica e teologa, Michela Murgia ha sempre testimoniato apertamente la sua fede. Un credo però fuori dagli schemi, inclusivo, e a tratti anche divisivo. In ogni caso la scrittrice lascia questo mondo con un testamento preciso: un funerale in chiesa. Ad officiare il rito, domani pomeriggio alla Chiesa degli artisti di Roma, sarà don Walter Insero.

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Addio Michela!

L’avevi annunciato al mondo che la fine era incombente. A me lo avevi detto passeggiando per Trastevere, in un pomeriggio in cui ci siamo fatti mille confidenze. L’avevi detto che andavi via da questo mondo. Eppure

è così difficile pensarti immersa nel silenzio, per ora e per sempre, tu che eri una sacerdotessa della parola. Ed è così triste concepire la tua morte, cioè l’assenza del tuo corpo e dei tuoi occhi, la perdita della tua voce, dei tuoi pensieri e delle tue invenzioni: perchè tu hai riempito di bellezza e di intelligenza la tua e la nostra vita. Sei stata l’annuncio più vitale e allegro e ribelle della rivoluzione queer e l’oppositrice intransigente del fascismo comunque camuffato. Sei stata una ispirazione radicale, per me e per tanti, un esempio di libertà, di autonomia intellettuale, di limpidezza morale. Per me, lo dico col cuore spezzato, sei stata una protezione, una consolazione, un nutrimento. Cara Michela, piango per te che voli via e per noi che restiamo.

Michela Murgia

 

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Scritto da Mario Arpaia   
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