Salvare i paesi: il poeta Franco Arminio
Mercoledì 15 Dicembre 2021 07:56

Salvare i paesi: il poeta Franco Arminio ci manda tre proposte da far leggere ai

sindaci e ai giovani che fanno cose belle nei piccoli borghi


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Tra i naviganti che hanno scelto il nostro blog come componente della loro dieta informativa è nota la mia ammirazione per le idee dei poeti, degli artisti e dei bambini, fasce di esseri viventi lontani dalla desertificazione emotiva veso cui tende una società sempre più tecnologizzata e insicura. Uno dei poeti-faro cui guardo da molti anni è Franco Arminio, poeta e animatore di battaglie civili, una delle principali voci poetiche dell’Italia odierna. Oggi Arminio fa dono all’ "Espresso" e a "Giannella Channel" di un suo testo impeccabile, dettato dalla sua mente e dal suo cuore incardinati a Bisaccia, in Irpinia, dove risiede. Con la preghiera, da rivolgere ai lettori che abitano in un piccolo paese, di farlo avere al sindaco e di estendere la lettura ai giovani che fanno cose belle nei borghi.

 

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Addio alla scrittrice Marisa Fenoglio, che ci ha narrato la sua vita in Germania, la sua famiglia (con il fratello, il romanziere Beppe) e l’azienda in cui lavorava suo marito

Da tempo scruto il mondo con particolare interesse agli italiani che hanno lasciato o lasciano un’impronta in terre lontane. Per questo ho saputo con grande dispiacere dall’Associazione Italia Altrove di Dusseldorf, in Germania, del lutto che colpisce la famiglia Fenoglio: domenica 28 novembre si è fermato per sempre il cuore di Marisa Fenoglio, 88 anni, donna esemplare che si autodefiniva “moglie, madre, suocera e nonna, a tempo perso corista e scrittrice”. Poi aggiungeva: “Sorella cadetta di Beppe Fenoglio”. Si era scoperta scrittrice nella maturità, quando suo fratello era “morto da 32 anni”, come amava puntualizzare.

Il ritratto della famiglia d’origine è ben delineato da Piero Negri, sulla Stampa: “Marisa era l’unica femmina e la più giovane dei tre fratelli Fenoglio, tutti notevoli e tutti spuntati come per incanto in un ambiente apparentemente poco propizio, la piccolissima borghesia di una piccola città del Piemonte profondo com’era la Alba nel primo Novecento. Beppe, lo scrittore perlopiù postumo, che di giorno lavorava come impiegato in una cantina, è morto a 40 anni nel 1963. Walter, che fece un’ottima carriera alla Fiat e trascorse gli ultimi anni di vita a ripensare al fratello e a raccontare il complesso rapporto che lo legava, è mancato nel 2007 a 84 anni”.

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Scritto da da Giannella Channel.   
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