L'abbraccio di Caino e Abele dentro l'Assassino dei Sogni
Martedì 08 Ottobre 2013 15:00

Volare

Caro Carmelo,

penso spesso a Nelson Mandela anche perchè ho visto un bellissimo film "Invictus"non vinto non sconfitto, la poesia che lo sostenne in prigione.

Dalla notte che mi avvolge
nera come la fossa dell’Inferno
rendo grazie a qualunque Dio ci sia
per la mia anima invincibile.

La morsa feroce degli eventi
non m’ha tratto smorfia o grido.
Sferzata a sangue dalla sorte
non s’è piegata la mia testa.

Di là da questo luogo d’ira e di lacrime
si staglia solo l’orrore della fine,
ma in faccia agli anni che minacciano
sono e sarò sempre imperturbato.

Non importa quanto angusta sia la porta,
quanto impietosa la sentenza.
Sono il padrone del mio destino;
il capitano della mia anima.

E' un omaggio a tutti quelli che vogliono crescere, diventare forti con umiltà (nello spirito) attraverso le sofferenze che inevitabilmente la vita ci affida poichè siamo sempre noi i capitani della nostra vita.

Caro Carmelo,

ci batteremo per abolire l'ergastolo ostativo, non è da Paese civile, la vendetta non deve colpire chi ha pagato e sta ancora pagando, la vendetta non fa vincere, la vendetta indurisce e rende sterili. Gli amici americani di Peacefull Tomorrows mi hanno insegnato come trasformare il dolore in opere di bene. Sono i familiari delle vittime dell' attentato alle Torri gemelle, si recano spesso a gruppi a Kabul ad aiutare quelle popolazioni martoriate dalla guerra, spesso visitano il carcere di Guantanamo per controllare se tutti i diritti dei condannati sono rispettati. Il primo atto di Mandela appena uscito dalla prigione fu quello di perdonare i suoi aguzzini, un gesto di pacificazione che ha salvato ul Sudafrica dalla guerra civile.

Carmelo_si_laurea

Per gli uomini ombra il giorno comincia e finisce quando apri gli occhi ("L'Urlo di un uomo ombra" (2013) di Carmelo Musumeci Edizioni Smasher.

Questa settimana ho fatto un colloquio particolare. Ho incontrato Mario Arpaia, Presidente di "Memoria Condivisa".

Aspettavo questo incontro come quando si attende la libertà.

Mario è partito dalla Puglia per incontrare un avanzo di galera, un cattivo e, per la legge, colpevole per sempre come me.

I nostri sorrisi si sono incontrati ancora prima dei nostri occhi.

Poi ci siamo guardati l'un l'altro.

I nostri occhi si sono subito capiti senza parlarsi.

E hanno fatto immediatamente un patto di alleanza perché ci siamo accorti che entrambi sappiamo leggere negli sguardi.

Io ho visto la sofferenza di Abele.

E lui ha visto quella di Caino.

Poi ci siamo abbracciati.

E ci siamo commossi.

Lui con le sue lacrime da buono.

Ed io con le mie da cattivo.

Poi ci siamo parlati come due fratelli sconosciuti che non si vedevano da tanto, forse da troppo, tempo.

- Mario, un uomo ombra non può fare altro che aggrapparsi ai ricordi per attenuare la sua sofferenza. E anche se i bei ricordi non fanno scomparire il dolore, a volte lo rendono più sopportabile. Non ti nascondo che è un po' di tempo che trascorro notti difficili. Agitate da ricordi e pensieri. E non riesco più a separare gli uni dagli altri. Ti confido che dopo ventitré anni di carcere non riesco più a sognare la libertà, neppure quando dormo. D'altronde questi sono gli ultimi anni della mia vita e non ho più nessuna speranza cui aggrapparmi, perché è difficile, per non dire impossibile, che riuscirò a uscire vivo dal carcere. Se la vittima del mio reato chiedendo apparentamene giustizia vuole invece esclusivamente la mia sofferenza, in un certo modo mi assolve dei miei reati. Nella mia mente non ho neppure più spazio per l'odio e il rancore contro i buoni che mi tengono ancora dentro senza che sia più necessario.

- Carmelo, non sono d'accordo con l'ergastolo ostativo. E sono d'accordo con te che è maledettamente sbagliato il ricatto della delazione in cambio di benefici: scambiare qualcosa o qualcuno per tornare in libertà. Piuttosto bisognerebbe uscire dal carcere perché uno lo merita e non perché usa la giustizia per poterlo fare. Coraggio. Non ti arrendere. E non perdere mai la speranza.

Poi l'incontro è finito.

E ci siamo guardati ancora una volta con gli occhi lucidi dentro l'anima.

Dopo lui è andato verso la libertà, portando un po' della mia morte, ed io sono rientrato nella mia tomba, portando un po' della sua vita.

Carmelo Musumeci

Padova, ottobre 2013

Scritto da Mario Arpaia e Carmelo Musumeci   
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