Si chiamava Salvador Ramos
Giovedì 26 Maggio 2022 11:10

 

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AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MARIO DRAGHI

AL SEGRETARIO DEI CINQUE STELLE GIUSEPPE CONTE

AL RETTORE DELL' UNIVERSITA' DI SIENA TOMMASO MONTANARI

ALLA GIORNALISTA LILLY GRUBER

AL DIRETTORE DELLA STAMPA MASSIMO GIANNINI

 

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Ma la National Rifle Association è davvero così potente? Oppure gli statunitensi sono dei fanatici delle armi? O forse c’è un problema collettivo di salute mentale? Le ragioni sono molteplici e complesse da inquadrare.

La follia per le armi, una forma di libidine, Zeleski chiede armi pesanti, se la prende con la NATO, con gli Stati europei, minaccia, strepita, parla vanvera. Avergli dato corda a partire dagli americani lo fa sentire onnipotente.La germania sta potenziando il suo arsenale bellico, Papa francesco parla al vento, non lo ascoltano, eppure è il più saggio. Noi dobbiamo parlare di pace, spiegare ai barbari di oggi l'insesatezza del riarmo. 

Il segretario dei Cinque stelle è contrario all'aumento al 2% delle spese per la Difesa, non ci sono le condizioni economiche. Il nostro Paese è spezzato in due, centro-nord e Sud. Il Sud si è impoverito come non mai, si regge sul Reddito di Cittadinaza, un sussidio a tempo, e dopo il diluvio. 

Presidente Draghi, spiegi chiaramente agli italiani la sua politica sulla guerra, cosa intende fare di concreto per la pace, comunichi i suoi sentimenti le sue paure, per un conflitto che non vede sbocchi, che rischia di viettinizzarsi. Lei cosa pensa quando vede l' Ucraina come una forma di Groviera. In quei buchi sopravvive la città. Zeleski, nel deserto in maglietta grigio verde, che non ha mai cambiata, si sbaccia e si agita. Presidente Dragki le sembra un Capo di Stato, e noi di una certa età che,  abbiamo vissuto il dopo guerra, possiamo tollerare le sue sparate? Giornalisti che tanto vi siete battuti per la sostituzione di Conte con Draghi, avete da dire sullo scenario della guerra? Usciamo dall'incubo delle scene che arrivano attraverso le televisioni, facciamo sentire tutti insieme il dissenso in modo forte e chiaro. La Puglia, il Tavoliere dove vivo, si sta preparando al raccolto del grano duro, il grano per fare la pasta, la pasta lavorata al bronzo, sono gli stampi per dare pregio ai famosi fusilli ed orecchiette, le orecchiette cucinate con le cime di rape, gli spaghetti, aglio olio e peperoncino, con le cozze del Golfo di Manfredonia. Si miete di notte per evitare il caldo, i granai so pronti a riceverlo, così come il pastificio  Mulino bianco, della Barilla, a Foggia, con  lavoro a ciclo continuo.

Ci ascolti, vedrà che alla fine vinceremo la guerra con la pace e non con le armi.

Si chiamava Salvador Ramos, aveva 18 anni ed era stato un ex allievo della Robb Elementary School di Uvalde, la scuola in cui ieri ha ucciso 21 persone, di cui 19 bambini e 2 adulti. Una strage compiuta utilizzando due fucili semiautomaticicomprati non appena ha compiuto 18 anni. Secondo gli amici e i parenti, citati dal Washington Post, il ragazzo ha vissuto un’infanzia travagliata. È stato vittima diatti di bullismo per la sua balbuzie e un pronunciato sigmatismo (“s” moscia). “Veniva preso di mira dai suoi coetanei in classe, sui social network e per strada, ma era un ragazzo timido e simpatico. Aveva solo bisogno di uscire dal suo guscio”, ha raccontato al quotidiano americano Stephen Garcia – migliore amico di Ramos in passato – aggiungendo che una volta il 18enne, dopo aver pubblicato una foto che lo ritraeva truccato con un eyeliner nero, fu insultato pesantemente sul web.

E proprio sul web si è consumata la sua vendetta. Poche ore prima di aprire il fuoco contro sua nonna e poi contro gli alunni della Robb Elementary School, ha infatti postato su Instagram un inquietante messaggio: “Sto per farlo”, ha scritto senza precisare altro. “Ho un piccolo segreto, voglio dirtelo”, ha detto ancora il ragazzo nei messaggi indirizzati a una ragazza che afferma di non conoscere Ramos e di non sapere perché qualche giorno prima della strage l’aveva taggata su una foto in cui mostrava i fucili acquistati e aveva iniziato a mandarle messaggi. “Che cosa c’entro io con i tuoi fucili, sono confusa”, aveva replicato la ragazza che dice di non vivere in Texas. “Devi essermi grata che ti ho taggato”, era stata la risposta di Ramos. “L’unica ragione per cui gli ho risposto è perché avevo paura di lui e volevo almeno cercare di convincerlo a non commettere un crimine, ma non sapevo”, ha scritto su Instagram la ragazza postando gli screenshot della chat sul suo account che ora è privato, secondo quanto riporta la Cnn.

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Il trasferimento di Garcia in un’altra città del Texas, peggiorò lo stato d’animo di Ramos, che da quel momento in poi – spiega l’amico – “ha iniziato a essere una persona diversa“. Il mutamento psicologico si rifletteva in quello esteriore: vestiti neristivali militari e capelli più lunghi del solito. I compagni di classe della scuola superiore hanno dichiarato che il ragazzo, in passato, aveva saltato molte lezioni.

Si era trasferito nella casa della nonna – 66enne ora in gravi condizioni dopo che Ramos le ha sparato – qualche mese fa. Prima abitava in Hood Street, con la madre. A quanto pare, il rapporto tra i due non era idilliaco. Ruben Flores, 41 anni, ha abitato a lungo vicino la loro casa, e ha spiegato di aver assistito spesso ai loro litigi. Scontri acuiti anche dai problemi di droga della madre. Che ha parlato ore dopo l’accaduto in un’intervista al Daily Mail: “Non era un violento. Sono sorpresa di quello che ha fatto. Era un ragazzo solitario che non aveva molti amici”. Ma smentisce che i loro rapporti fossero tesi: “Avevamo un buon rapporto”.

Ramos lavorava da Wendy’s, catena di fast food americana vicino al luogo della strage e aveva acquistato le armi il giorno del suo diciottesimo compleanno in un negozio nella contea di Uvalde. Gli stessi che compaiono in una foto postata venerdì, 20 maggio, sul suo profilo Instagram.

Scritto da Mario Arpaia   
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