Nelle ultime settimane abbiamo visitato alcune carceri italiane insieme ai sindaci delle rispettive città. Un'iniziativa che rientra nella campagna "Il carcere è un pezzo di città", lanciata dalla nostra associazione. I comuni possono avere un ruolo importante nella costruzione di legame tra carcere e comunità, fondamentale affinché la pena sia più vicina al dettato costituzionale. Perché ciò avvenga i primi cittadini devono essere inclusi tra i soggetti cui l'ordinamento penitenziario affida la possibilità di visitare le carceri. Anche sul terreno di questa modifica legislativa ci stiamo muovendo.
In questa newsletter parliamo di questa nostra iniziativa, ma non solo. Parliamo anche della sentenza con cui la Corte europea dei diritti dell'uomo ha sancito che l'ergastolo ostativo una viola i diritti umani; delle tante proteste nelle carceri italiane con cui i detenenuti manifestano il malcontento per le difficili condizioni di detenzione; della richiesta di alcuni sindacati di polizia penitenziaria di essere dotati della pistola elettrica taser: come se la soluzione alle proteste fosse data dalle armi, e non dalle attività con cui riempire la vita detentiva. Nelle carceri della provincia di Cosenza queste attività stanno venendo meno (ci riferiamo alla chiusura dei corsi di scuola secondaria superiore).
Infine parliamo anche della squadra femminile di Atletico Diritti, che è composta dalle detenute del carcere di Rebibbia e che ha chiuso la sua prima stagione con un triangolare per il diritto allo sport in carcere.
Buona lettura, Patrizio Gonnella, presidente di Antigone
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