Calpestata la verità
Giovedì 11 Novembre 2010 15:39

A.Maria_Fiorillo_PM_a_Milano

Fiorillo: "Maroni calpesta la verità"

Il Csm si affida alla Cassazione

Il pm che la notte dell'arresto si è occupata del caso della ragazza marocchina, spiega perché si è rivolta al Consiglio Superiore della magistratura perché vengano chiarite le contraddizioni con la ricostruzione del ministro. Corona: "Esistono le foto sulle feste del premier, ma nessun giornale le pubblicherebbe"

 

Il pm Anna Maria Fiorillo

MILANO - "Maroni è andato in Parlamento a calpestare la verità e questo non lo posso permettere". Il pm del tribunale dei minori di Milano Annamaria Fiorillo, alla quale è stato affidato il caso di Ruby, la notte in cui venne accompagnata in questura, ribadisce le accuse 1 nei confronti del ministro dell'Interno, e conferma di essersi rivolta al Csm.

Il Csm ha già trasmesso a propria volta al procuratore generale della Cassazione la lettera del pm Fiorillo, visto che questi ha "avviato accertamenti conoscitivi sulla vicenda". Lo rende noto un comunicato del Csm. "Il Comitato di Presidenza del Csm - dice il comunicato - letta la nota inviata dalla Dott.ssa Annamaria Fiorillo in data 10 novembre 2010, considerato che il Procuratore Generale presso la Corte di Cassazione comunica di aver avviato, fin dal 2 novembre 2010, accertamenti conoscitivi sulla vicenda con richiesta al Procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Milano, delibera di trasmettere copia della citata nota al P.G. presso la Cassazione, riservandosi all'esito successive determinazioni".

Come già aveva detto ieri a Repubblica, il magistrato nella lettera smentisce punto per punto la ricostruzione di Maroni: "Non ricordo di aver autorizzato l'affidamento della minore El Mahrouk Karima a Minetti Nicole", scrive nella relazione inviata al Csm. Fiorillo sostiene di aver disposto di accompagnare la ragazza "presso una comunità protetta, eventualmente trattenendola durante la notte presso gli uffici finchè una tale struttura non fosse stata reperita".

E intanto Fabrizio Corona, parlando con i cronisti in una pausa del processo milanese d'appello sui fotoricatti, assicura che le feste ad Arcore sono state regolarmente documentate da servizi fotografici: "Certo che ci sono le fotografie delle feste ad Arcore, e se io avessi continuato a lavorare...".

L'agente fotografico ha aggiunto che però "non c'è nessun giornale che le avrebbe mai pubblicate, nè ci sono agenzie che le avrebbero proposte, perchè nessun direttore ha il coraggio di pubblicarle, perchè in Italia non c'è una vera libertà di stampa". Infine, Corona ha però spiegato che "quelle foto sono scattate in un ambiente privato e quindi per legge non sono pubblicabili".

Scritto da Quotidiano La Repubblica   
Stampa