La Guerra tra Poveri
Venerdì 03 Settembre 2010 14:38

Lina Pasca e dintorni…

…perchè la storia siamo noi….

ANNO SCOLASTICO 2010: LA GUERRA TRA POVERI

pasca

<<Precario, precario, precario…>> No, non sono impazzita. E’ solo lo status dei tanti che affollano questo immenso parcheggio nel disastrato mercato del lavoro. Tagli, finanziaria, decreti, forse mangeranno queste parole ad ora i pranzo i tanti precari piemontesi.

Quattro precari della scuola milanese sono entrati in sciopero della fame, seguendo l’esempio dei colleghi di Taranto, Roma, Benevento e Pordenone.  E a Torino e nel Canavese la situazione non è certo migliore. Sono dovuti intervenire i Carabinieri alla Scuola Media torinese Ada Negri, al momento della chiamata dei supplenti annuali. Con 350 cattedre assegnate, la graduatoria si è praticamente esaurita e la giornata è finita tra l’angoscia di chi un posto non ce l’avrà nemmeno quest’anno e la soddisfazione temporale di chi potrà pagare il mutuo almeno per i prossimi 12 mesi. Scene di delusione e di amarezza senza conforto si sono viste anche all’Istituto Berti, sempre nel capoluogo, dove chi ha ottenuto il posto ha dovuto alternare il suo sospiro di sollievo a messaggi di solidarietà per chi invece il posto non l’ha avuto.

<<Ho visto la disperazione sul volto di molti di loro. Ho visto le lacrime>> A dichiararlo è Romano, precario plurilaureato, tra quelli che sabato scorso aspettavano la nomina per un posto Ata. <<Eravamo in trecento circa. Le forbici del duo Tremonti-Gelmini, binomio espressione dell’”amorevole” presidente Silvio Berlusconi, di lì a poco avrebbero effettuato “un coup” su molte delle circa trecento persone in attesa. Sono uno dei fortunati (nella sfortuna) che ce l’ha fatta>>.

Ha in tasca la nomina ora Romano (non sa ancora per dove), che per un anno gli garantirà un lavoro retribuito con 950 euro. Alle volte. Già, perché alla fine non è così. Residente in un piccolo paesino a sud di Torino, ha viaggiato lo scorso anno sei giorni su sette alla volta di Ivrea, con spese di spostamento che rasentavano i 100 euro mensili e ore di viaggio giornaliere, lievitate a sei (treno+bus) a causa di lavori su un ponte ferroviario, in un Paese dove si plaude all’alta velocità. <<Agli svantaggi della distanza e al morale a pezzi – chiosa Romano – si aggiunga che nella scuola non esistono i buoni pasto, per cui altra somma da decurtare al già non esaltante stipendio mensile>>.

Esausta e col morale a pezzi è Raffaella: «Io non ho figli, ma ho il mutuo da pagare e così ho accettato una cattedra a Ivrea. Scade il 30 giugno ed è fatta di tre spezzoni, due diurni e uno serale. Ora sono qui sperando di trovare qualcosa di più vicino a casa». Mentre la tensione con i docenti saliva e si sentivano gli oltre 200 presenti urlare «vergogna!>> Monica ricordava lo scandalo di un costo che sta diventando obbligatorio per gli insegnanti in graduatoria «I corsi di specializzazione on line – afferma – valgono 3 punti, se non li fai vieni superato da altri. È una farsa, la speculazione di alcune agenzie di formazione avallata dal ministero»

E mentre il Governo continua a ripetere che “tagli non ve ne saranno” ripenso a Romano e alla sua voglia di partire, di lasciare l’Italia. <<Un’Italia in cui si fa appello ora al senso di responsabilità – afferma – Già, ma prima? Dove erano coloro che oggi inneggiano al senso di responsabilità e fanno carta straccia delle sentenze? Dove erano coloro che percepiscono 435 volte la somma di un operaio? Dove erano quando si arricchivano con le speculazioni e noi, a sporcarci di olio, di grasso, di sudore, con contratti a termine, interinali, ci impoverivamo mentre lor signori si arricchivano? >>

Me lo chiedo anch’io dov’erano, me lo chiedo insistentemente. Ma come Romano, Raffaella, Monica e i tanti precari della scuola italiana, piemontese e canavesana, anch’io non ho una risposta.

Scritto da Lina Pasca   
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