Il cemento coi rifiuti è “come natura crea” ?
Domenica 11 Marzo 2018 08:01

Condannati a respirare piombo e veleni

Reportage da Portovesme, dove c'era la ex Alcoa, uno dei siti più inquinati d’Italia in attesa della bonifica e del rilancio industriale promesso dalla nuova proprietaria, la svizzera Sider Alloys

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Il gruppo Sider Alloys di Lugano ha acquisito lo stabilimento ex Alcoa di Portovesme, in Sardegna, il più importante impianto italiano per la produzione di alluminio primario. L’accordo è stato firmato il 15 febbraio presso il ministero per lo sviluppo economico (Mise), a Roma, e coinvolge Invitalia, l’agenzia italiana per gli investimenti. È stato annunciato un investimento di 135 milioni di euro per far ripartire la produzione: ma saranno in gran parte anticipati da Invitalia. I lavoratori della ex Alcoa, che da quasi quattro anni presidiano lo stabilimento per impedirne la chiusura, ora sperano di tornare al lavoro. Portovesme però è uno dei siti più inquinati d’Italia, in attesa di bonifica per rimediare a quarant’anni di scarichi industriali incontrollati. Tra le ragioni della salute ambientale e quelle del lavoro rischia di scoppiare un nuovo conflitto.

Leggi l'articolo: 

Il regolamento REACH sulla gestione europea della produzione e utilizzo delle sostanze chimiche prevede una serie di obblighi a carico, in particolare, dei produttori di sostanze per poter continuare la loro produzione e la commercializzazione. Tra questi obblighi vi è quello della “registrazione”, è un atto a carico dei produttori fondato su un dossier da presentare alla Agenzia Europea della Chimica (ECHA) comprensivo dei dati utili per conoscere (e quindi rendere pubblica) la pericolosità della singola sostanza. In termini sintetici quello che chiedeva Giulio A. Maccacaro: che “l’onere della prova sia sulle cose non sulle persone” ovvero che non sono gli esposti a sostanze pericolose che devono dimostrare la pericolosità delle sostanze cui sono stati esposti ma le sostanze devono dimostrare di non essere pericolose o dichiarare pubblicamente quanto sono pericolose e per quali aspetti. Il regolamento Reach contiene alcune esclusioni (ottenute dalle lobbies durante la preparazione della norma), una di queste esclusioni dagli obblighi di registrazione (e conoscenza pubblica connessa) è prevista per le sostanze di origine naturale non chimicamente modificate nei processi di produzioni. Tra queste vi sono molti minerali e sostanze presenti in natura. Il clinker, da cui si ottiene il cemento, può essere costituito da sostanze prelevate dalla natura (come ossidi di calcio, di silicio, alluminio e ferro), è prassi consolidata sostituire parte di queste sostanze con rifiuti di varia provenienza, tra questi le scorie di acciaieria e, più recentemente, scorie da incenerimento di rifiuti (per non parlare dell’utilizzo di rifiuti quali combustibili nei forni di cottura). Una “santa alleanza” tra inceneritori e cementifici che viene fatta passare come dimostrazione della sostenibilità dell’incenerimento dei rifiuti da un lato, e dall’altro del ruolo positivo di recupero di rifiuti da parte dei cementifici. E’ noto che l’utilizzo di rifiuti del genere, in particolare le scorie da incenerimento, determina un incremento di metalli pesanti nel cemento prodotto anche se (secondo i cementieri) al di sotto delle soglie previste dalle norme standardizzate per la qualificazione chimico-tecnica dei diversi tipi di cemento. I consumatori però non possono sapere se il cemento (e tutti gli altri prodotti derivati) utilizzato per le molteplici applicazioni edilizie a cui saranno in contatto per anni nelle proprie case sono stati realizzati con cemento realizzato con materiali naturali o anche con dosi più o meno elevate di scorie da inceneritori o altri rifiuti contenenti sostanze pericolose che nulla hanno a che fare con il cemento. Per noi è un diritto identico a quello di poter conoscere, per esempio, se un alimento è stato realizzato con o senza OGM. Questo diritto viene negato perché tutti i clinker, qualunque sia la loro composizione e la provenienza delle componenti, sono considerati esentati dagli obblighi del REACH in quanto ritenuti comunque costituiti da sostanze presenti in natura e senza modifiche chimiche in caso di aggiunte di sostanze non presenti in natura come i rifiuti. Medicina Democratica Onlus, ISDE e l’Associazione Corretta Gestione dei Rifiuti di Parma sollevano dei dubbi all’autorità REACH italiana (il Ministero della Salute) e agli organi di controllo (Regioni e ASL in primo luogo) sulla correttezza di esentare il clinker anche quando la entità e la tipologia dei rifiuti utilizzati rende il prodotto finale solo in parte prodotto con componenti naturali e soprattutto solleva dei dubbi sul contributo che i rifiuti hanno per modificare chimicamente il clinker “da rifiuto” rispetto a quello “non da rifiuto”. Chiediamo che venga approfondita la questione e si esamini, caso per caso, produttore per produttore, la effettiva applicazione dell’esenzione al REACH, dimostrando che non si determinano modificazione chimiche in caso di utilizzo di rifiuti (in particolare quelli ricchi di metalli pesanti come le scorie da incenerimento) e, in caso si riscontrino modifiche, di obbligare alla registrazione REACH (e quindi a evidenziare anche sulle confezioni di cemento l’utilizzo nel processo di rifiuti). Clinker-Reach

Dopo questa premessa tratta da un articolo pubblicato sulla rivista di Medicina Democratica vi invio un aggiornamento sul ricorso al TAR per la delibera della Giunta regionale n. 1197 del 07/11/2017

grazie per l'attenzione,Mario murgia

Da: ComitatoNoinceneritore Matera Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. ;

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Data: 8 marzo 2018 alle 17.22
Oggetto: Ricorso TAR delibera Giunta Regionale n. 1197 del 7/11/2017

Gentili operatori dell'informazione,

con riferimento al ricorso predisposto contro la delibera della Giunta Regionale n. 1197 del 7/11/2017 che ha autorizzato Italcementi a bruciare nel suo cementificio in località Trasanello, alle porte di Matera, ulteriori 48.000 tonnellate all’anno di CDR (Combustibile derivato da rifiuti, cioè rifiuti) e CSS

 (Combustibile solido secondario, cioè plastiche varie) si comunica che l'udienza di merito per la trattazione della causa è stata fissata dal Tribunale Amministrativo della Basilicata per il giorno 23 maggio prossimo.

Le associazioni promotrici, Comitato No Inceneritore Matera, WWF Matera, AIEA - Associazione Italiana Esposti Amianto e Medicina Democratica,  invitano tutti i cittadini sensibili ed interessati a continuare a sostenere la difficile azione amministrativa al TAR versando un contributo volontario

 attraverso le modalità a disposizione: utilizzando il bonifico su IBAN IT33R0760116100001040256636 oppure tramite il servizio Pay Pal all’indirizzo paypal.me/NoInceneritoreMatera. Per tutte le infomazioni è possibile consultare il sito www.noinceneritore.it.

Cordiali saluti.

Comitato No Inceneritore - Matera
WWF Matera

AIEA - Associazione Italiana Esposti Amianto

Medicina Democratica

Contatti: 3333445078

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