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Come le foglie d'autunno sugli alberi
Venerdì 03 Novembre 2023 08:44

COME LE FOGLIE D'AUTUNNO SUGLI ALBERI

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LA STRAGE DEGLI INNOCENTI

GENTILISSIME/I,

può un popolo che si è appropriato dei territori dei palestinesi, portare a termine la distruzione di una intera etnia nel nome dell' olocausto subito ad opera dei nazisti.Noi conosciamo il dolore e non possiamo vedere quello degli altri. Li vedete i morti bambini, avvolti in piccoli lenzuola e stretti ai due capi come una caramella.Stretti al petto dai loro genitori, parenti, amici e sepolti in buche a più piani e su palate di deserto... Non un cimitero, un luogo sacro, come se non fossero mai esistiti. Il Mondo civilizzato guarda e non fa nulla per fermare la follia di Isdraele. Aria, mare e terra, un unico bagliore che distrugge qualsiasi cosa incontra. 

L’intolleranza e la discriminazione contro i musulmani, sia nel mondo reale che virtuale, certamente, costituiscono dei fenomeni denigratori, soprattutto per le seconde generazioni, nonché causa dell’isolamento di queste ultime nella stessa società in cui vivono, oltre che un terreno fertile per la radicalizzazione tra alcuni giovani musulmani.  Il razzismo “culturale”, di origine anti-islamico e non, contrasta gli sforzi di integrazione e inclusione di un numero sempre più crescente di giovani musulmani in Europa, così come è un pericolo per la libertà di tutti e, in particolare, di quelle categorie (le donne su tutte) ancora oggi troppo vulnerabili nella società civile.

 

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Il lavoro di giornalista riserva alla Fallaci un nuovo contatto con il mondo musulmano. Nel 1982 parte per intervistare Ariel Sharon, Presidente dello stato di Israele, e sceglie Beirut come sua nuova casa. Lì la scrittrice è anche alla ricerca della giusta storia da raccontare, quella del suo nuovo romanzo, sulla guerra e sul destino umano. Lo scenario è ancora una volta quello di un conflitto armato, un conflitto che non considera “suo”: «Questa è la vostra guerra Abu Ammar, non è la nostra E in questa vostra guerra noi non siamo che spettatori», disse ad Arafat nel succitato colloquio. Nel Medio Oriente la Fallaci è odiata dai fondamentalisti islamici per i recenti episodi delle interviste, ed in quel clima partorisce comunque la sua opera. Il lavoro si interrompe due volte, per la morte del padre e nel 1986, quando, dopo il bombardamento americano in Libia, sente il bisogno di intervenire in difesa degli Usa, prendendo ancora una volta una posizione netta tra le due culture. Nel 1990 esce Insciallah, romanzo che si presenta come una trasfigurazione letteraria del conflitto in Libano e del fondamentalismo islamico dei primi anni ’80. Un anno più tardi scoppia la Guerra del Golfo e la Fallaci, nonostante le nuove restrizioni imposte ai giornalisti, riesce comunque a scrivere per il «Corriere» alcuni memorabili reportage. Proprio in quegli anni si trasferisce definitivamente a New York, dove inizia un’altra battaglia, quella contro il cancro. La Fallaci gli dichiara guerra, convinta che a infettarla sia stata la «nuvola nera» del Golfo, prodotta dal fumo dei pozzi di petrolio. Chiama il cancro «l’Alieno che è in me», e cresce il suo odio verso l’Islam.

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L’attacco dell’11 settembre risveglia un leone in gabbia, provoca una ferita su cicatrici non rimarginate. La produzione letteraria che ne consegue non deve perciò essere considerata come un evento isolato, ma la punta di un iceberg, che ha la propria base decenni prima. I suoi scritti hanno un impatto mediatico senza precedenti, ma la Fallaci sembra come annebbiata, va avanti per la sua strada gettando senza distinzione concetti, idee e invettive nel calderone del suo odio e della sua penna graffiante: nel 2006 protesta contro la costruzione di una moschea a Colle Val d’Elsa, minacciando perfino di farla saltare in aria. In particolare, quello che sembra mancare in quest’ultima fase della sua carriera è un’altra caratteristica che ha sempre contraddistinto i suoi lavori: la qualità, intesa come pertinenza delle informazioni e solidità dello stile narrativo. Come se l’isolamento nel quale si era chiusa a causa della malattia le avesse fatto perdere le coordinate.

 

 

 

 

Scritto da Mario Arpaia   
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